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TENDENZA AL MIGLIORAMENTO PER I CONSUMI

A gennaio l'Indicatore dei Consumi Confcommercio è rimasto invariato rispetto a dicembre. La fase più negativa del ciclo sembra ormai conclusa

lunedì 09 marzo 2015
Fonte: Confcommercio Nazionale

Nel mese di gennaio 2015 l'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è rimasto invariato rispetto a dicembre ed è sceso dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2014. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore mostra, dall'autunno, una modesta tendenza al miglioramento: se la fase più negativa del ciclo sembra dunque ormai conclusa,  la dinamica dei consumi è comunque ancora troppo debole per garantire in tempi ragionevoli il ritorno dei consumi sui valori, già depressi, di fine 2012. La stabilità registrata dall'ICC a gennaio rispetto a dicembre è il risultato di  una domanda immutata sia per i servizi che per i beni. 

L'incremento più elevato c'è stato per i beni e i servizi per la mobilità (+0,8%). Positivo anche l'andamento della domanda per i beni e i servizi ricreativi (+0,5%) e per i beni e servizi per la casa (+0,3). Una tendenza al ridimensionamento, abbastanza marcata, ha interessato gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,8%) ed i beni e servizi per la cura della persona (-0,6%). La diminuzione tendenziale riflette invece un calo della domanda per i servizi e per i beni di analoga entità (-0,2%). Si sono avute variazioni positive, su base annua, per i beni ed i servizi per la mobilità (+2,4%) e per i beni e servizi per le comunicazioni (+1,2%). Più contenuta la crescita per alberghi, pasti e consumi fuori casa (+0,3%). Variazioni negative superiori al punto percentuale per gli alimentari, bevande e tabacchi (-1,2%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (-1,1%). In significativa riduzione i consumi di beni e servizi per la casa (-0,8%) e di abbigliamento e calzature (-0,8%).  Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di marzo 2015 l'Ufficio Studi Confcommercio stima un aumento dei prezzi dello 0,3% rispetto a febbraio e dello 0,1% su base annua. L'uscita dalla deflazione a marzo, in tempi più rapidi rispetto alle stime precedenti, è da attribuirsi agli effetti sui prezzi dei carburanti derivanti dalla ripresa del prezzo del petrolio e dal deprezzamento dell'euro.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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