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"EFFETTO BONUS" QUASI INVISIBILE SUI CONSUMI

L'Indicatore dei Consumi Confcommercio di giugno rileva una crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2013. Sangalli: "bonus bruciato dall'incertezza, urgente il taglio delle tasse"

mercoledì 06 agosto 2014
Il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli Il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli
Fonte: Confcommercio Nazionale

"Cercando l'effetto bonus a tutti i costi si può rinvenirlo nella crescita tendenziale dei consumi a giugno pari allo 0,4%, corrispondente a un +0,1% sul mese di maggio. Troppo poco rispetto alle attese. Sono segnali positivi ma straordinariamente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia giunta a un incoraggiante punto di svolta. Allo stato attuale, dunque, si conferma il permanere di un quadro economico privo di una precisa direzione di marcia, situazione che dopo un lungo ed eccezionale periodo recessivo non può non preoccupare molto".
E' quanto scrive l'Ufficio Studi nell'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) relativo a giugno, mese durante il quale si sono registrate variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+3,8%) grazie soprattutto all'acquisto di beni, per i beni e servizi per ricreativi (+1,3%) e per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+1,1%), settore su cui influisce l'incremento della spesa per gli alberghi. Una crescita più contenuta si è registrata per i beni e servizi per la cura della persona (+0,8%) e per gli alimentari, bevande e tabacchi (+0,5%).
Una riduzione particolarmente significativa ha interessato i beni ed i servizi per la mobilità (-1,1%) per effetto di un forte calo della vendita di carburanti, ma anche di un andamento negativo delle vendite di auto e motocicli a privati. Riduzioni dei consumi si sono registrate anche per l'abbigliamento e le calzature (-1,1%) e per i beni e servizi per la casa (-0,8%). Il leggerissimo aumento congiunturale dei consumi riflette un progresso dello 0,3% della domanda di beni, mentre per i servizi c'è un calo della spesa dello 0,2%.
Anche in base all'andamento dei mesi precedenti, sottolinea l'Ufficio Studi, sembra che siamo in presenza "più del permanere di una stabilizzazione della domanda che dell'inizio di una fase di recupero". I dati destagionalizzati hanno registrato un aumento rispetto a maggio per i beni e servizi per le comunicazioni (+0,6%), per i beni e servizi per la cura della persona (+0,5%), per i beni e servizi ricreativi (+0,4%). In lieve aumento gli alimentari, bevande e tabacchi (+0,3%). Si è, invece, ridotta la spesa per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-0,4%) e per l'abbigliamento e le calzature (-0,1%). Per quanto riguarda i prezzi, per agosto si stima una variazione congiunturale del +0,1%, con un tasso di crescita tendenziale dell'inflazione pari a -0,2%: si tratterebbe del primo dato in deflazione dal mese di agosto del 1959.

Sangalli: "bonus bruciato dall'incertezza, urgente il taglio delle tasse"

"Il bonus di 80 euro, anche se ha mosso qualcosa non ha raggiunto, per il momento, il duplice obiettivo: avere un effetto shock sui consumi e generare una fiducia diffusa, elemento fondamentale per far ripartire la domanda interna. Sembra dunque che i primi effetti del bonus, che peraltro ha escluso ingiustamente il popolo delle partite Iva, sia stato ‘bruciato' dall'incertezza del momento e da troppe tasse. E che quindi sia stato percepito dai consumatori come una misura solo redistributiva e non per la crescita, non strutturale ma episodica. Confermiamo che si tratta di una misura che va nella giusta direzione ma è evidente che il Paese si aspettava di più e che di più bisognava fare per ricostituire il reddito delle famiglie, tornato ai livelli di quasi 30 anni fa, e sospingere così la domanda interna che, per consumi e investimenti vale l'80% del Pil. Insomma, il ciclo virtuoso dei consumi: annuncio delle riforme, aumento della fiducia e conseguente incremento dei consumi, di fatto, non si è innescato e infatti, la fiducia delle famiglie è in calo negli ultimi due mesi".
Così a margine della conferenza stampa, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha commentato i dati che emergono dall'Indicatore dei consumi. "Purtroppo - ha continuato - il 2014 sarà ancora un anno di transizione e se continua così rischiamo di compromettere anche le prospettive di crescita del 2015. Infatti, siamo di fronte ad una ripresa ancora troppo timida, fragile e incerta. E, ad eccezione del dato sull'occupazione che negli ultimi due mesi ha fatto registrare il segno più, il che dimostra che c'è un risveglio del sistema produttivo, tutti gli altri indicatori sono negativi: produzione industriale, Pil, fatturato della Gdo in tutti i canali di vendita, inclusi i discount, prezzi in calo il che vuol dire rischio deflazione e imprese del terziario di mercato che continuano a chiudere". Sangalli ha concluso ribadendo che "la crescita deve essere la priorità nell'agenda di governo perché solo così eviteremo il rischio di una manovra correttiva, avremo le risorse per tagliare le tasse su famiglie e imprese e fare del 2015 l'anno di una ripresa robusta e duratura. E per farlo non ci sono scorciatoie: taglio della spesa pubblica improduttiva e contrasto all'evasione e all'elusione".

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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