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INACCETTABILE IL DISTANZIAMENTO DI 4 METRI TRA I TAVOLI

Dura presa di posizione di Fipe Confcommercio sull'ipotesi di distanziamento sociale obbligatorio nella ristorazione, trapelata in queste ore sulla stampa

domenica 10 maggio 2020
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I casi sono due: o si riaprono i locali, dando ai ristoratori la possibilità di lavorare in sicurezza, con protocolli organizzativamente praticabili ed economicamente sostenibili oppure il rischio è che rimanda tutto chiuso. "A quel punto lo Stato dovrà in qualche modo aiutare 1,25 milioni di persone che dovranno vivere sulle sue spalle, almeno fino quando il Coronavirus sarà stato vinto”. Così Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, commenta le indiscrezioni uscite sulla stampa circa le misure di distanziamento tra i tavoli che il Governo sarebbe pronto a prendere prima di autorizzare la riapertura dei Pubblici Esercizi. Va detto che a questo proposito, nei giorni scorsi Fipe Confcommercio Veneto aveva inviato specifiche proposte alla Regione.
Noi ristoratori crediamo che si possa riaprire garantendo la sicurezza sanitaria dei nostri avventori e quella economica degli imprenditori senza le esagerazioni che circolano. Per questo abbiamo promosso un protocollo sanitario per il settore, redatto con il contributo di un virologo, e lo abbiamo trasmesso al governo. A distanza di 10 giorni non abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro, anche se sollecitato. È inaccettabile questo modo di operare, sbagliato nel metodo, perché vengono imposte regole calate dall’alto, senza un costruttivo confronto con la categoria. E sbagliato nel merito, perché impone procedure lontane dalle realtà del settore che dovrebbe applicarle”.
Sulla stessa linea d'onda anche il vice presidente nazionale Aldo Cusano, che ha dichiarato all'agenzia di stampa ANSA: "Se si vuole uccidere la ristorazione italiana basta applicare quanto è stato ipotizzato: 4 metri o 2 metri di distanziamento significa non rendersi conto dei nostri modelli legati al familiare, al modello della piccola impresa". Così il vicepresidente della Fipe Confcommercio, Aldo Cursano. "Pensare a 4 metri di distanziamento significa escludere dalla ripresa l'80% di questo modello. Cursano sottolinea il "senso di responsabilità avuto fin ora dall'associazione e dalla base associativa", ma ora, afferma "qualcuno sta scegliendo la fine di un modello" ed "ognuno si deve assumere le proprie responsabilità".

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