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"REGOLE UGUALI PER TUTTI E CERTEZZA DELLA PENA"

L'intervento di Zanon, presidente Confcommercio Veneto, alla giornata "Legalità mi piace". A Mestre, presentate le indagini nazionale e regionale sulla criminalità

mercoledì 25 novembre 2015
Fonte: Confcommercio Veneto

Con 261mila imprese fra commercio, servizi, alloggi e ristorazione, il terziario è il settore più consistente del Veneto. Il solo commercio ‘pesa’ nell’economia della nostra regione in una misura di oltre il 22% delle imprese totali contro il 12,7% del manifatturiero e il 14,7% delle costruzioni.
Però la crisi c’è ancora e si fa sentire : nella nati-mortalità, fra crisi e cessazioni d’ufficio, il commercio in Veneto registra nel periodo gennaio-settembre 2015 una saldo negativo di  -1393 imprese, di cui 760 al dettaglio, diminuiscono, di 569 unità anche le imprese legate agli alloggi e alla ristorazione, e di 835 quelle relative ad ‘altri servizi’ dell’area Confcommercio.
Sono alcuni dei dati sulla consistenza del mercato elaborati dal Centro Studi Confcommercio in occasione della giornata della Legalità indetta per oggi, 25 novembre 2015, su tutto il territorio nazionale.
Dopo la diretta streaming con la sede nazionale della Confederazione, il saluto del presidente nazionale Carlo Sangalli e gli interventi del ministro della Giustizia Andrea Orlando e dell’Interno Angelino Alfano, ogni sede territoriale ha illustrato i dati regionali dell’indagine sui fenomeni criminali realizzata da Gfk Eurisko.
Confcommercio Veneto ha chiamato a raccolta gli associati al Novotel di Mestre, con un programma di interventi dei rappresentanti regionali delle Forze dell’Ordine, del prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, dell’assessore allo Sviluppo Economico ed Energia della Regione Veneto Giuseppe Marcato, per la Guardia di Finanza il Generale del Comando Provinciale di Venezia Alberto Reda e per l’Anci il vicepresidente vicario Angelo Tosoni.

Ad aprire i lavori, il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon, che ha sottolineato come le imprese del commercio, del turismo e dei servizi siano tra le più esposte alle conseguenze della criminalità legata alla contraffazione, all’abusivismo e alle azioni dirette come le rapine e i furti.
“Sicurezza e legalità – ha detto Massimo Zanon – sono il prerequisito di una democrazia compiuta. Purtroppo oggi il nostro sistema di imprese, oltre alla crisi, deve anche sopportare i costi economici e sociali dei fenomeni criminali. Contraffazione, estorsioni, furti, rapine, taccheggio, usura, costano alle imprese del commercio, agli alberghi e ai pubblici esercizi oltre 26 miliardi di fatturato l’anno e mettono a rischio oltre 260mila posti di lavoro regolari a livello nazionale. Chiediamo certezza della pena e un mercato con regole uguali per tutti”.
Per quanto riguarda il Veneto, dall’indagine Confcommercio-Eurisko (6800 le imprese contattate tra settembre e ottobre 2015), risulta che l’83% delle imprese della nostra regione ha adottato almeno una misura di protezione contro racket e criminalità (la media nazionale è del 72%); la maggior parte di queste (50%) ha installato telecamere e sistemi di allarme, mentre solo l’1% si è rivolta alle associazioni anti-racket per segnalare episodi subìti, contro il 13% di imprese che si è rivolto alla propria associazione di categoria.
Tra i reati percepiti in aumento, gli imprenditori veneti del commercio, turismo, servizi e trasporti, segnalano in percentuale più alta rispetto alla media nazionale i furti (nella misura del 69%, contro il 57% della media nazionale), contraffazione (49%, su una media nazionale del 45%) , rapine (52% contro il 44% nazionale) e tangenti (30% su una media nazionale del 25%. Fra tutte emerge la percezione dell’aumento dei fenomeni di abusivismo da parte degli imprenditori veneziani (70% contro una media nazionale del 52%).
Dato consolante, in Veneto l’esperienza diretta con i fenomeni di criminalità è decisamente inferiore alla media (5% contro il 10% nazionale).
Sulle leggi che contrastano la criminalità, l’imprenditore veneto ha un’opinione negativa più ‘pesante’ rispetto alla media nazionale (55% contro il 45%). L’86% degli imprenditori veneti chiede a gran voce la certezza della pena (a fronte di una media nazionale del 73%), e il 72% è favorevole all’inasprimento delle pene.
Tra i problemi del territorio, nel Veneto risultano sopra la media nazionale i negozi sfitti (51% contro il 44%), mentre a Venezia è più sentito il fenomeno dei venditori abusivi (65% contro il 57% di media nazionale).
Ma c’è dell’altro. Lo spiega il Centro Studi di Confcommercio Veneto. Oltre 1500 imprese del commercio e dei pubblici esercizi potrebbero chiudere nei prossimi mesi, espellendo dal mercato oltre 6mila occupati, per una strisciante erosione di fatturato del mercato legale da parte di quei soggetti e organizzazioni che vendono prodotti o servizi contraffatti. Nel 2015 un consumatore su quattro ha acquistato almeno una volta un prodotto o un servizio illegale.
C’è poi la concorrenza sleale legata alle agevolazioni: in un anno nel Veneto vengono organizzate oltre 7mila sagre, fiere di paese o altre analoghe manifestazioni. In almeno 3mila manifestazioni si somministrano cibi e bevande. Sono almeno 20mila le giornate di sagre in un anno, in media 36 per comune e diventa sempre più difficile distinguere tra sagre ‘vere’ (che hanno una radice storica) e sagre ‘false’ (che non promuovono e valorizzano territorio ed eccellenze). Il fatturato sottratto da queste manifestazioni alle attività di ristorazione è di circa 124 milioni di euro l’anno, pari al 2,6% del fatturato del settore.
A ciò si aggiungono i portali online nella ricettività turistica e nella ristorazione.  Su Airbnb si vendono appartamenti privati in tutto il mondo senza alcuna garanzia per il turista. In Italia, ormai divenuto il terzo mercato mondiale per questi “affari” si trovano 176.870 strutture (erano 234 nel 2009). In Veneto ce ne sono 10mila, a Venezia 3.908. I turisti non sono tenuti a pagare l’imposta di soggiorno. L’attività viene svolta senza licenza e i proprietari affidano la vendita al portale e/o ai cosiddetti «locatari seriali. E poi ci sono gli home restaurant, con il portale BonAppetour, che mette in connessione turisti e persone disponibili a ospitarli, a pagamento, a pranzo o cena. Regole? Nessuna. Sicurezze per il consumatore? Nessuna.
“Ce n’è abbastanza – sbotta Zanon – oltre alle rapine alle persone alle cose, adesso subiamo anche i ‘furti di fatturato’. La politica ha il compito di fissare le regole ma anche di farle rispettare a tutti. Abbiamo fatto le nostre richieste in tal senso alla Regione. Le imprese aspettano segnali rassicuranti in tale direzione”.

I DATI NAZIONALI NEL SITO DI CONFCOMMERCIO IMPRESE PER L'ITALIA

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