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FIDUCIA RECORD PER I CONSUMATORI, CALA QUELLA DELLE IMPRESE

Secondo l'Istat l'indice segna il livello più alto da gennaio 1995, ma non per le imprese. Confcommercio: "Permangono elementi di incertezza"

giovedì 28 gennaio 2016
Fonte: Confcommercio Nazionale

A gennaio l'indice del clima di fiducia dei consumatori segna un nuovo massimo storico. Aumenta a 118,9 punti dai 117,7 del mese precedente, il livello più alto dall'inizio delle serie storiche, 21 anni fa (gennaio 1995). E' quanto rende noto l' Istat. Per quanto riguarda le imprese, invece, l' indice composito (Iesi) scende a 101,5 da 105,6 pur rimanendo sui valori più alti dopo l' inizio della crisi.Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori migliorano. L'incremento risulta maggiore per le componenti personale e corrente (rispettivamente a 107,6 da 104,5 e a 113,5 da 109,1) e piu' contenuto per la componente economica (a 153,5 da 153,0) e quella futura (a 127,7 da 127,3). Diminuiscono lievemente i saldi delle stime sia dei giudizi sia delle attese sull' attuale situazione economica del Paese (a -25 da -24 e a 24 da 25, rispettivamente). Per i giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi il saldo scende a -25 da -16. Quanto alle attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi, il saldo passa a -13 da -11. Calano le attese di disoccupazione (a 1 da 2). Riguardo le imprese, il clima di fiducia scende in misura significativa nei servizi di mercato (a 106,6 da 113,9) e nel commercio al dettaglio (a 101,9 da 108,8); mostra un calo contenuto nella manifattura (a 103,2 da 104,0) e registra una lieve flessione nelle costruzioni (a 114,6 da 114,8). Nelle imprese manifatturiere peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione (a -13 da -11 e a 11 da 12, rispettivamente), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 4). Nelle costruzioni migliorano le attese sull' occupazione (a -10 da -11) ma peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -39 da -37). Nei servizi di mercato si contraggono i giudizi e le attese sugli ordini (a 6 da 10 e a 4 da 9 i rispettivi saldi), e le attese sull' andamento generale dell' economia (a 8 da 21). Nel commercio al dettaglio peggiorano sia i giudizi sulle vendite correnti (a -2 da 12) sia le attese sulle vendite future (a 26 da 29); in accumulo sono giudicate le scorte di magazzino (a 11 da 7).

Per Confcommercio "permangono elementi di incertezza"

"I dati sulla fiducia di famiglie e imprese pur indicando il permanere di una situazione sostanzialmente positiva confermano la presenza di alcuni elementi d'incertezza che rischiano di limitare la possibilità della nostra economia di avviarsi su un sentiero di crescita più sostenuto rispetto a quanto registrato fino ad oggi": è il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio sui dati Istat. "Il sentiment delle famiglie ha raggiunto livelli molto elevati, ma stenta a tradursi in un miglioramento significativo della domanda a causa delle necessità di ripristinare un adeguato tasso di risparmio. Questo si riflette negativamente sulla fiducia delle imprese, soprattutto di quelle del commercio e dei servizi di mercato. Tra gli elementi che fanno comunque prevedere una maggiore crescita - chiude la nota - nel 2016 va segnalato l'ulteriore aumento, nel quarto trimestre del 2015, del grado di utilizzo degli impianti, tornato sui valori del 2008, che potrebbe spingere nei prossimi mesi ad un incremento degli investimenti produttivi", conclude l'Ufficio Studi.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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