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MULTATA TRIPADVISOR PER VIOLAZIONI AL CODICE DEL CONSUMO

Sanzione di 100mila euro al portale turistico. Per l'Antitrust ha diffuso informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni

martedì 23 luglio 2019

Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello presentato dall'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato censurando Tripadvisor per aver diffuso informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni relative alle strutture ricettive.

In particolare, sono stati presi in esame alcuni claim di Tripadvisor ritenuti non "idonei a ingenerare in un utente medio di internet il falso convincimento dell'attendibilità e della genuinità delle recensioni pubblicate". Tra i claim “censurati” dall’Antitrust quello che recitava “Non importa se preferisci le catene alberghiere o gli hotel di nicchia: su Tripadvisor puoi trovare tante recensioni vere e autentiche, di cui ti puoi fidare. Milioni di viaggiatori hanno pubblicato on-line le proprie opinioni più sincere su hotel, bed & breakfast, pensioni e molto altro”. L’Antitrust aveva, infatti, rilevato come il sistema di controllo delle recensioni e le misure di contrasto alle attività collegate col rilascio di false recensioni non era stato in grado di vagliare effettivamente e in maniera efficace la genuinità del loro contenuto informativo, né l’attendibilità della valutazione complessiva che con le stesse si rilascia alla struttura, non essendo mai effettivamente in grado di verificare la veridicità delle informazioni verificabili dalle recensioni.

Il portale dovrà inoltre pagare una multa di 100.000 euro per violazione ai codici del consumo. Nel 2014 Tripadvisor era stato già sanzionato dall'Antitrust in seguito alle segnalazioni formulate da Federalberghi e dall'Unione Nazionale Consumatori, ma è stato necessario attendere quattro anni per ottenere un giudizio definitivo del Consiglio di Stato. Federalberghi esprime soddisfazione per il pronunciamento del Consiglio di Stato: "la soluzione non può che risiedere in una robusta affermazione del principio di responsabilità. Il primo passo che i portali devono compiere per radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza, è un deciso stop alle recensioni anonime e ai nickname di comodo. Ognuno dev'essere libero di esprimere la propria opinione. Ma le persone che leggono la recensione e l'azienda che viene recensita hanno diritto di conoscere la reale identità dell'autore e di sapere se sta raccontando frottole o un'esperienza autentica".


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