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SUI CONTRIBUENTI RISCHIO STANGATA DA 72 MILIARDI. TASSE LOCALI "BOOM"

Uno studio Confcommercio-Cer calcola l'esborso dei contribuenti, tra il 2016 e il 2018, se scatteranno le clausole di salvaguardia della legge di Stabilità

mercoledì 25 febbraio 2015
Fonte: Confcommercio Nazionale

Sui contribuenti italiani pesa il rischio di una stangata fiscale da 72 miliardi di euro se dovessero scattare le clausole di salvaguardia contenute nella legge di stabilità. E' quanto denuncia lo  tudio  Confcommercio-Cer su pressione fiscale e spesa pubblica presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sede nazionale della Confederazione.  "La legge di stabilità - ha spiegato il direttore dell' Ufficio studi, Mariano Bella - contiene un macigno la
cui attivazione implicherebbe per i contribuenti 72 miliardi di tasse in più nel triennio 2016-2018". Dalla ricerca emerge anche che le tasse sugli immobili sono più che raddoppiate negli ultimi tre anni: tra il 2011 e il 2014 gli italiani hanno pagato 31,88 miliardi di tasse sugli immobili (+115,4%). La cifra non è destinata a scendere nel 2015. Altra grand e"mannaia" sui contribuenti italiani viene dalle tasse local, più che raddoppiate in 10 anni visto che sono passate dal 2,9% del Pil al 6,5%.  In termini nominali il prelievo è passato dai 28,7 miliardi del 1995 ai 104,7 miliardi del 2014. "Una crescita - ha spiegato Bella - dovuta al taglio dei trasferimenti e cui non ha corrisposto una analoga riduzione dell pressione dal centro. Con la conseguenza di aumentare la pressione fiscale complessiva". "Quindi - ha aggiunto - non si capisce cosa resti del federalismo fiscale su cui abbiamo lavorato per 15 anni. Se si torna ad un neocentralismo rischiamo di non avere i benefici del federalismo pur continuando a sopportarne i costi".

Sangalli: "chiediamo al Governo meno tasse, meno burocrazia e più consumi"

"L'analisi dimostra sostanzialmente tre cose: tasse e spesa pubblica negli ultimi anni sono cresciute costantemente; dal 2011 al 2014 solo sugli immobili il prelievo è aumentato addirittura del 115%; nel triennio 2015-2018, per effetto delle clausole di salvaguardia e del meccanismo del reverse charge, c'è il rischio di un ulteriore aggravio di imposta di 72 miliardi". E' il commento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangelli, allo studio Confcommercio-Cer su pressione fiscale e spesa pubblica presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sede nazionale della Confederazione. I dati, secondo Sangalli, dicono chiaramente che "il passaggio dalla recessione a una ripresa economica robusta è ancora molto incerto, impervio e tutto da costruire. Ci sono, tuttavia, i presupposti per una ripartenza dell'economia". Il presidente di Confcommercio allude ai "timidissimi segnali di risveglio dei consumi, al recupero della fiducia delle famiglie e della produzione industriale, all'aumento dell'occupazione. Segnali importanti che devono, però, essere accompagnati da un'accelerazione di quelle riforme economiche che possono far ripartire tuti i settori produttivi e tutti i territori. Ma è anche necessaria una profonda revisione del federalismo perché l'assenza di un efficace coordinamento tra diversi livelli di Governo comporta un incremento fuori controllo del carico fiscale complessivamente sopportato da famiglie e imprese". "In via prioritaria - ha concluso Sangalli - occorre dunque ridurre gli sprechi della spesa pubblica improduttiva e iniziare un percorso generalizzato e irreversibile di riduzione delle tasse su imprese e famiglie. In parole semplici, chiediamo al governo finalmente meno tasse, meno burocrazia e più consumi. E' questa la direzione giusta per evitare che il 2015 sia solo un anno di passaggio dalla recessione alla stagnazione cronica della domanda interna".

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