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SULLA CRIMINALITA' SILENZI POCO ONOREVOLI

Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza, interviene sulla lettera spedita dall'Associazione agli otto parlamentari vicentini e rimasta senza risposta

mercoledì 02 marzo 2016
Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza

Le cronache ci hanno reso familiari ritardi postali anche clamorosi: come il recente caso dell’ormai anziano signore trevigiano di Villorba, che si è visto recapitare una lettera speditagli dalla Germania oltre 70 anni fa. C’è dunque forse ancora qualche piccola possibilità che Confcommercio Vicenza riceva risposta a una sua lettera inviata oltre 80 giorni fa; ma francamente c’è da dubitarne. Perché la distanza è molto più limitata, trattandosi del solo Vicentino; e perché il destinatario non era uno solo, ma otto. Per la precisione, gli otto parlamentari eletti nel 2013: di partiti diversi, ma accomunati in questa circostanza da un’identica scelta. Un fragoroso silenzio.
Spiega Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza: “Non era una lettera qualsiasi, quella da noi inviata il 10 dicembre scorso. Poneva una questione tra le più concrete, e con forte impatto sulla vita quotidiana, come ben sanno i vicentini: la sicurezza. Nemmeno una questione di bottega, per dirla in modo schietto”. Perché il fenomeno criminalità riguarda tutti i cittadini, di ogni età e condizione sociale, come documentano le cronache. Ma chi svolge un’attività commerciale è tra i più esposti, e il suo è anche un ruolo sociale: dove i negozi sono costretti a chiudere, si innesca un fatale degrado del territorio. E’ una questione che Confcommercio si sente autorizzata a porre con forza, visto che rappresenta oltre 11mila aziende, con le relative famiglie di imprenditori e dipendenti: una componente essenziale dell’economia e della società vicentine. Il che dà forza al presidente Rebecca quando sottolinea: “Questo volevamo far presente ai nostri parlamentari. Non per la classica lamentazione, non per l’ennesima polemica, non per avanzare pretese. Sappiamo che è un problema complicato come nessun altro, e non pretendiamo da nessuno i miracoli. Ma proprio per questo occorre una risposta forte, coerente, congiunta da parte di tutti”. Le forze dell’ordine stanno facendo la loro parte, in modo encomiabile malgrado la carenza di risorse. Anche la magistratura, gli imprenditori, le associazioni stanno facendo il possibile. Non altrettanto si può dire della politica: è di tutta evidenza che le leggi al riguardo sono del tutto inadeguate. E fare le leggi è compito del Parlamento: il quale invece è in vistoso ritardo, e in tema di criminalità si limita a inseguire i fatti di cronaca più eclatanti anziché impegnarsi per prevenirli. Ma in questo modo finisce per mandare un segnale di debolezza: ai cittadini, e soprattutto ai delinquenti.
Chiarisce il presidente di Confcommercio Vicenza: “Non siamo marziani. Sappiamo bene che sull’agenda della politica gravano tanti pesanti problemi. Ma proprio perché sono tanti, è indispensabile stabilire delle priorità: e quali, se non la sicurezza e la fiducia dei cittadini, base essenziale per qualsiasi vera ripresa? Non chiedevamo la luna, ai nostri parlamentari; ma semplicemente che si facessero parte attiva, nelle due Camere e nei rispettivi partiti, perché la politica dedichi meno tempo a sterili dibattiti e a questioni di minore portata, e dia risposta a quella che rappresenta un’esigenza trasversale alla società, e assolutamente primaria”. Senza aspettarsi dagli otto onorevoli interlocutori ricette miracolose o roboanti promesse; ma almeno una risposta sì. Se non altro per una elementare regola di cortesia; che nel caso di parlamentari eletti dovrebbe essere anche un preciso dovere. Conclude Rebecca. “In fondo, quando dovevano essere eletti, si sono impegnati a fondo per cercare i cittadini e per chiederne il sostegno; e hanno fatto bene. Però il consenso non è un congegno a tempo, che si attiva solo una volta ogni cinque anni alla vigilia del voto: ha bisogno anche della necessaria manutenzione in corso di legislatura. Altrimenti fa presto a degradare, con le relative ricadute: a partire dal crescente e inquietante distacco tra politica e cittadini. Mi limito a un solo ma significativo esempio: quanti vicentini oggi saprebbero indicare i nomi dei loro rappresentanti eletti appena un paio di anni fa? Eppure sono soltanto otto. Ma se diventano fantasmi, non sono nessuno”.


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