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LAVORO DOMENICALE, "PRONTI A RIVEDERE LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI ORARI"

Il Vicepremier Di Maio annuncia il riesame del decreto Salva Italia del 2012. Il presidente di Confcommercio Vicenza Rebecca: "Ben venga un tavolo di confronto"

giovedì 21 giugno 2018

Il Governo potrebbe rivedere le regole sulle aperture festive dei negozi liberalizzate totalmente dal decreto Salva Italia a partire dal 2012: il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si è infatti detto pronto ad aprire un tavolo per rivedere le norme del decreto Monti sulle aperture domenicali (e festive in generale) del commercio . Il tema è delicato e riguarda milioni di persone. Secondo gli ultimi dati Eurostat lavora la domenica "generalmente" in Italia il 15,2% degli occupati, quindi quasi 3,5 milioni tra tutti i settori. Nel commercio sono occupate nel complesso tre milioni di persone (ma non tutte impegnate nel lavoro festivo).

Il Salva Italia prevede la liberalizzazione completa delle aperture lasciando quindi alle aziende la scelta sulle domeniche e i giorni festivi nei quali alzare la saracinesca. Per quanto riguarda il lavoro il contratto del commercio prevede che le aziende possano chiedere di lavorare fino a 25 domeniche l'anno ai lavoratori per i quali il riposo settimanale è fissato di domenica. Naturalmente per il lavoro di domenica e per quello festivo è prevista una maggiorazione sulla retribuzione.

Sui giorni festivi è ferma al Senato una proposta di legge per la chiusura in 12 festività nazionali con una deroga massima per le aziende per l'apertura in sei festività. Possono rifiutare la prestazione domenicale e festiva in tutti i casi i genitori di bambini fino a tre anni o i lavoratori che assistono portatori di handicap e persone conviventi non autosufficienti.

Confcommercio: "d'accordo su un intervento di regolazione"

“Che le aperture festive dei negozi non abbiano risolto il problema del crollo dei consumi è un fatto conclamato, tra l’altro ampiamente previsto da Confcommercio fin dall’introduzione della liberalizzazione degli orari da parte del Governo Monti - è il commento di Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza alle parole del vicepremier Di Maio - . Ora si tratta di trovare una formula che da un lato accontenti i consumatori e dall’altro permetta alle piccole e medie imprese distributive di darsi un’organizzazione competitiva rispetto ai “colossi del sempre aperto”. Ben venga dunque l’avvio di un tavolo di confronto, annunciato dal Vicepremier Di Maio. Il punto di partenza potrebbe proprio essere la proposta di legge, ferma al Senato, che prevede l’obbligo di chiusura in alcune festività specificatamente individuate: sarebbe già un primo passo nella direzione giusta, vale a dire nel porre dei limiti certi rispetto ad una deregulation totale”.


Anche dalla Confcommercio nazionale arriva il via libera ad un intervento di regolazione delle aperture festive nel commercio. "Le liberalizzazioni - commenta Enrico Postacchini, membro di Giunta con delega alle politiche commerciali - non hanno portato né maggiore fatturato né un incremento occupazionale. Il fatturato si è spalmato su più giorni nella settimana".

Secondo Postacchini le aperture domenicali sono a questo punto acquisite dal settore mentre sarebbe utile incidere su quelle delle festività nazionali. "C'è una proposta di legge ferma al Senato - spiega - per prevedere almeno sei chiusure su 12 festività individuate (Natale, Capodanno, eccetera). Sarebbe un primo passo contro l'eccesso di liberalizzazione".



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