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RISTORATORI E PANIFICATORI PLAUDONO ALLA LEGGE ANTI SPRECO DEGLI ALIMENTI

Le categorie soddisfatte della nuova norma semplifica le donazioni e incentiva la "family bag". l'Associazione attiva un percorso di responsabilità sociale d'impresa

venerdì 05 agosto 2016

“Semplificare  le procedure di donazione del cibo è un atto dovuto e di civiltà, dunque ben venga questa nuova legge contro lo spreco alimentare: era paradossale che anche la generosità dovese pagare lo scotto della burocrazia”. E’ questo il primo commento di Luca Semenzato, consigliere  dell’Associazione Provinciale Ristoratori di Confcommercio Vicenza, all’approvazione (il 2 agosto scorso) del nuovo provvedimento che incentiva le iniziative di recupero delle derrate alimentari destinate ad essere scartati. La norma valorizza anche l’introduzione della family bag nei ristoranti, vale a dire la possibilità, per il cliente, di portarsi a casa quel cibo servito al tavolo che però non è stato consumato. “In più occasioni, nei consigli e nelle assemblee di categoria,  abbiamo promosso l’introduzione della family bag, perché si tratta di un atto di cortesia verso il cliente – spiega Semenzato-. Io personalmente l’ho adottata da tempo nel mio ristorante e vedo che è ben recepita, anche se l’abitudine di portar via quanto avanzato è più radicata negli stranieri che negli italiani.”. E Semenzato non è l’unico ad aver introdotto la Family Bag: “Ci sono altri colleghi che offrono questa opportunità, ma come sempre la diffusione dipende anche dalla richiesta e c’è ancora molta strada da fare in tal senso perché diventi un’abitudine del consumatore”.
Va detto che la  nuova legge non riguarda però solo la ristorazione, ma in generale tutto il comparto alimentare. Un altro settore sensibile, in tal senso, è quello della panificazione: “Ogni produttore calibra al meglio i quantitativi di pane da sfornare ogni giorno– spiega Alberto Morato, presidente dell’Associazione provinciale Panificatori – ma è chiaro che l’invenduto non manca e in questi casi ognuno ha una sua politica di gestione delle rimanenze, compreso chi le regala ad enti caritatevoli. Ora, avere finalmente  una norma a cui fare riferimento consente di dare anche una tranquillità burocratica e fiscale a chi già oggi destina le rimanenze ad iniziative sociali o vuole farlo in futuro”.
I vantaggi, per la collettività, sarebbero importanti considerato, ad esempio, che  la Fipe-Confcommercio nazionale, la Federazione dei Pubblici Esercizi, calcola in 12 miliardi di euro l’ammontare delle derrate alimentari che potrebbero essere recuperate in ristoranti, mense e bar. “Anche perché il “fuori casa” costituisce oggi il 34% dei consumi alimentari – afferma Ernesto Boschiero, direttore della Confcommercio di Vicenza – dunque una bella fetta del mercato. Come Associazione siamo particolarmente attenti al tema di evitare gli sprechi e la consideriamo una linea guida essenziale in un cammino di responsabilità sociale d’impresa, al punto che proprio pochi giorni fa  abbiamo presentato un progetto in tal senso”.  
 Confcommercio Vicenza ha partecipato, infatti, ad un bando regionale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, per la Responsabilità Sociale d’Impresa e tra le varie azioni previste dall’Associazione per la categoria dei ristoratori vi è proprio l’avvio  anche di percorsi formativi finalizzati ad evitare gli sprechi di materie prime nelle varie lavorazioni di cucina.
“Ora si tratta di studiare bene il testo della norma – conclude il direttore di Confcommercio Vicenza Ernesto Boschiero – e di valutare la ricaduta che può avere sui nostri settori”.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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