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“LA POLITICA REGIONALE PREDICA BENE, RAZZOLA MALE”

Dopo l'approvazione della nuova Legge regionale sul Commercio, duro comunicato di Confcommercio Veneto: “Paladini del paesaggio a parole, suoi persecutori nei fatti. La pazienza è finita".

martedì 15 gennaio 2013
Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale
Fonte: Confcommercio Veneto

“Paladini del paesaggio a parole, suoi persecutori nei fatti”. La pazienza è finita. Almeno quella di Confcommercio Veneto, che – in tema di salvaguardia del territorio - accusa i politici di predicare bene e razzolare male. Un’accusa lanciata al termine dell’ultimo Consiglio regionale di Confcommercio, che questa mattina ha visto riuniti, assieme a quello regionale, tutti i vertici provinciali della Confederazione del terziario.
A fare da detonatore, il provvedimento sul commercio approvato nei giorni scorsi dal Consiglio regionale, che di fatto va nel senso esattamente contrario alle affermazioni dei leader regionali, a cominciare dal Presidente Luca Zaia, per continuare con il vicepresidente Marino Zorzato e con l’assessore Maria Luisa Coppola, che hanno più volte dichiarato: “Basta consumo di suolo e cementificazione nel Veneto”.
Il tema è stato tra i più discussi dal Consiglio di Confcommercio, che ha dibattuto sulla Legge regionale per le Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella regione del Veneto ed è pervenuto alla considerazione che la politica regionale, appunto, “Predica bene, ma razzola male”.
“Si doveva fare di più e di meglio - dichiara in una nota Confcommercio Veneto - inserendo nella nuova Legge alcuni collegamenti con la normativa urbanistica affinché fosse finalmente e compiutamente realizzato il collegamento tra Urbanistica e Commercio”.
“Non aver previsto, tra l’altro, una corresponsabilità dei Comuni nei processi decisionali, con particolare riferimento alle medie e grandi strutture di vendita, comporterà una sicura rincorsa tra territori e territori per acquisire nuove aree da edificare da cui vengono generate risorse finanziare premiando i Comuni che svenderanno i territori e danneggiando gli amministratori locali responsabili”.
“Prevedere ancora nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (lo strumento urbanistico fondamentale) la possibilità di creare ulteriori cementificazioni per aree produttive e commerciali nelle prossimità dei caselli autostradali o in sfregio alle grandi arterie viabilistiche provocando non solo ulteriore consumo del suolo ma generando sicure situazioni di dissesto idrogeologico. Le inondazioni del 2011 ne sono testimonianza, ma non hanno insegnato nulla”.
“Queste scelte che comportano anche la continua e inesorabile scomparsa di molti negozi di vicinato dai centri storici, dei piccoli paesi, dei sistemi collinari e montani, provocherà sempre più una difficoltà sociale, che si accentua nei confronti della popolazione più anziana (difficoltà legata alla mobilità), e porterà a conseguenze pesanti anche sul fronte della sicurezza dei cittadini”.
“Il tempo è scaduto per le parole – conclude Confcommercio Veneto - Oggi vogliamo scelte coerenti con quanto affermato dai vertici regionali, anche se si va contro gli interessi dei poteri forti e di chi svende il  territorio a discapito delle generazioni future e del nostro meraviglioso paesaggio, elemento principe ed emblema del valore turistico del Veneto nel mondo”.   

Il "botta e risposta" con l'assessore Coppola

Alla presa di posizione di Confcommercio Veneto ha immediatamente replicato l'assessore regionale Maria Luisa Coppola, definendo la nota dell'associazione una "reazione a scoppio ritardato" che risulta "tanto incomprensibile, quanto fuori luogo”. Per l'assessore Coppola “Non vi è nulla di diverso da quanto normato e garantito anche per la successiva regolamentazione della materia. A meno che non dobbiamo intendere questa presa di posizione come una specie di messaggio al limite dell’intimidazione da chi oggi, non si sa per quali inconfessabili motivi pare avere intenzione di sollevare un polverone preventivo per condizionare ipotetiche scelte future dell’amministrazione regionale paventando uno scontro tra pubbliche amministrazioni con ripercussioni gravissime per il territorio che esistono solo nei sogni di qualche visionario". Da qui la controreplica di Confcommercio Veneto. “Nessuna reazione tardiva, tantomeno intimidatoria:  la nostra dichiarazione ha sottolineato con forza la necessità che i positivi principi definiti nella nuova legge sul commercio trovino una reale e coerente applicazione nel regolamento, ma anche nella normativa Urbanistica”. “Apprezziamo il principio di tutela del paesaggio, esprimiamo (e non certo da ora) riserve in merito all’applicazione reale di quello stesso principio – ribadisce il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon. O meglio, leghiamo i nostri ‘pieni voti’ alla legge al fatto che vengano definite scelte e norme urbanistiche che tutelino realmente il paesaggio, evitando ulteriore spreco del territorio”.
“La richiesta di modificare anche le norme del PTRC che prevedono ancora  la possibilità di ulteriori insediamenti e occupazione di suolo agricolo nel raggio di 2 km dai caselli autostradali  è coerente con la scelta dichiarata di fermare l’incontrollabile e continuo consumo di suolo – aggiunge Zanon - Il nostro impegno è ovviamente anche quello di tutelare e sostenere  le nostre imprese , che, pur operando in una situazione di grave disagio,  vogliono continuare a guardare con maggiore speranza al futuro”.
“Non è certo  nelle nostre intenzioni, e nelle nostre abitudini, lanciare intimidazioni o agire per creare scontri tra amministrazioni e confondere l’azione di confronto istituzionale con la collaborazione sul piano tecnico, quanto agire per sollecitare quel necessario, coerente collegamento tra normative regionali attraverso azioni concrete e in una visione integrata”.
“Prevedere il coinvolgimento e la corresponsabilità dei Comuni contermini nelle scelte di nuovi insediamenti  introducendo una procedura di programmazione urbanistica prevista dalla stessa  legge urbanistica - conclude il presidente di Confcommercio Veneto - eviterebbe di veder premiati i singoli Comuni che svendono il territorio creando  pregiudizio alle amministrazioni più ‘responsabili’. Senza una chiara scelta di pianificazione territoriale e di norme urbanistiche coerenti, poco può fare anche la stessa legge sul commercio”.
La determinazione di Confcommercio Veneto deriva dalla convinzione che l’attenzione al territorio debba diventare un ‘comune sentire ‘ del sistema politico regionale, così che le dichiarazioni di intenti possano trovare una chiara e condivisa azione concreta.



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