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ADDIO A GALDINO GIANESIN, PUNTO DI RIFERIMENTO DELLA RISTORAZIONE VICENTINA

Per rendere omaggio ad uno dei personaggi più conosciuti del settore, pubblichiamo un articolo che ripercorre la storia della Trattoria Isetta, di cui è stato anima e motore

giovedì 02 gennaio 2014
Galdino Gianesin, nella cantina della Trattoria Isetta, uno dei luoghi che lui amava di più. E sotto una foto di famiglia, con Galdino al centro Galdino Gianesin, nella cantina della Trattoria Isetta, uno dei luoghi che lui amava di più. E sotto una foto di famiglia, con Galdino al centro

Il 31 dicembre scorso è mancato Galdino Gianesin. All’età di 77 anni uno dei cuochi più conosciuti della nostra provincia, personaggio storico della ristorazione vicentina e anima della “Trattoria Isetta” di Grancona, ci ha lasciato; ma il ricordo di una persona gioviale, di grande spirito e profondità non ci lascia di certo. Più di mille parole, conta la sua storia, di uomo e professionista. Ed è per questo che abbiamo deciso di rendergli omaggio pubblicando di nuovo un articolo del 2010, scritto in occasione dei sessant’anni della Trattoria e apparso su Confcommercio Veneto Notizie. Ai famigliari di Galdino Gianesin, esprimiamo tutta la vicinanza della Confcommercio di Vicenza.

Articolo pubblicato su Confcommercio Veneto Notizie del 2 agosto 2010
LA TRATTORIA ISETTA  FESTEGGIA I 60 ANNI


La Trattoria Isetta di Grancona  compie sessant’anni. Certo una bella età per un locale condotto, da tre generazioni, sempre dalla stessa famiglia e che già da parecchi lustri rappresenta uno dei punti di riferimento per gli amanti della buona tavola e della  cucina tipica vicentina. Ma per capire cosa significa, in termini di duro lavoro e di grande passione, tagliare un simile traguardo per un ristorante incastonato in una delle più belle zone dei Colli Berici, al centro del fantastico scenario della Val Liona, serve un gran salto di immaginazione. Allora chiudiamo gli occhi e pensiamo che questo posto, fino al 1963, non era collegato da una strada asfaltata e dunque in quell’ultima domenica di agosto del 1950, quando la famiglia Gianesin aprì le saracinesche del proprio piccolo negozio di alimentari con annesso bar e cucina c’era semplicemente una strada sterrata a servire un piccolo centro di 1250 anime (già serviti, tra l’altro, da ben 8 negozi di alimentari).
Nonna Isetta, però si dava da fare, come ricorda Galdino Gianesin, autentico motore di questo storico locale assieme alla moglie Guerrina Ferron: “Una volta in trattoria si veniva con la soprèssa in tasca – racconta divertito – oppure con un pollo che intanto, finchè si “batteva il fante” seduti ai tavolini del bar, mia mamma provvedeva a cuocere a puntino, magari tirando la sfoglia per preparare un po’ di tagliatelle da condire con i i durei”. Galdino, intanto, che nel 1950 ha 14 anni, non pensa proprio che quello della mamma sarà anche il mestiere della sua vita. Certo, papà,  ci prova a farlo appassionare, mandandolo ad aiutare i cuochi nelle cucine che servivano i tanti cantieri edili che in quegli anni sorgono qua e là in provincia. Galdino guarda, impara e nel frattempo fa anche la scuola per diventare muratore. “La mia passione in verità è sempre stata la meccanica – dice – per questo a 19 anni comincio a lavorare come autista di autotreno”. Su è giù per l’Italia sui rumorosi bisonti della strada di allora Galdino ci va fino a 21 anni, poi parte militare e al ritorno tutto cambia. “Mio padre aveva ottenuto una licenza di macelleria e quello era un mestiere che mi piaceva fare, anche perché mi capitava spesso, fin da ragazzino, di aiutare papà e uno zio norcino nella macellazione dei maiali”. Siamo negli anni 60 e dunque all’alimentari e al bar, la famiglia Gianesin aggiunge anche la macelleria: un lavoro duro, che vede Galdino girare in moto per i paesi limitrofi a raccogliere gli ordinativi e poi, il sabato e la domenica, impegnato nelle consegne.

Il connubio tra macelleria e cucina però funziona: “Un giorno – ricorda Galdino -, eravamo nel 1964, si fermano due signori di Legnago: mi chiedono di portarli in macelleria, mi fanno tagliare due enormi bistecche che pesavano 1 chilo e 150 grammi l’una e poi mi spiegano di cucinarle semplicemente scottate ai ferri. E’ così che ho scoperto la mitica Fiorentina, che è diventata anche un nostro cavallo di battaglia”. Sono, questi, momenti di crescita poderosa per la trattoria: l’anno precedente, infatti, si inaugura ufficialmente la strada che collega Orgiano a Brendola e i Colli Berici cominciano a diventare una delle mete più gettonate per le gite fuori porta. Isetta e famiglia sono lì in prima fila: di altri locali, infatti, nei dintorni ce ne sono pochissimi. Dalla sua, la trattoria ha la grande attenzione ai piatti tradizionali e la qualità della carne, che ancora oggi  Galdino sceglie personalmente e con grande scrupolo. La qualità del prodotto, la semplicità e cura della cucina, fanno crescere “Isetta”, soprattutto dopo che, nel 1976, la famiglia si concentra tutta sul ristorante, chiudendo le altre attività.

E’ un periodo di forte impegno (nel frattempo la concorrenza, ovviamente,  aumenta) che sfocia però, nel 1980, in una grande soddisfazione: la visita dei valutatori della Guida Michelin, con il locale menzionato nella prestigiosa pubblicazione l’anno successivo. “Da lì è stato tutto un cammino in crescendo – afferma soddisfatto Galdino – dovuto anche alle tante attività fatte assieme ad altri ristoranti della zona, a cominciare dalla prima edizione di A Tavola coi cuochi berici fino all’attuale sodalizio che ci unisce ne Le Buone Tavole dei Berici”. Se gli anni 80 sono un po’ quelli del “boom”, è pur vero che Galdino e famiglia (nel frattempo entrano a far parte della squadra le figlie Monica e Manuela con i mariti Adriano Pilotto e Graziano Fipponi) non hanno mai lesinato gli investimenti: ampliamenti, certo, ma anche la creazione, nel Duemila, di nove belle e attrezzatissime camere per chi ha necessità o voglia di fermarsi in zona, fino agli ultimi interventi del 2009 (mirati al bar, alla cucina e alla creazione di un’accogliente nuova saletta).

Chi vuole poi scoprire un’altra passione  della famiglia Gianesin può chiedere di visitare la cantina, un autentico scrigno di preziose bottiglie provenienti un po’ da tutto il mondo (oltre che un’ottima selezione di vini locali). Chiaro che prima è il caso di assaggiare la cucina proposta, sempre più varia, anche se poi, chiedendo a Galdino quali sono i suoi piatti preferiti la risposta cade sempre nella tradizione: “Per me? Beh, una bella bistecca, ma anche i gargati coi durei preparati con la conserva, le tajadee in brodo coi figadini e il classico, per me insuperabile, minestrone”. Un menu in salsa berica davvero con i fiocchi. 

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