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PIANO TERRITORIALE REGIONALE, CONFCOMMERCIO VENETO: “BENE LO STOP AL CEMENTO"

Il presidente di Confcommercio Veneto Zanon: “Il progetto conferma la bontà delle nostre battaglie decennali contro il consumo di suolo”

mercoledì 17 aprile 2013
Fonte: Confcommercio Veneto

“Ci è voluta una crisi così. Ma noi lo diciamo da anni: era evidente che si stava andando verso la compromissione paesaggistica (e non solo) di una delle più belle regioni d’Italia”. La battaglia di Confcommercio Veneto contro il saccheggio del paesaggio è nota da tempo. Ora il presidente della Confederazione, Massimo Zanon, vede confermata la bontà di quella battaglia nella decisione della Regione di adottare un Piano del Territorio denso di vincoli.
“La presa di coscienza da parte della Giunta regionale in merito a uno sviluppo futuro più rispettoso dei luoghi e degli equilibri socio-economici ci spinge al plauso – dichiara Zanon – Ora si dice che lo si fa per la crisi, in realtà è già da tanto tempo che, chi opera a stretto contatto con il territorio, si era accorto del rischio che stavamo correndo con le continue mega-edificazioni di periferia e le conseguenti desertificazioni delle città”.
“La scelta della Regione, già in parte anticipata con molta forza nella nuova legge regionale del Commercio, è sacrosanta – prosegue il presidente di Confcommercio Veneto - La accogliamo con indubbio favore, auspicando che le misure annunciate non rimangano legate a ragioni contingenti di crisi, ma ‘tengano’ nel tempo, anche dopo che questa sarà passata. Il nuovo Piano Territoriale conferma quelle istanze di cui si era fatto carico lo stesso assessore al Commercio, anticipando nella nuova legge del settore il principio di non consumo del suolo e di un nuovo modello di sviluppo”.
Il plauso di Confcommercio è rivolto anche alle scelte riguardanti i centri urbani e la loro rivitalizzazione e, ancor prima, al fatto che il nuovo piano sia stato ampiamente condiviso con il ministero dei Beni culturali e la Soprintendenza, guardando con attenzione alle eccellenze naturalistiche e alle città d’arte.
“Negli ultimi decenni abbiamo assistito a uno sviluppo sfrenato che ora, anche alla luce della crisi, rivela tutte le sue fragilità. Non era quello che volevamo, l’abbiamo detto e siamo stati accusati di  opporre a quel modello allarmi e preoccupazioni legati a una difesa corporativistica. Non era così, e i fatti oggi ci danno ragione. Dagli stessi blocchi di partenza, ora dobbiamo puntare a un nuovo modello veneto dove possa essere riconosciuto ad esempio il ruolo del turismo, che sulla bellezza del paesaggio poggia le proprie basi per poter continuare a essere la prima forza economica della nostra regione”.

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