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LA LECTIO DELLO CHEF PIERANGELINI HA CHIUSO IL MASTER DELLA CUCINA ITALIANA 2018

Dopo i 5 mesi di lezione, con oltre 50 docenti e 30 “stelle Michelin”, ora gli allievi inizieranno il tirocinio in alcuni dei più prestigiosi ristoranti italiani

martedì 19 giugno 2018
Foto di gruppo degli allievi con il comitato scientifico, chef Pierangelini, alcuni docenti e sponsor Foto di gruppo degli allievi con il comitato scientifico, chef Pierangelini, alcuni docenti e sponsor

Il Master della Cucina Italiana 2018 ha concluso nei giorni scorsi la sua prima fase, vale a dire i 5 mesi di lezioni teoriche e pratiche svolte al Centro Formazione Esac di Creazzo (VI), con la Lectio magistralis di uno chef d’eccezione: Fulvio Pierangelini.

Dopo 800 ore di lezione, con 51 docenti tra materie teoriche e pratiche, tra i quali 23 chef per un totale di 30 stelle Michelin, ora gli allievi si apprestano ad iniziare i tirocini formativi presso i ristoranti degli chef docenti, o in altri prestigiosi locali italiani.

Il viatico per questa importante esperienza l’ha data, come si diceva, lo chef Fulvio Pierangelini,  figura ideale per una Lectio magistralis  intitolata  “Oltre l’immagine”, il tema che ha fatto da filo conduttore al programma didattico del corso 2018. E il “solista della cucina italiana”, come è stato definito, non ha tradito le aspettative dei presenti, con una lezione intensa a tratti dirompente, che resterà nella memoria degli allievi. “La cucina – è stato uno dei tanti stimoli offerti dallo chef - è l’unica arte minore che stimola tutti i sensi e che entra fisicamente nelle persone. E voi – ha proseguito rivolgendosi agli allievi - dovete prima di tutto emozionare ed emozionarvi con il gusto, non con la vista. Oggi l’estetica ha preso il sopravvento e quando l’immagine diventa prioritaria, allora scatta l’omologazione”. Nei vari passaggi della lezione, non sono mancati consigli fondamentali per il futuro dei giovani cuochi: “Voi dovete essere curiosi – ha detto Pierangelini -, assetati di conoscenze. Attenzione a non essere superficiali, a non sottovalutare il minimo ingrediente e il minimo passaggio quando componente un piatto”. Non sono mancate nemmeno le parole di augurio per il futuro di questi giovani: “Vi auguro di non perdere l’inquietudine; studiate sempre, stupite i vostri ospiti con la semplicità, sorprendeteli sublimando il quotidiano“. Quello di Pierangelini è stato anche un invito a prendere coscienza del ruolo del cuoco nella società: “La cucina – ha affermato - è un atto sociale, con le nostre scelte possiamo influenzare anche le scelte del pianeta: ricordiamoci che il cuoco è l’ultimo baluardo contro l’omologazione del gusto”.

Gli allievi del corso 2018 si congedano dunque dal Master con questi ulteriori stimoli, che si aggiungono a quanto appreso in 5 mesi di lezione. Un percorso il cui punto di arrivo è stato ben sintetizzato da Sergio Rebecca, presidente di Esac Spa, società organizzatrice del corso: “Noi crediamo – ha affermato - di contribuire a formare nuove leve della cucina italiana in grado di dare in futuro il loro contributo alla crescita della ristorazione di qualità, attraverso la cultura che hanno assimilato in questi mesi e l’esperienza che potranno farsi negli anni successivi. Questi allievi – ha continuato il presidente Rebecca -  hanno ora la possibilità di entrare nel circuito dell’alta ristorazione, dove avranno delle occasioni occupazionali uniche, proiettandoli già a livelli difficilmente raggiungibili in un normale percorso di formazione e autoformazione”. Un leitmotiv, questo, ribadito anche dai componenti del Comitato Scientifico del Master, dove oltre al presidente di Esac Spa e all’amministratore delegato Ernesto Boschiero, siedono il medico e nutrizionista Mauro Defendente Febbrari, lo chef tre stelle Michelin Massimiliano Alajmo e il ceo di Alajmo Spa Raffaele Alajmo. “Sono molto contento del gruppo che si è creato quest’anno e della qualità raggiunta in questa sesta edizione, al punto che mi chiedo in cosa, davvero, possiamo migliorare ancora” ha affermato quest’ultimo, mentre per Massimiliano Alaimo “questo è stato un anno meraviglioso, coronato anche da una straordinaria opportunità vissuta dagli allievi: la possibilità di avere come resident chef il mio primo maestro, Alfredo Chiocchetti”. Infine il medico Mauro Defendente Febbrari ha voluto ancora rimarcare il tema del Master di quest’anno per invitare gli allievi ad andare “oltre l’immagine. Vi accorgerete che così facendo, vale a dire andando oltre la forma, sarete molto più liberi”.

In chiusura di cerimonia agli allievi è stato consegnato il Bilancio delle competenze acquisite durante le lezioni svolte con alcuni dei migliori chef e pasticceri italiani e i maggiori professionisti della ristorazione di qualità.

L’esperienza così acquisita, tra aule, cucina e laboratori, si può riassumere in un percorso fitto di stimoli e di informazioni, di base e innovative; di stili diversi di cucina e pasticceria; di “ascolto” e di ricerca degli ingredienti, imparando anche da chi di mestiere riesce a creare emozioni con un profumo, un vino, la scrittura, la danza… Un percorso per “aprire il pensiero”, come recita lo slogan del Master della Cucina Italiana fin dalla prima edizione del 2013. In questo progetto, un doveroso ringraziamento va rivolto non solo agli allievi, ma anche a coloro che sostengono il Master della Cucina Italiana finanziando alcune borse di studio: Banca Mediolanum, l’azienda di distribuzione alimentare Rader Spa e l’associazione Le Soste di Ulisse.

Ora lo sguardo è tutto rivolto all’edizione 2019 del Master della Cucina Italiana che prenderà il via il prossimo 14 gennaio: le candidature per la nuova brigata di allievi sono già aperte e possono essere effettuate on line sul sito www.mastercucinaitaliana.it.

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