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SALDO IMU E TASI, PAGARLO E' UNA CORSA AD OSTACOLI. DOV'E' LA SEMPLIFICAZIONE?

Ogni Comune ha introdotto varianti rendendo complicato il calcolo e creando confusione tra i contribuenti. L'opinione di Confcommercio Vicenza

giovedì 03 dicembre 2015

Pagare le tasse in un Paese dove la pressione fiscale effettiva si attesta al 53% del Pil non è cosa da poco; poi, se per farlo le procedure sono complesse persino per gli esperti e fanno incorrere il cittadino in possibili errori o doppi versamenti, ben si capisce perché sia così difficile far “digerire” al contribuente qualsiasi imposta. Un esempio è quanto sta accadendo con il saldo 2015 dell’Imu e della Tasi, previsto il prossimo 16 dicembre.
Solo qualche settimana fa, per gli enti locali, scadeva il termine ultimo di approvazione del regolamento e delle aliquote per tassare gli immobili. Ma subito dopo è iniziato il calvario per chi deve calcolare l’importo dei tributi spettanti. “Nei 121 comuni della nostra provincia abbiamo delle situazioni così diverse da obbligare i nostri uffici a vagliare praticamente caso per caso ogni singola situazione al fine di avere la certezza di non sbagliare– afferma Ernesto Boschiero, direttore della Confcommercio di Vicenza -. Altro che semplificazione, questa è una giungla di norme che fa perdere l’orientamento persino ai più esperti, figurarsi al cittadino”.
 C’è il Comune dove l’aliquota si basa sui redditi ai fini Isee del contribuente, che dunque deve acquisire anche questa certificazione, se non ne è in possesso; quello dove si paga in base alla rendita catastale; altri con una miriade di varianti ed esenzioni.
L’obiettivo è certamente quello di calare l’imposta nella singola realtà territoriale e talvolta anche alle specifiche situazioni dei cittadini, ma mai come in questo caso le “buone intenzioni” stanno ottenendo l’effetto contrario, disorientando i contribuenti e rendendo il lavoro dei fiscalisti estremamente complesso. “Al punto che per alcuni è paradossalmente più oneroso rivolgersi ad un professionista per calcolare l’imposta, che l’effettiva somma da versare”. Ci sono, è vero, anche i Comuni più “virtuosi” che hanno inviato a casa dei loro cittadini i bollettini con gli importi da pagare, ma il fatto che anche in questo caso ogni amministrazione abbia proceduto autonomamente non aiuta, perché il contribuente rischia di trovarsi in mano più F24 di pagamento dello stesso immobile: quello inviato dal Comune e quello fatto dal proprio consulente, con il rischio, più che concreto, di doppi pagamenti.
E che dire della problematica relativa alla suddivisione della Tassa sui Servizi Indivisibili tra possessore e detentore? Anche qui la normativa e le amministrazioni comunali non hanno certamente semplificato il “compito” dei contribuenti interessati. 
Come non bastasse, poi, ci si mettono in questo periodo pure le scadenze della Tari, la tassa rifiuti, la cui sigla è spesso confusa con la Tasi, mandando in tilt chi non ha dimestichezza con il ginepraio delle imposte. Infine, i problemi pratici: nel caso di importi superiori ai mille euro o per utilizzo di tributi a credito in compensazione, è impossibile effettuare il pagamento dei modelli F24 negli sportelli bancari o postali, in quanto vige l’obbligo di versare l’imposta attraverso l’home banking o il portale Fisco On Line dell’Agenzie delle Entrate (previa registrazione, che comporta un’attesa di circa 15 giorni) oppure, ancora, tramite intermediari abilitati. E se l’F24 è uguale a zero? In questa eventualità anche l’home banking è escluso come sistema di pagamento. Insomma un autentico labirinto, dove ad essere penalizzati sono soprattutto i contribuenti più anziani che hanno poca dimestichezza con Internet.
“Nonostante quest’anno si stiano ripresentando gli stessi problemi che avevamo già segnalato nel 2014, nulla è stato fatto per superare tutti questi inconvenienti – conclude il direttore di Confcommercio Vicenza, Ernesto Boschiero –. Eppure la semplificazione è la strada maestra per riacquistare la fiducia dei cittadini nel funzionamento dell’apparato amministrativo e sull’equità della tassazione. Evidentemente, però, c’è ancora molta strada da fare”.

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