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PROFESSIONI, UN SETTORE ANTICICLICO E IN ESPANSIONE

Secondo una ricerca dell'Ufficio Studi Confcommercio negli anni della crisi i professionisti hanno visto aumentare reddito e posti di lavoro

giovedì 13 ottobre 2016
Fonte: Confcommercio Nazionale

In Italia il settore delle professioni ha ampi margini di espansione. Alcuni dati significativi bastano a dimostrarlo: tra il 2008 e il 2014, ovvero gli anni della crisi nel corso dei quali l'occupazione complessiva è scesa di 800mila unità, il numero dei professionisti è salito di 130mila unità fino a quota un milione e 300mila circa, arrivando a rappresentare il 5,8% sul totale dell'occupazione, e l'85% di questa crescita è dipesa dai cosiddetti non ordinistici (circa 340mila persone,+49% in più rispetto al 2008).
Il reddito complessivo prodotto da questi ultimi, sempre negli anni della recessione, è salito di quasi il 16%, passando dai 4,9 miliardi del 2008 ai 5,6 miliardi del 2014 a fronte di un reddito da lavoro e impresa che nel periodo ha accusato una flessione di oltre sei punti percentuali. Resta, comunque, che in termini aggregati il reddito individuale dei professionisti non ordinistici è stato pari a poco più di 16.600 euro nel 2014, circa un terzo di quello dei professionisti ordinistici e oltre quattro volte inferiore a quello medio di impresa.
E' quanto emerge dalla ricerca "Riavviare la crescita: il ruolo delle professioni nel terziario di mercato", realizzato dall'Ufficio Studi Confcommercio e presentato nel corso del convegno "Competitività e crescita: il ruolo delle professioni del terziario", organizzato a Roma da Confcommercio Professioni, il coordinamento delle Associazioni professionali del sistema confederale. Oltre il 99% dei professionisti non ordinistici, si legge ancora nello studio, lavora nei servizi: tra questi la maggioranza assoluta (il 53%, 180mila persone) è attivo nel comparto delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, seguito da Sanità e assistenza sociale (15,3%, con la maggior variazione assoluta rispetto al 2008) e da Servizi di informazione e comunicazione (7,7%).
In termini relativi, invece, il maggior incremento, +78% circa, è della Sezione Q, quella di sanità e assistenza sociale, la seconda comunque in ordine di numerosità (quasi 52mila professionisti), corrispondente ad una quota di oltre il 15% del totale. Sotto il profilo dei redditi individuali, invece, il primato spetta alle Attività immobiliari, con quasi 21mila euro pro capite nel 2014.

Sangalli: "Confcommercio è anche la casa del lavoro autonomo e delle attività professionali"

Il presidente di confcommercio, Carlo Sangalli, ha aperto i lavori del convegno organizzato presso la sede confederale dedicato al mondo delle professioni del terziario. "Un incontro che per noi riveste un significato profondo perché Confcommercio non è solo la casa del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, ma anche del lavoro autonomo e delle attività professionali. E Confcommercio Professioni è stata creata proprio per dare una voce unitaria al lavoro autonomo professionale che nel terziario di mercato trova la sua collocazione naturale". "Anche se, come emerge dalle ultime rilevazioni del nostro Ufficio Studi, i consumi ad agosto sembrano essere ripartiti, a pesare oggi è ancora l'incertezza. Stiamo, infatti, scontando gli effetti di uno scenario internazionale che, tra crisi dei migranti, recessione in alcuni paesi emergenti, Brexit e attentati terroristici, è diventato più complicato.
Tutto questo contribuisce a spiegare il preoccupante calo della fiducia dei consumatori in questi ultimi mesi". Ma da noi sono soprattutto i difetti strutturali che frenano l'economia nel complesso e comprimono il rendimento atteso degli stessi investimenti: burocrazia asfissiante, deficit di legalità e logistica, eccessiva pressione fiscale. Fino a quando non saranno risolti questi nodi, difficilmente si realizzerà il cambio di passo tanto, e da più parti, auspicato". "Allora - ha aggiunto Sangalli - se vogliamo trasformare la debole ripresa di oggi in una robusta e diffusa crescita per i prossimi anni, bisogna concentrarsi su misure che rilancino la domanda interna, a completamento e reciproco rinforzo delle politiche di offerta. Per questo è necessario, innanzitutto,  scongiurare che scattino le clausole di salvaguardia, un impegno preso dal premier Renzi alla nostra Assemblea lo scorso giugno. Un obiettivo di primaria importanza, che non va certo raggiunto incrementando altri tributi. L'aumento dell'Iva sarebbe una vera e propria mazzata per i consumi, un boomerang che ricadrebbe sulla testa di tutti e, per di più, in modo regressivo, penalizzando soprattutto le famiglie più povere.La strada è, dunque, obbligata: serve una concreta e generalizzata riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese". "All'esecutivo - ha osservato il presidente di Confcommercio -  a cui riconosciamo tanto il merito di aver impostato una politica fiscale distensiva, quanto la determinazione nel perseguirla nonostante i vincoli angusti di natura interna e internazionale, chiediamo più coraggio e determinazione nel taglio della spesa pubblica improduttiva da cui si potrebbero ricavare le risorse per ridurre le tasse. Secondo un nostro recente studio - che confronta la spesa pubblica regionale con il livello dei servizi fruiti dai cittadini sul territorio - sarebbero 21 i miliardi di euro di risparmi che si otterrebbero, solo a livello locale, dall'eliminazione di sprechi e inefficienze, senza penalizzare, sia chiaro, i servizi resi ai cittadini. Sul Def non nascondiamo un pizzico di delusione per l'intenzione del Governo di rinviare il taglio dell'Irpef al 2018 perché di questa misura ne avrebbero beneficiato tutti i contribuenti in regola senza distinzione alcuna. Per un Paese più inclusivo e più giusto, più dinamico e più equo. Rilancio dei consumi e della crescita sono, infatti, fattori fondamentali per un terziario di mercato più produttivo, che è motore di sviluppo e oggi vale oltre il 40% del Pil e dell'occupazione. Altrimenti sarà difficile creare nuova ricchezza, nuovo benessere, nuove forme di solidarietà sostenibili e durature. In questo senso crediamo che sia davvero necessario e urgente valorizzare il lavoro autonomo professionale che può recitare un ruolo da protagonista per lo sviluppo del Paese. Un segmento spesso trascurato e sottovalutato, talvolta ignorato. Eppure è un segmento in forte crescita negli ultimi anni".
Secondo Sangalli, dunque, "creare al più presto  delle condizioni di contesto favorevoli che consentano a tutti i lavoratori autonomi, alle partite Iva, lo svolgimento senza ostacoli delle proprie attività professionali. Perché rafforzare e consolidare tutti i settori del lavoro autonomo per noi significa rafforzare e consolidare un sistema di competenze e di valori che vive di persone e punta sulle persone, sul capitale umano, sulla conoscenza e sulla messa in rete di esperienze.  Per mettere a frutto tutte le opportunità di crescita con il filo conduttore della terziarizzazione dell'economia. In questo consiste la nostra idea di futuro, di un'organizzazione capace di  coniugare modernità e tradizione secondo un progetto di rinnovamento orientato da una partecipata visione del futuro". "Per essere al passo con i tempi - ha concluso Sangalli - per guardare avanti con fiducia, per dare più forza, più autorevolezza, più qualità al terziario di mercato, all'impresa diffusa, al lavoro autonomo professionale che caratterizzeranno sempre di più la nostra economia".

