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TASI, LA PROROGA E' CONCESSA, MA A META'

A meno di novità dell'ultima ora la prima rata slitta a settembre 2014 nei Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato le aliquote. Per gli altri scadenza al 16 giugno

martedì 20 maggio 2014

Arriva la proroga a settembre sulla prima rata della Tassa sui Servizi Indivisibili (TASI)  per i Comuni che entro il 23 maggio non avranno definito le modalità di riscossione della nuova tassa. Lo ha comunicato il Ministero dell'Economia, anche se in questi giorni si è discusso di un possibile ulteriore slittamento. A tutt'oggi, comunque, la scadenza della prima rata a giugno resta fissata al giorno 16 per quei Comuni che hanno provveduto per tempo a deliberare.
Confcommercio Vicenza era intervenuta giorni fa sul tema per esortare chiarezza e per chiedere, appunto, un rinvio della scadenza. 
"Ci siamo uniti al coro di richieste che sollecitavano lo slittamento della scadenza, perché alla maggioranza dei contribuenti  non è consentito sapere né come né quando versare la nuova tassa  – spiega Ernesto Boschiero –. Ci sono infatti, anche nel Vicentino, Comuni che hanno già deliberato le modalità della nuova imposta, altri che non l’hanno ancora fatto e il rischio che si creino difficoltà è alto”.
Tra le altre proposte che Confcommercio Vicenza, assieme alle altre Ascom del Veneto, ha presentato per il tramite della Confederazione Nazionale al Governo, quella di fare in modo che gli Enti locali possano gestire le entrate tributarie con modalità chiare ed uniformi per tutto il territorio nazionale. Questo, in primo luogo, per evitare contenziosi e pratiche di controllo costose, che poi ricadono sui contribuenti, amplificando la pressione fiscale già a livelli altissimi; non meno importante, per evitare il rischio di avere una tassa dai “mille volti”.
Altra proposta caldeggiata da Confcommercio Vicenza ai Comuni è che vengano esclusi gli immobili strumentali dal calcolo della TASI, in quanto i servizi indivisibili dei Comuni sono già finanziati dall’IMU corrisposta dalle imprese.  “Dovrebbe essere così per il semplice principio di legittimità impositiva – spiega Boschiero-;  non può essere che si finanzino gli stessi servizi con due imposte dalla stessa base imponibile. L’esempio da seguire è quello del Comune di Vicenza, che ha deliberato un’aliquota 0 per le unità immobiliari adibite a negozi, botteghe e laboratori artigianali dove si svolge l’attività”.
“Noi ovviamente auspichiamo – conclude il direttore di Confcommercio Vicenza -  che anche queste nostre proposte siano accolte dal legislatore e che si arrivi a dare qualche concreta risposta all’urgente necessità di definire adempimenti chiari per il  contribuente. Se le tasse si devono versare, almeno che le si paghino senza il peso di dover incorrere in errori e, quindi, in costosi contenziosi”.    

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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