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ORARI NEGOZI: "SERVE UNA REGOLAZIONE MINIMA E RILANCIARE L'INTERO SETTORE"

L'audizione della Confcommercio nazionale alla decima Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo

mercoledì 03 ottobre 2018
Fonte: Confcommercio nazionale

La nuova disciplina sugli orari dei negozi dovrebbe riguardare esclusivamente gli esercizi al dettaglio con esclusione delle attività da sempre non ricomprese in questo perimetro come i pubblici esercizi. Per quanto riguarda le giornate di chiusura obbligatoria, la nuova disciplina dovrebbe  individuare, nell'ambito delle festività, un numero minimo di giornate di chiusura, fissato dalla legge statale. La legge statale dovrebbe altresì fissare un ragionevole numero di ulteriori chiusure, rimettendo ad ogni Regione il compito di decidere le specifiche giornate (domenicali e/o festive) previa consultazione delle rappresentanze delle imprese, dei sindacati dei lavoratori, dei consumatori e degli Enti locali.

Inoltre alle Regioni dovrebbe essere rimesso il compito di fissare le deroghe per opportune e accertate esigenze turistiche e territoriali. E' questa in sintesi la posizione di Confcommercio espressa in audizione alla X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo su Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Confcommercio ha ribadito la propria contrarietà alla turnazione dei negozi perché si introdurrebbe un obbligo di apertura in date fissate in via amministrativa, che è impossibile da controllare e di difficile gestione.

Inoltre la turnazione sarebbe difficilmente conciliabile con un sistema che vede due soli settori merceologici (alimentare e non alimentare) e, assai spesso, la compresenza nello stesso esercizio, di più merceologie appartenenti a differenti settori. Confcommercio infine, ha evidenziato e sottolineato come la questione orari, pur importante, non sia sufficiente da sola a realizzare le condizioni per il mantenimento ed il rafforzamento del pluralismo distributivo. Servono politiche attive per ridare fiato ad un settore come quello del commercio che ha bisogno di strumenti nuovi e innovativi.

E' necessario puntare quindi su misure fiscali, modificare la disciplina del commercio elettronico per garantire parità di regole nel fare impresa web tax, progettare una nuova programmazione commerciale che faccia perno sulla rigenerazione urbana, diffondere l'uso degli strumenti elettronici di pagamento, offrire alle imprese  strumenti di flessibilità per l'attività lavorativa, ad esempio l'estensione dei voucher alle aziende con più di cinque dipendenti e sviluppare l'innovazione e la digitalizzazione.


"Dare alle Regioni la gestione delle chiusure nei giorni festivi"


"Il comparto in questi anni è stato lasciato un po' in balia del libero mercato, le liberalizzazioni non hanno prodotto i risultati sperati, non hanno prodotto valore nel comparto". Lo ha detto Enrico Postacchini, esponente di Confcommercio, nel corso dell'audizione informale in commissione Attività Produttive della Camera. "Questo è un comparto molto vitale che i segnali sull'occupazione li ha dati e come, ma il calo dei consumi ha lasciato il segno sull'80% del Paese", ha  aggiunto.

Parlando dei negozi al dettaglio, Postacchini ha ricordato che "sono comparti che devono garantire servizio e presidio durante tutto l'anno nelle fasce orarie già definite. Si deve preservare la distribuzione dei piccoli che rappresentano il 90% e passa anche della nostra base associativa".

Per Confcommercio "il ragionamento limitato a festivi sì o festivi no o quali festivi crediamo sia un po' limitativo, dopo  aver dato un segnale a livello nazionale si deve lasciare alle Regioni la possibilità di poter gestire il tema delle festività. Ci si deve ispirare a un principio di sostenibilità, tutelare il lavoro e garantire la possibilità di acquisto dei consumatori, tenendo conto del mantenimento del pluralismo distributivo".

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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