Fioroni: "professioni protagoniste della crescita del Paese"
 
La responsabile di Confcommercio Professioni, Anna Rita Fioroni, è intervenuta al convegno "Competitività e crescita: il ruolo delle professioni nel terziario" che si è tenuto a Roma presso la sede confederale. "Confcommercio – ha detto Fioroni - si sta impegnando a far riconoscere le professioni come protagoniste per la crescita del paese, al fine di recuperare un'attenzione che manca da troppo tempo in Italia da parte degli interlocutori istituzionali nei confronti di questi settori. Nel mercato infatti è cresciuto nel tempo il bisogno dei servizi e l'esigenza di specializzazione, sono aumentati i servizi professionali". "Il quadro di contesto ci disegna una realtà fatta, oltre che da professioni organizzate in ordini e collegi, cosiddette tradizionali, anche da nuove professioni che in continua evoluzione acquisiscono nel tempo identità, caratteristiche peculiari e distinguibili. L'Europa – ha aggiunto Fioroni - considera ormai le professioni imprese intellettuali, produttrici di servizi e chiede sempre più azioni volte alla liberalizzazione e all'abolizione di tariffe e riserve.
Il libero professionista in Europa è parificato all'impresa. In Italia ci sono i primi segnali che fanno sperare nella piena attuazione di questo tipo di approccio, si sono fatti passi avanti per uniformarsi a dettato europeo e considerare le attività professionali assimilabili ad attività di impresa". La Fioroni ha sottolineato che per la prima volta con la Legge di stabilità 2016 i lavoratori autonomi professionali sono equiparati alle PMI per l'accesso ai piani operativi nazionali e regionali a valere sui fondi strutturali europei. "I numeri della ricerca che abbiamo appena visionato ci fotografano una realtà economica in crescita per i servizi e soprattutto per le attività di lavoro autonomo, cosiddette non ordinistiche, con partita Iva che crescono al contrario di tutte le altre occupazioni.
Sulla base di ciò la prima considerazione da fare è che dovremo superare la ricorrente distinzione tra professionisti iscritti ad ordini e non, regolamentati o non regolamentati, quando si pensa alla competitività. Dovremo, prendere anche atto che per tutti il mercato è sempre più complesso ed incerto e gli effetti recenti della crisi si traducono nel progressivo impoverimento di tutte le professioni". "Vogliamo lavorare per un'identità e per valori condivisi – ha osservato Fioroni - e per questo il Manifesto per la competitività si rivolge alle associazioni di professionisti regolamentati e alle associazioni professionali non regolamentate che si impegnano per l'affermazione sociale della professione attraverso sistemi di certificazione di qualità del servizio in una logica di mercato.
Il Governo per la prima volta con il Disegno di Legge ora all'esame del Senato, presenta una serie di proposte volte a costituire un quadro regolatorio sul lavoro autonomo professionale. Lo abbiamo accolto con favore ma in prima battuta ci è sembrato che con quest' approccio molto generalista non abbia distinto rispetto alle esigenza di ciascuna categoria, autonomi liberi professionisti e i cosiddetti co.co.co". "Sul fronte della competitività, un passo avanti da apprezzare è costituito dall'estensione a tutti i professionisti dell'accesso agli appalti pubblici.
A questo proposito vogliamo sottolineare un passaggio importante del DDL lavoro autonomo, cosi come modificato in Senato, che consiste nell'introduzione del contratto di rete per i professionisti". "Da ultimo – ha concluso Fioroni - ma non perché non siano fondamentali, anzi sono alla base delle politiche per la competitività, va detto che è necessario ripristinare al più presto normali condizioni nell'erogazione del credito per i professionisti, individuare strumenti in grado di favorire l'accesso al credito e superare distinzioni e appesantimenti burocratici che determinano incertezza in questo ambito". 

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