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IL 5 GENNAIO PARTONO I SALDI, MA NON CHIAMATELI "VENDITE DI FINE STAGIONE"

Per Matteo Garzaro, presidente di Federmoda-Confcommercio Vicenza, "Le svendite non 'raddrizzeranno' una stagione difficile"

mercoledì 30 dicembre 2015

Non chiamateli saldi di fine stagione o almeno non fatelo davanti ad un negoziante del settore abbigliamento, perché la risposta molto probabilmente sarà che nei prossimi giorni, in verità, partono le “svendite di inizio stagione”. Per molti consumatori, infatti, il via ai saldi, fissati in Veneto da martedì 5 gennaio per uniformarli con le regioni limitrofe, sarà molto probabilmente l’occasione per fare il primo vero acquisto invernale importante. D’altronde, con le temperature anomale che si abbassano sempre più dopo Natale e i saldi che invece vengono anticipati sempre più a ridosso delle Festività, il “consumatore medio” pensa bene di rimandare gli acquisti alla partenza degli sconti. Che poi sono sempre più sostanziosi, visto che in pochi giorni i negozi devono vendere il più possibile gli articoli rimasti fermi sugli scaffali, per non trovarsi con pesanti rimanenze di magazzino.
“Veniamo da mesi di novembre e dicembre in cui molti operatori del settore hanno registrato cali delle vendite anche a doppia cifra rispetto al 2014, già un anno non brillante – è il commento di Matteo Garzaro, presidente provinciale di FedermodaItalia-Confcommercio, che rappresenta, nel Vicentino, 700 dettaglianti del tessile abbigliamento–. E ora i saldi sono già alle porte. Morale: probabilmente quest’anno il 70 per cento dei capispalla, che rappresentano l’articolo più remunerativo per i nostri negozi, sarà venduto a prezzi ribassati, compromettendo la redditività di molti punti vendita”.
Sul banco degli imputati, per i dettaglianti del tessile abbigliamento di Confcommercio, sono proprio le date dei saldi: “Abbiamo “sventato” addirittura il tentativo di anticipo al 2 gennaio chiesto dalla grande distribuzione– afferma il presidente Garzaro –,  ma la nostra battaglia è quella di riportare i saldi invernali a fine gennaio e quelli estivi a fine luglio. Le date attuali, infatti, condizionano negativamente i consumi di Natale e quelli estivi e impediscono ai negozianti di mettere in campo una efficace politica commerciale mirata a garantire più qualità a prezzi abbordabili tutto l’anno”.
Per dare forza a questa battaglia, l’associazione provinciale dei dettaglianti di abbigliamento sta attivando una raccolta firme tra i propri associati, che appoggia la richiesta di spostamento in avanti delle date dei saldi avanzata a livello nazionale da FedermodaItalia.
Nel frattempo, però, non mancano le preoccupazioni per le prossime svendite: “Noi non percepiamo ancora segnali di ripresa nei consumi e dunque temiamo che, come sta accadendo negli ultimi anni, ci sarà una “fiammata” iniziale delle vendite nei primi giorni per poi spegnersi nelle settimane successive, fino al 28 febbraio, data di chiusura delle svendite. Se così fosse i saldi non riuscirebbero proprio a “raddrizzare” la stagione per i negozianti. Di certo gli sconti saranno subito allettanti, quanto meno dal 30-40% in su, ma sappiamo anche che il consumatore è molto selettivo sul rapporto qualità-prezzo”.
Per questo, secondo il presidente Garzaro, ha sempre meno senso la rincorsa agli sconti pre-saldo con cui qualche operatore tenta di giocare d’anticipo: “C’è così tanta merce disponibile nei negozi che il consumatore non ha alcuna ragione di approfittare di questi prezzi agevolati. Basta attendere qualche giorno è si può scegliere il proprio acquisto tra tutti i negozi, sfruttando appieno le offerte dei saldi, anziché limitarsi a qualche punto vendita”.

LE REGOLE DEI SALDI
Nulla cambia sul fronte delle modalità di svolgimento. Restano, infatti, confermate le regole per l’informazione e la tutela del consumatore, che Confcommercio Vicenza intende ricordare al fine di garantire la massima trasparenza in tempo di vendite di fine stagione.

Merce in saldo. I capi proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Gli articoli in saldo devono inoltre essere fisicamente ben distinti e quindi separati in modo chiaro ed inequivocabile da quelli eventualmente posti in vendita a condizioni ordinarie.

Indicazione dei prezzi. E’ obbligatorio esporre la merce in saldo - sia in vetrina che all'interno del negozio - con l'indicazione della percentuale di sconto applicata, prezzo normale di vendita e il prezzo scontato.

Pubblicità. I messaggi pubblicitari relativi alle vendite straordinarie devono essere presentati graficamente in modo non ingannevole per il consumatore.

Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso in cui ciò risulti impossibile o eccessivamente oneroso, la risoluzione del contratto o la riduzione del prezzo pagato.

Prova dei capi: è rimessa alla discrezionalità del negoziante.

Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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