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LA DISCOTECA È SEMPRE PIÙ SOCIAL

Intervista a Fabio Facchini Consigliere nazionale Silb e gestore dei locali cult Villa Bonin e Victory

lunedì 16 gennaio 2012
Chiamiamole pure, ancora, discoteche. Vada anche per “sale da ballo”. Se non fosse per qualche vecchia resistenza nell’immaginario collettivo potremmo definirli più correttamente “locali notturni”. Ma alla fine, se volessimo veramente spiegare cosa sono diventate oggi le discoteche, non potremmo non utilizzare una perifrasi: il luogo del divertimento collettivo in tutti i sensi. Perché questi locali pubblici, negli ultimi anni sono cambiati, e parecchio. Sono diminuiti in numero, anche in provincia di Vicenza, ma quelli che hanno saputo cogliere le nuove abitudini del “popolo della notte”, vivono oggi una nuova giovinezza. La conferma arriva da Fabio Facchini, giovane imprenditore (classe 1978) dalle idee chiare sul presente e sul futuro delle discoteche. Uno che questo mestiere ce l’ha nel Dna familiare, perché il suo cognome è indissolubilmente legato ad uno dei locali storici del Vicentino, quel mitico Boom che ha davvero animato la notte berica di migliaia e migliaia di giovani generazioni fin dal lontano 1969. Ed oggi, oltre a ricoprire la carica di Consigliere nazionale del Silb-Confcommercio (sindacato dei locali da ballo)  è gestore di altri due locali ben conosciuti in città: il Villa Bonin e il Victory.
Facchini, com’è cambiato, nel tempo, il mondo delle disco?
“Tantissimo, non c’è dubbio. Basti pensare che negli anni 70 i protagonisti di questi locali erano le orchestre, che spesso accompagnavano i cantanti del momento. Tanto per fare un esempio al Boom passarono artisti del calibro di Mina. Solo nelle pause tecniche all’interno dell’esibizione si mettevano i dischi. Più tardi la discoteca divenne anche il palco privilegiato per esibizioni di cabaret. Insomma, tutto un altro mondo”.
Già dieci anni dopo lo scenario è completamente diverso.
“Sì, nei primi anni 80 è il Disc Jockey il vero animatore del sabato sera, ma anche della domenica pomeriggio per i giovanissimi. In disco si arriva presto, verso le 9 di sera e si balla fino a tarda ora. I locali si moltiplicano, anche perché, almeno fino alla prima metà degli anni 90, non c’erano molti altri modi per divertirsi la notte. Poi le cose sono cambiate, le opportunità si sono moltiplicate. Andare a ballare ha cominciato ad essere solo uno dei momenti della serata, magari dopo un lungo aperitivo, una cena. Le esigenze dei clienti non erano più le stesse e chi ha capito per tempo questa evoluzione ha potuto continuare l’attività”.
Come?
“Faccio un esempio guardando alle festività appena lasciate alle spalle. Nei capodanni al Boom si usava prenotare la poltroncina, chi non aveva il posto a sedere assicurato era considerato un po’ uno “sfigato”. Oggi una cosa del genere è impensabile, non serve più, perché in discoteca non si viene solo per ballare e chiacchierare seduti al tavolino, si viene anche per fare un sacco di altre cose: a bere un aperitivo, a cena, a mangiare una pizza, in alcuni locali addirittura si va per assaporare il sushi. E poi si balla anche, ovvio, ma non solo. Stiamo diventando sempre più dei locali multifunzione, che mantengono una preminenza ovviamente per la musica, ma che offrono molto di più, a cominciare dalla ristorazione. E questa evoluzione sta funzionando: i clienti arrivano spesso già verso le 21 e passano qui tutta la serata vivendo all’interno dello stesso locale momenti diversi. Rispondiamo alla voglia di socializzare dei giovani, in un luogo dove la sicurezza è massima”.
Su questo aspetto la percezione dei non addetti ai lavori  non è, però, sempre così favorevole.
“Ed è un errore e un controsenso. Prima di tutto perché  quella italiana è una delle normative più severe in ambito europeo che regolamentano questo tipo di locali e perché il rispetto delle leggi è costantemente verificato dagli organi preposti. E poi perché proprio il modo in cui ci siamo evoluti, vale a dire l’affiancamento all’attività principale, di servizi di somministrazione e ristorazione, evita il pendolarismo di locale in locale di tanti giovani, che ora possono entrare in discoteca già in prima serata ed uscirne solo per tornare a casa. Per dire che oggi nulla è più sicuro di una serata in discoteca”.
Voi siete, per antonomasia, uno dei luoghi di divertimento più gettonati dai giovani. Com’è cambiato, in questo senso, il modo di comunicare alla vostra clientela, le vostre politiche di marketing?
“Sono state letteralmente rivoluzionate dall’avvento di Internet e dei social network. Per quanto ci riguarda, fino a qualche anno fa i canali di comunicazione erano le radio, i giornali, la distribuzione di migliaia di folder. Già da tempo non è più così per le mie aziende: abbiamo fin da subito puntato su Internet investendo in siti con un altissimo tasso di interattività e poi abbiamo approfittato di questa enorme piazza virtuale che si chiama Facebook. Se i nostri clienti, principalmente giovani dai 25 anni in su, vengono in discoteca per conoscere persone e per relazionarsi con i loro amici - perché questa è ancora oggi la motivazione di una serata nei nostri locali - allora il luogo dove continuare a socializzare non può essere che queste enormi piazza virtuali. In questo senso la nostra scelta è stata azzeccata: oggi le nostre fan page di Facebook contano 40mila contatti per Villa Bonin e 30mila per il Victory ed è lì, oltre che su  Twitter, Youtube e sul web più innovativo, che noi investiamo maggiormente”.


FABIO FACCHINI

Fabio Facchini è consigliere nazionale del Silb Confcommercio e gestore di due locali molto conosciuti a Vicenza, il Villa Bonin e il Victory. E’ un “figlio d’arte” perché il suo cognome è legato allo storico Boom di Alte Ceccato.

SILB-CONFCOMMERCIO
Silb-Fipe, Associazione Italiana Imprenditori Locali da Ballo, è l’organizzazione leader del settore dell’intrattenimento serale e notturno. Associa oltre il 90% delle imprese del comparto censite dalle Camere di Commercio.
Attualmente è presieduta da Maurizio Pasca, imprenditore di Gallipoli. L’Associazione è strutturata in ambito territoriale, tramite gruppi provinciali all’interno del sistema FIPE - Confcommercio. In tale contesto è presente in 103 province. A livello regionale è organizzata in Coordinamenti regionali Silb-Fipe all’interno delle Unioni Regionali Confcommercio.


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