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RIPRESA INCERTA, MA NEL NORDEST IL TERZIARIO CRESCE

L'analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio nazionale sulle economie territoriali evidenza uno scenario contrastato su Pil, consumi ed imprese

mercoledì 13 settembre 2017
RIPRESA INCERTA, MA NEL NORDEST IL TERZIARIO CRESC RIPRESA INCERTA, MA NEL NORDEST IL TERZIARIO CRESC

Un'analisi di Pil, consumi, forze lavoro, numero delle imprese e andamento degli indicatori di povertà assoluta per capire come è cambiata l'economia delle regioni italiane prima e dopo la crisi e quali sono le prospettive di crescita. Questo l'obiettivo del rapporto dell'Ufficio Studi di Confcommercio presentato a Roma presso la sede nazionale della Confederazione. Secondo il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, "la ripresa economica che si sta consolidando è ancora avvolta da molte incertezze e appare meno vigorosa sia rispetto alle precedenti analoghe fasi cicliche italiane quanto, soprattutto, nel confronto internazionale". "La ripresa avviatasi nel 2014 - ha sottolineato Bella - ha coinvolto tutti i territori, tuttavia, essa non sembra in grado di tracciare un sentiero di sviluppo atto a determinare un significativo avvicinamento tra le diverse aree del Paese”. C’è però un dato nazionale positivo da mettere in evidenza: dal punto di vista dei settori economici, nel periodo in esame i servizi legati all'attività alberghiera, alla ristorazione ed i servizi alle imprese ed alle famiglie hanno rappresentato le aree dove l'iniziativa imprenditoriale è stata più intensa e diffusa sul territorio, con effetti positivi in termini di varietà di servizi a disposizione dei consumatori e di opportunità occupazionali. Oltre 50mila unità è l'incremento dello stock delle imprese attive per quanto riguarda alberghi e pubblici esercizi e oltre 64mila unità l'incremento delle imprese che operano nei servizi di mercato.
Focalizzando l’attenzione al Veneto, i dati messi in evidenza dal Rapporto Confcommercio vedono la nostra regione in linea con i risultati nazionali: il Pil pro capite è calato del 2% in piena crisi, vale a dire dal 2008 al 2013 (come a livello nazionale) ed è cresciuto dello 07,% dal 2014 al 2017 (+0,6 a livello nazionale). Più virtuosa, la nostra regione, sul fronte della ripresa dei consumi, che hanno avuto una crescita dell’1,2% tra il 2014 e il 2017, contro la media nazionale del +0,9. Le aspettative nel prossimo biennio, cioè riferite al 2019, sono però meno rosee: secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, rispetto al 2016 il Veneto crescerà meno della media nazionale sia sul fronte del Pil (+1,9% contro il 3%), sia su quello dei consumi (+2,6% contro il 2,8 dell’Italia).
Interessante, infine, la dinamica delle imprese attive, dove i dati dell’Ufficio Studi evidenziano un trend positivo per il commercio, il turismo e i servizi. Questa volta la lente degli analisti si focalizza sulle macro aree e scopriamo che nel Nordest, considerando il periodo 2009-2017, dunque dalla crisi alla “ripresina” in corso, la variazione delle imprese è positiva per il commercio al dettaglio (+11.087 unità), per gli alberghi e pubblici esercizi (+ 9.239) e per i servizi di mercato (+18.133). Ciò a fronte di un calo delle imprese, ad esempio del settore industria e costruzioni, di 21.247 unità e un calo totale dello stock di imprese del Nordest che arriva a 18.340 unità. Insomma,  il Terziario nel Nordest non solo tiene ma cresce  e questo si vede anche nel confronto con altre aree del Paese. Nel commercio al dettaglio nessuno è andato meglio (nel Nordovest ad esempio si registra un calo di 21.369 unità) e anche chi è cresciuto di più nel turismo e nei servizi (come al Centro e al Sud), non ha comunque registrato le stesse performance in un settore trainante come appunto quello dei negozi al dettaglio.


Sangalli su economie territoriali: "La ripresa è lenta e parziale"
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha commentato il rapporto dell'Uffcio Studi sulle economie territoriali. "Dall'analisi del nostro Ufficio Studi emerge che la ripresa in Italia si è certamente in via di rafforzamento, tanto sul versante del PIL quanto su quello dell'occupazione. Ma purtroppo resta lenta e parziale. Lenta perché nessuna regione è tornata ai livelli pre-crisi e perché cresciamo meno degli altri paesi europei; parziale, perché le distanze tra Nord e Sud si sono acuite". "Un Mezzogiorno, quindi il cui enorme potenziale resta inespresso e che contribuisce sempre meno al PIL del Paese. Basti pensare che in Calabria il prodotto pro capite è pari a 17mila euro contro i 39mila del Trentino". "La ripresa c'è - ha detto Sangalli - ma è solo il primo tempo di una partita che è ancora lunga da giocare. E per vincerla, bisogna intraprendere subito un percorso di riduzione delle tasse. Noi non siamo interessati alle formule, ma alla tempestività. Si scelga la riduzione del cuneo o quella delle aliquote Irpef, l'importante è che si faccia al più presto. Solo così si potrà irrobustire la fiducia di imprese e famiglie e rilanciare i consumi."

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