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"SPLIT PAYMENT, IMPRESE IN DIFFICOLTA': VA SOSPESO PER MODIFICARE LA NORMA"

Confcommercio Vicenza interviene sul provvedimento che cambia le modalità di pagamento dell'Iva ai fornitori della Pubblica Amministrazione

giovedì 29 gennaio 2015

Split Payment, ovvero “fatta la norma… creato il disagio”. Si potrebbe riscrivere così questo antico adagio a sottolineare come, ancora una volta, il legislatore ce l’abbia messa tutta per inventarsi una nuova procedura, che alla luce dei fatti va esattamente nella direzione opposta alla tanto sbandierata semplificazione.
L’introduzione, nella Legge di Stabilità, di questa norma sul pagamento dell’Iva, applicata alle imprese che forniscono beni e servizi alla pubblica amministrazione, è in tal senso un “caso da manuale”. Il meccanismo, in vigore dal 1° gennaio, è il seguente: un’azienda che vende un bene o un servizio alla pubblica amministrazione (allo Stato, ma anche agli enti pubblici territoriali, Camere di Commercio, Aziende Sanitarie e simili) emette una fattura comprensiva di Iva, ma al momento del pagamento la P.A. applica lo “Split Payment”, ovvero versa all’azienda solo l’imponibile, dirottando l’Imposta sul Valore Aggiunto direttamente allo Stato.
“Come avevamo già rilevato appena pubblicata la norma, le conseguenze di questa disposizione rischiano di mettere in seria difficoltà tantissime imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione e non a caso nei giorni scorsi abbiamo ricevuto numerose segnalazioni dai nostri associati che ne chiedevano la sospensione”, spiega Ernesto Boschiero, direttore della Confcommercio di Vicenza. L’Associazione di via Faccio ha fin da subito coinvolto la Confcommercio nazionale, che si è già attivata in tal senso. “E' evidente – spiega il direttore Boschiero -  che con l’applicazione dello Split Payment l’impresa non incasserà più l’Iva sulle fatture emesse allo Stato, ma dovrà però pagarla sui beni e servizi acquistati. Ciò creerà un forte aumento dei saldi creditori nei confronti dell’Erario, con le più che prevedibili pesanti ricadute sulla liquidità delle ditte interessate”. Infatti, ci si chiede: con quali tempistiche lo Stato restituirà l’Iva a tutte quelle aziende che andranno a credito, anche per grandi somme? La domanda, visti i precedenti dello “Stato pagatore”, lascia aperti risvolti poco rassicuranti, anche se la norma introdotta parla di un generico rimborso del credito IVA “in via prioritaria”; ma con quali tempistiche non viene specificato.
“Lo Split Payment va bloccato - dichiara il direttore Boschiero – e in ogni caso modificato in modo sostanziale trovando una soluzione per non mettere in difficoltà le imprese. Siamo di fronte ad una disposizione quanto meno inusuale nel panorama europeo. Non c’è, infatti, normativa comunitaria che preveda questo metodo di versamento dell’Iva, tanto che il legislatore stesso ha, in modo anomalo, previsto l’applicazione dello Split Payment dal 1° gennaio, pur rimanendo in attesa di una specifica autorizzazione in deroga da parte dell’UE”.
Insomma, un bel pasticcio che crea indiscutibili problemi alle aziende che lavorano con le Pubbliche Amministrazioni: già queste imprese devono normalmente fare i conti con lunghi tempi di pagamento, ora si vedranno anche creditrici verso lo Stato dell’Iva, senza sapere quando saranno rimborsate.


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