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CONSUMO DEL SUOLO: E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE REGISTRO

Il confronto, avvenuto il 27 novembre a Mestre, tra Confcommercio Veneto e il Governatore Zaia sulla legge regionale varata a giugno

lunedì 27 novembre 2017

Il Veneto è la seconda regione in Italia per consumo di suolo, con un valore percentuale del 12,21%, contro una media nazionale del 7,64%. Siamo secondi solo alla Lombardia, ma la nostra quota di consumo pro-capite è più elevata perché la popolazione del veneto è largamente inferiore rispetto a quella lombarda. In un solo anno, fra il 2015 e il 2016, il valore assoluto di suolo consumato nella nostra regione è stato di 563 ettari, il che ci pone al 3° posto dopo Lombardia e Sicilia.

Partendo dai dati dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, , Confcommercio Veneto ha aperto il dibattito sul futuro del territorio tra paesaggio, urbanizzazione e impresa, mettendo al centro la legge regionale sul Consumo di suolo approvata lo scorso giugno.

Lo ha fatto con un convegno dal titolo “Consumo di suolo: ripensare il Veneto” che si è svolto il 27 novembre all’Holiday Inn di Marghera con il confronto tra il mondo dell’impresa e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e gli interventi dei professori Amerigo Restucci, già rettore e ordinario di Storia dell’Architettura allo Iuav, e il professor Paolo Pileri, ordinario in Pianificazione e Progettazione Urbanistica e Territoriale al Politecnico di Milano, coordinati da Corrado Poli, saggista e giornalista esperto in politiche ambientali e urbane.

“Il paesaggio non è una ricchezza inesauribile – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon - In questa terra, seconda in Italia per consumo di suolo, l’espansione indiscriminata di alcune attività ha privato le periferie di una possibile identità e tolto alle città l’anima che avevano, in una totale assenza di pianificazione ragionata e un distorto concetto di crescita”.

“È arrivato il momento di cambiare registro, immaginare un orizzonte diverso, più condiviso ed equilibrato – ha aggiunto Zanon - Ora possiamo farlo: con il percorso intrapreso dal Veneto per una maggiore autonomia, abbiamo l’occasione di ridisegnare il nostro futuro liberando spazi per uno sviluppo sostenibile delle città dove l’unica speculazione ammessa è quella del pensiero. La nostra idea è tornare a stimolare la crescita imprenditoriale di piccole e grandi attività dove la gente vive, recuperando sull’errore ormai evidente che, se si esportano al di fuori dei centri urbani le attività commerciali, le città muoiono. Non esiste una città che possa essere attrattiva se oltre alle sue bellezze non ha anche un mix commerciale - ha concluso Zanon - Per questo, uno dei modelli possibili è il recupero delle strutture dismesse, pubbliche e private, per far rivivere le attività grandi e piccole all’interno delle città”.

Un punto, questo, sul quale converge anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, una delle poche in Italia ad aver varato una legge per frenare e controllare il consumo di suolo, il cui regolamento attuativo dovrebbe ‘andare in porto’ la prossima primavera.

“La Regione si è impegnata con questa legge a proteggere, senza frenarne la crescita, questa terra, che amo anche per i suoi paesaggi e per la bellezza delle città. Che vanno sicuramente rivitalizzate. Abbiamo capto da tempo che il nostro futuro non è riempire il Veneto di centri commerciali, ma di valorizzare ciò che abbiamo – ha aggiunto Zaia – Di grande distribuzione ce n’è che basta, diciamo pure che il Veneto ha già dato: parlate con uno che è sempre stato contrario alle aperture domenicali. Ora è arrivato il momento di mettere mano ai centri urbani – E non è solo un fatto sociale riportare i negozi sotto casa, ma è anche una questione di risparmio del territorio. Lo scopo è riportare la vita dove da molti anni si sono spente le vetrine; riaccenderle è l’obiettivo, e potranno essere insieme sia quelle dei piccoli negozi che quelle delle grandi superfici. Molte esperienze in giro per l’Europa dimostrano che si può fare, che le due cose possono convivere all’interno delle città. Detto questo, credo che i centri commerciali stiano già iniziando ad avere i loro problemi: basta guardare i fatturati di Alibaba per capire che la ‘valanga’ dell’e-commerce non è poi così lontana”.

“Oggi la tutela del suolo libero rappresenta la sfida delle sfide – ha dichiarato il professor Paolo Pileri – Il Veneto, assieme a poche altre regioni, si è data una legge di tutela, e questo è un bene, considerato che negli ultimi 6 mesi 18 regioni su 20, Veneto compreso, hanno continuato a consumare suolo, a fronte di una diminuzione della popolazione”.

“Ha fatto bene il Veneto, con questa legge – spiega Pileri - perché tutti i Paesi Ue che si sono dotati di una normativa per arginare il consumo di suolo hanno indicatori migliori dei nostri: Pil, occupazione, distribuzione della ricchezza. È però indispensabile avviare un lavoro di ‘rammendo’ dei buchi, a cominciare dalle deroghe, che il tessuto normativo di questa legge ha per perfezionare il buon lavoro fatto fin qui dalla Regione. C’è una proroga, la più clamorosa, che fissa al 2050 (fra 32 anni!) lo stop al consumo di suolo”.

Le conseguenze del consumo di suolo si fanno sentire anche sul piano sociale e occupazionale: “Per ogni occupato nella grande distribuzione - ha sottolineato il professor Amerigo Restucci - ci sono tre o quattro posti di lavoro che si perdono nella distribuzione di vicinato. Sono più di vent’anni che va così. Adesso, anche per i cambiamenti tecnologici che rapidissimi cambiano gli scenari, è più che mai indispensabile tornare nel cuore delle città con i servizi e i negozi di vicinato”.



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