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SPESA PUBBLICA E PRESSIONE FISCALE, MANCA LA SVOLTA

Secondo uno studio del Cer presentato al Forum Giovani imprenditori, la legge di stabilità determinerà maggiori spese nette per 3,7 miliardi

martedì 19 novembre 2013
Un'immagine del Forum Giovani Imprenditori Confcommercio Un'immagine del Forum Giovani Imprenditori Confcommercio
Fonte: Confcommercio nazionale

La legge di Stabilità in discussione in Parlamento non taglia la spesa pubblica. Anzi, nel 2014 determina maggiori spese nette per oltre 3,7 miliardi e solo a partire dal 2015 la spesa si riduce  per arrivare a 6 miliardi nel 2016. E la pressione fiscale cala davvero di poco (-0,1%), se è vero che le imposte nette diminuiscono nel 2014 di appena 1,2 miliardi. E' il dato principale che emerge dallo studio del Cer "La legge di Stabilità per il 2014: un passo incompiuto verso la riduzione della pressione fiscale", presentato a Venezia nel corso del Forum dei Giovani imprenditori. Molti i dati interessanti sottolineati dal Cer: le risorse restituite al sistema dal provvedimento rimangono limitate: 2.7 miliardi contro i 60 miliardi del 2012 e i 18 miliardi del 2013. Non solo: basterà attendere il 2016  per vedere un nuovo aumento delle entrate nette di 1,1 miliardi. Addio, quindi, all'iniziale riduzione della pressione fiscale. Che, peraltro, è sempre soggetta al pericolo che vengano meno alcune delle coperture indicate, con il relativo scatto delle clausole di salvaguardia che comporterebbe aumenti delle accise e degli acconti di imposta. Più in generale, la legge ripropone un vizio consueto: le risorse che arrivano da maggiori entrate superano quelle ottenute attraverso minori spese (il 63 per cento nel 2014 e 56 per cento nel 2016 ).  Le dimensioni della manovra, conclude il Cer, sono comunque insufficienti a compensare la restrizione fiscale ereditata dai precedenti interventi. L'effetto complessivo della manovra di finanza pubblica rimarrà infatti restrittivo per 13 miliardi nel 2014, per 7 miliardi nel 2015 e ancora per 3 miliardi nel 2016.

Sangalli: "si continua a far quadrare i conti solo con il fisco"

"Senza modifiche alla legge di stabilità la pressione fiscale resterà inchiodata al 44% fino al 2016. Non solo: dal 2012 al 2017 lo Stato sottrarrà dalle tasche delle famiglie 81 miliardi di euro sotto forma di triburi e contributi sociali e ne spenderà solo 50. Inutile dire che siamo preoccupati: non vediamo nulla della poderosa operazione di sottrazione annunciata, 'meno spesa, meno tasse', ma si continua a far quadrare i conti solo con la leva fiscale. Senza cambiamenti alle legge, il 2014 non sarà anno di ripresa e crescita con il rischio che la crisi si trasformi in crisi sociale". Questo il commento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sullo studio del Cer presentato a Venezia. Sangalli ha poi aggiunto che "la madre di tutte le riforme è quella fiscale, con due obiettivi: ridurre le tasse e semplificare il sistema barocco di pagamenti e adempimenti che sta strozzando la vita delle imprese", mentre "l'aumento Iva è stato un grandissimo errore che ha stoppato ulteriormente la domanda interna ed è un fattore di ingiustizia sociale perché colpisce le fasce più deboli. E visto che si parla di rimodulazione, attenzione: che non sia ulteriore aumento della pressione fiscale".


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