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CONSUMI: E' UN'ITALIA NEL SEGNO DEL TERZIARIO

Secondo un'analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio, tra il 1995 e il 2013 la percentuale di spesa a prezzi costanti per i servizi ha superato quella per i beni

lunedì 09 febbraio 2015
Fonte: Confcommercio Nazionale

Tra il 1995 e il 2013 la percentuale di spesa a prezzi costanti per i consumi "outdoor" (tempo libero, viaggi e vacanze, e pasti e consumazioni fuori casa) è passata dal 15,3% al 18% circa. Si tratta di una crescita che riflette le trasformazioni sociali e la maggiore propensione delle famiglie a viaggiare e partecipare a eventi culturali, ma che tuttavia resta al di sotto di quella che si è avuta in altri Paesi in cui la crisi dei redditi non è stata forte come in Italia. E' quanto risulta da un'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio, dalla quale emerge in generale il sorpasso della spesa per i servizi rispetto a quella per i beni (52,3% contro 47,7%) e la crescita della spesa per i pasti in generale (+1,8%) seguita da quelle per il tempo libero (+1,5%) e per mobilità e comunicazioni (+0,6%). All'interno di quest'ultima voce, scende l'acquisto di autovetture e cresce quello di servizi e beni per le comunicazioni: gli italiani, secondo l'Ufficio Studi di Confcommercio, "possono rinunciare a un pasto strutturato o addirittura rinunciarvi completamente ma non possono vivere oltre 60 minuti senza controllare il proprio cellulare". In calo, invece, la spesa per l'abitazione (-0,4%) e quella per la cura del sé (-0,6%), con l'abbigliamento giù dell'1,4%, frutto "non soltanto della crisi dei redditi ma anche di nuovi modi di vivere". Entrando nel dettaglio delle "macro aree" di spesa, a crescere di più sono state quelle per servizi ricreativi e culturali, servizi telefonici, telegrafi e telefax, e bar e ristoranti (tutte a +1,1%). Con il segno meno, invece,  guida la classifica la spesa per combustibili e lubrificanti (-1,2%). "E' l'inerzia e non il cambiamento – riassume l'Ufficio Studi - a determinare i cambiamenti nella struttura dei consumi. Sono le abitudini, le tradizioni e le preferenze radicate, e non la volubilità, a costituire i driver della spesa".

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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