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VENDITE PROMOZIONALI IN VENETO: NON SI CAMBIA

La decisione del Consiglio della Federazione Moda Italia-Confcommercio Veneto: “Mantenere le regole per salvaguardare i posti di lavoro”

venerdì 16 novembre 2012
Fonte: Confcommercio Veneto
Federazione Moda Italia, il sindacato degli imprenditori dell’abbigliamento aderente a Confcommercio Veneto, ha proposto di mantenere lo stato di fatto riguardo le vendite promozionali. In sostanza, rimane il divieto di effettuare vendite promozionali nel periodo che precede i saldi di fine stagione.

Se ne è discusso nel corso dell’ultima riunione del Consiglio regionale della Federazione, al quale hanno preso parte i rappresentanti di tutte le province del Veneto. L’ipotesi di adottare le stesse misure in vigore in Lombardia, dove le vendite si possono effettuate anche nei 30 giorni antecedenti i saldi, è stata al centro di un vivace dibattito, conclusosi, appunto, con la decisione di mantenere intatte le regole vigenti a livello regionale.

“La decisione va in direzione del rispetto delle nostre imprese e dei Consumatori – spiega Graziella Tabacchi Basevi, presidente regionale della Federazione Moda Italia – il voler mantenere alcuni paletti a qualcuno può sembrare una battaglia da retroguardia ma, a ben guardare, è un modo per poter vedere oltre: oltre, per distinguere il mondo della grande distribuzione, degli outlets, degli spacci, dell’e-commerce  …che fanno della politica del “prezzo visibilmente scontato” lo strumento principale per attrarre i consumi, dalla distribuzione tradizionale che fa della qualità e del servizio la cifra del valore aggiunto e che vede nell’applicazione del giusto prezzo lo specchio di quella gestione  attenta alla vocazione imprenditoriale e rispettosa della naturale responsabilità sociale che anima queste nostre realtà, dove il personale fa parte integrante dell’azienda”.

“Continuare a percorrere strade che conducano a un’omogeneizzazione dei vari sistemi distributivi e applicando regole che disconoscono le differenze sostanziali – prosegue Basevi - avvantaggerebbe il sistema più forte che, complice l’importante calo di consumi, punta su “prezzi visibilmente scontati. Il rischio è quello di  perdere  pezzi  importanti del mix distributivo: i negozi tradizionali. Vorrebbe anche dire non poter più dare al Consumatore, che è il nostro motivo dell’essere, la possibilità di riflettere e di fare scelte consapevoli che esprimano anche una visione futura”.
“Non c’è bisogno di ulteriori perdite di posti di lavoro, che in questo momento sono a rischio per il calo dei consumi e per politiche che penalizzano i negozi tradizionali. Sconti e vendite promozionali li facciamo già per dieci mesi all’anno e siamo chiamati a continui esercizi di equilibrio tra la necessità di ritoccare i prezzi al ribasso e quella di mantenere saldi i livelli di occupazione, rinunciando spesso a buona parte dei nostri fatturati. Il fatto di eliminare ulteriori paletti, inoltre, come si è visto, favorisce quella parte della distribuzione che ha costi di gestione e di personale in proporzione inferiori, e di molto, a quelli dei negozi tradizionali, che danno per contro un servizio indubbiamente superiore rispetto ai ‘grandi’ – dichiara la presidente regionale della Federazione Moda Italia Veneto - Rincorrendo certi modelli non faremmo che arrancare in monopattino rispetto a chi dispone di una Ferrari”.   

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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