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LE SCELTE DEL PIANO SOCIO SANITARIO 2019-2023

Il CUPLA del Veneto, in un convegno, ha discusso con l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto obiettivi e impegni per i prossimi cinque anni

giovedì 20 settembre 2018

Il tema della salute delle persone, in particolare nella fase più critica della vecchiaia, è centrale nel dibattito interno del Cupla del Veneto, il Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo che unisce circa 300mila pensionati dei settori agricoltura, artigianato, commercio, turismo e servizi (ne fanno parte: ANAP Confartigianato; Sindacato nazionale pensionati Confagricoltura; Federazione italiana pensionati del commercio Confesercenti; Federazione nazionale pensionati Coldiretti; CNA Pensionati; Federazione nazionale pensionati artigiani; Associazione nazionale pensionati; 50&Più Associazione di ultracinquantenni Confcommercio).

Di recente, le proposte con cui difendere e trattare la salute dei cittadini sono state riassunte in un documento unitario e condiviso dalle parti, che è soprattutto un contributo attivo di partecipazione alla vita pubblica, oltre che sintesi delle istanze della terza età. Il passo successivo è stata l’organizzazione di un convegno sul tema per sentire direttamente dall’assessore regionale alla sanità  Luca Coletto le modalità con cui la Regione intende affrontare la questione nei prossimi cinque anni e che sono contenute nel Piano Socio Sanitario 2019-2023, approvato dalla giunta Regionale del Veneto circa un mese fa. 

L’incontro si è tenuto nei giorni scorsi nella sede regionale della 50&Più Confcommercio di Vicenza, dove dopo i saluti del presidente Fiorenzo Marcato e il via dei lavori da parte della moderatrice, la giornalista Nicoletta Martelletto, si è aperto un interessante dibattito tra le parti. Al centro le istanze della terza età sui temi della salvaguardia del benessere e la salute dei cittadini, l’accessibilità ai servizi sanitari, in particolare il potenziamento delle medicine di gruppo integrate sul territorio, la salvaguardia degli ospedali di comunità, la soluzione della annosa questione delle liste d’attesa per diagnosi e cure e della carenza di fondi per i malati mentali e non autosufficienti.

“Le medicine di gruppo integrate sono luoghi particolarmente apprezzati dai pazienti - ha sottolineato Benedetto Patuzzi, coordinatore regionale del CUPLA - in quanto trovano medici, strumentazioni per la diagnosi e, soprattutto, assistenza e risposte più rapide rispetto all’ospedale, dove il personale è spesso impegnato a gestire le urgenze e i casi più gravi. Per questo siamo molto favorevoli alla loro attuazione  sul territorio, affiancata ad un attento monitoraggio e verifica dei risultati  per valutare il loro beneficio generale, anche dal punto di vista economico. Finora le realtà di questo tipo attuate nella nostra provincia – ha aggiunto – sono un esempio di servizio apprezzato dalla comunità, soprattutto dalle fasce più anziane”.

L’assessore regionale Coletto nel suo intervento, ribadendo la bontà delle richieste dei pensionati del lavoro autonomo e l’apporto di esperienza dei loro rappresentanti intervenuti nel dibattito, ha sottolineato come il sistema sanitario nazionale sia assolutamente un’eccellenza da difendere, in quanto universale e accessibile a tutti, diversamente da quanto succede in altri Paesi dove le cure possono essere determinate anche dal reddito personale così come da coperture assicurative. Rispondendo poi alle domande della platea, l’assessore ha annunciato tre importanti novità del piano sanitario regionale dei prossimi 5 anni: l’attuazione sul territorio di   pronto soccorso dedicati per bambini, anziani e donne in gravidanza, in pratica fast track per evitare l’attesa ai pronto soccorso generici; un progetto che si concretizza nella richiesta di poter utilizzare in corsia i neo laureati in medicina abilitati, per supplire alla carenza di medici ospedalieri; l’aumento delle borse di studio per favorire il reperimento di medici di base per sostituire quelli giunti al pensionamento.

Fare un piano sanitario nazionale ogni 5 anni non è un vezzo – ha infine sottolineato  l’assessore - ma una necessità, poiché si deve tener conto sia delle nuove esigenze della popolazione, che anche grazie ad una sanità migliore sta aumentando le proprie aspettative di vita e di benessere; sia dell’evoluzione tecnologica e tecnica-scientifica della medicina. Oggi esistono tecniche sempre meno invasive che permettono di ridurre le degenze e strumenti di diagnosi sempre più precisi di cui la programmazione sanitaria deve tenere conto per una migliore redistribuzione dei servizi e delle risorse disponibili”.              

 

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