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“CHECO” LASCIA, MA IL SUO BAR RIMANE UN’ISTITUZIONE IN PAESE

A Sandrigo, Francesco Rizzoe e la moglie Bruna Matteazzi, con la quale ha condiviso la gestione, hanno chiuso la loro attività

lunedì 14 maggio 2012
Francesco Rizzo e la moglie Bruna Francesco Rizzo e la moglie Bruna

A Sandrigo rimane un’istituzione, anche se da qualche mese ha dovuto abbassare le serrande del suo bar. Al punto che qualcuno ha anche preso carta e penna scrivendo al mensile locale per esprimere il proprio rammarico per la chiusura “dell’ultima osteria del centro di Sandrigo”.
Ma Francesco Rizzo, detto “Checo” e la moglie Bruna Matteazzi, con la quale ha condiviso la gestione dell’attività, questa decisione l’hanno presa certamente a malincuore. Dunque, dopo cinquan t’anni di onorato servizio (l’apertura del locale risale al ‘62) il “Bar da Checo”, come si suol dire, “passa alla storia”. Ed è una storia che rappresenta il tipico bell’esempio dello spirito imprenditoriale della nostra provincia, di un locale che rimarrà nel cuore di molti, proprio perché ha saputo condividere la sua quotidianità con la gente di Sandrigo. E’ lì, infatti, che ci si ritrovava con gli amici, si giocava a bocce, si beveva “un goccio” in compagnia scambiando quattro chiacchiere. Tanto che lo scorso anno, amici e colleghi della Confcommercio hanno dedicato a “Checo” l’ultima serata estiva di “Sandrigo in piazza”, iniziativa di cui è stato grande animatore.  
Qualche anno fa, in occasione di un’intervista per il nostro giornale, Francesco Rizzo ci raccontò la sua storia: per lui un tuffo nei ricordi di una vita, per noi la scoperta di una bella persona che, come tanti negli anni ’60, è partita dal nulla e con passione e sacrifico ha saputo costruirsi una professione e far crescere un’attività che, con a fianco la moglie, è durata 50 anni.
Una storia, come si diceva, che inizia nel ’62 quando Francesco Rizzo - finito il servizio militare negli alpini - comincia a dare una mano ad un amico proprietario dell’osteria in centro a Sandrigo. A maggio, questo locale, che allora si chiamava “da Brendola”, viene rilevato da Francesco Rizzo che poco tempo dopo sposa Bruna.
All’inizio non fu facile, soldi non ne giravano, poi un giorno, la svolta: perché non proporre ai clienti non solo del buon bere ma anche del buon cibo?
Da lì, Checo e Bruna si ingegnano e cominciano a mettere sul bancone del bar gli indimenticabili “spunciotti” a base di polenta e fegato, folpetti, polenta e pancetta e i più conosciuti bocconcini di polenta con la salsiccia cotta nel vino. Il bar diventa un punto di ritrovo molto apprezzato in Paese e lo sarà in tutti i suoi 50 anni di storia, grazie alla gestione familiare dei coniugi Rizzo e all’impegno di Francesco anche nel volontariato locale.
Non dimentichiamo poi che Francesco è stato da sempre un nostro Associato e che per anni è stato dirigente della delegazione Confcommercio di Sandrigo mettendo la propria competenza al servizio di tanti colleghi.

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