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SANGALLI ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE: "RIFORME UNICA VIA PER GUARIRE I MALI DEL PAESE"

Nella sua relazione il presidente di Confcommercio ha rilanciato la necessità delle riforme: farle è "la parola d'ordine" oltre che "l'unica strada per presentarci in Europa con dignità"

giovedì 05 giugno 2014
Il presidente Carlo Sangalli all'Assemblea generale Confcommercio Il presidente Carlo Sangalli all'Assemblea generale Confcommercio
Fonte: Confcommercio Nazionale

Dopo il "deciso, ma equilibrato, desiderio di cambiamento" espresso dagli elettori, il Governo ha ora  "una responsabilità netta, soprattutto in vista del semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea. E ci auguriamo che questo semestre possa rappresentare un punto di svolta". E' entrato subito in argomento il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella sua relazione all'Assemblea Generale 2014 della Confederazione svoltasi a Roma presso l'Auditorium Conciliazione. Rilanciando la necessità delle riforme: farle è "la parola d'ordine", oltre che "l'unica strada per presentarci in Europa con dignità". Perché "l'Italia è ancora gravemente malata di bassa crescita, non è affatto fuori pericolo" e "Governo, Parlamento e politica devono agire con celerità, fermezza, efficacia". Sangalli ha quindi invitato a "guardare con serena lucidità alla realtà: le prospettive di crescita sono deludenti; siamo, ancora, nella palude degli zero virgola tanto per il Pil quanto per i consumi". Insomma, "non ci sarà una ripresa salvifica. Ci dobbiamo salvare da soli, facendo le riforme".

A partire dalla principale, quella della spesa pubblica, che "ancora presenta ampi margini di riduzione e di riqualificazione". "Il naturale completamento della riforma della spesa pubblica – ha continuato il presidente di Confcommercio - è la riforma fiscale, nella direzione di un abbassamento del carico fiscale attraverso la riduzione generalizzata delle aliquote dell'Irpef", perchè "l'attuale carico fiscale sul lavoro è incompatibile con la crescita". E' poi necessaria la semplificazione, "un approccio fiscale che favorisca l'imprenditore e il contribuente". Per Sangalli, infatti, "le tasse in Italia si pagano infatti tre volte: prima come imposte, poi come burocrazia e infine come incertezza". Semplificare, insomma, "fa bene al Paese. Regole semplici sono anche regole chiare e valide per tutti". Anche, ha ammonito Sangalli, per "gli amici agricoltori che stanno per essere premiati con una legislazione che permetterà loro di fare i commercianti con le regole dell'agricoltura. Amici agricoltori, siete certo i benvenuti tra noi, ma se volete fare i commercianti dovete accettare le regole del commercio!".

Passando a parlare della questione credito, il presidente di Confcommercio ha sottolineato che "il sistema bancario continua ad essere troppo rigido e timido, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese. Chiediamo alle banche di ritrovare il valore della prossimità territoriale con le imprese" e "per parte nostra confermiamo l'impegno alla maggiore diffusione della moneta elettronica a condizione che il costo delle transazioni venga allineato ai parametri europei". Per quanto riguarda invece il costo dell'energia, le pmi "accolgono con favore e fiducia l'annunciata riduzione del 10%", ma "l'importante è che vada a vantaggio di tutte le imprese, indipendentemente dal volume dei consumi, interrompendo una prassi discriminatoria che ha caricato su una parte del sistema produttivo l'onere delle agevolazioni alle imprese cosiddette energivore".

La relazione ha quindi affrontato il nodo occupazione, con la sottolineatura che "un pre-requisito per la sua crescita è rappresentato da buone regole nel mercato del lavoro", mentre "aprire alla flessibilità significa aprirsi ad un'economia che cambia e dare una spinta ad un settore che ha bisogno di duttilità come il terziario". Sangalli ha quindi fatto appello all'unità: "non diventeremo più competitivi, non accresceremo il benessere degli italiani, non ridurremo neppure di un po' il numero di persone in condizione di povertà assoluta se non lavoreremo insieme. Facciamocene una ragione.  Perché per comandare si può essere soli, ma per governare no". In questo senso, può essere importante l'avvio della nuova stagione politica di Renzi e del suo governo, che "ha convinto molti che l'avvio delle riforme è veramente dietro l'angolo e che non si può tornare indietro".

Da parte sua Confcommercio vuole "immaginare una politica economica che si muova per sottrazione. Fino a ieri è stata sottrazione di risorse, attraverso l'eccesso d'imposizione fiscale, oggi deve essere sottrazione di ostacoli all'attività delle imprese". E invita a dare inizio alla "stagione del pieno riconoscimento del ruolo dei servizi di mercato, del commercio e del turismo, per una crescita che non sia episodica bensì strutturale". "E' questa, in un certo senso, anche la grande intuizione di Expo 2015: aver unito tutte le forze produttive del Paeseintorno ad un tema forte, di sviluppo duraturo. Expo deve soprattutto essere l'occasione concreta e tangibile della ripresa dell'economia", ha proseguito Sangalli. Avviandosi a concludere il presidente confederale ha detto che "rivalutare il ruolo della domanda interna non è operazione da circuiti culturali minori, ma di vitale importanza per tutto il Paese e per tutte le imprese. Altro che aumentare le tasse sui consumi. Lo hanno capito tutti: i consumi sono malati e se si sbaglia farmaco si aggraveranno".

Di vitale importanza è anche "mettere a reddito il nostro immenso capitale ambientale, culturale, artistico", con particolare attenzione al Mezzogiorno ("Stiamo perdendo un pezzo del paese senza il quale non ci sarà, non ci potrà essere, una ripresa degna di questo nome", ha detto Sangalli). E di "scelte strategiche nazionali sui trasporti, sulla logistica, sui porti, che vanno ricondotte alla competenza esclusiva dello Stato che definirà un Piano nazionale vincolante per tutti, articolato negli interventi di cui l'Italia ha bisogno". Sangalli ha infine invitato a "mettere al centro della politica economica l'impresa, che hanno semplicemente bisogno di lavorare in un ambiente amico e non ostile rispetto alla sfida del fare impresa". Fare riforme in questa direzione è fondamentale, altrimenti il prezzo "non lo pagherebbe il governo o la politica ma l'intero Paese".

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