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PRIME RIAPERTURE DAL 26 APRILE, MA SOLO ALL'APERTO E IN ZONA GIALLA

La cabina di regia ha dato il via libera al riavvio delle attività economiche nelle zone dove la situazione sanitaria è più sotto controllo. Fipe: “un primo passo, ma serviva più coraggio”

sabato 17 aprile 2021
PRIME RIAPERTURE DAL 26 APRILE, MA SOLO ALL'APERTO PRIME RIAPERTURE DAL 26 APRILE, MA SOLO ALL'APERTO

Tornano le zone gialle dal 26 aprile, dove i dati lo consentono, ma a riaprire saranno solo le attività all'aperto. Gli esercizi di ristorazione, quindi, potranno lavorare sia a pranzo che a cena, a patto di avere uno spazio esterno. Lo ha confermato il premier Mario Draghi ("un rischio ragionato, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento" ha detto) al termine della consueta riunione del venerdì della cabina di regia. Sempre a partire dalla stessa data ripartiranno teatri, cinema e  spettacoli, anche in questo caso all'aperto, mentre al chiuso gli spettacoli saranno  essere consentiti con i limiti di capienza fissati dai protocolli anti contagio. Ok anche agli sport all'aperto, mentre gli stabilimenti balneari e le piscine all'aperto riapriranno il 15 maggio, seguiti il primo giugno dalle palestre e il primo luglio dalle attività di natura fieristica. Le scuole, infine, tornano tutte in presenza dal 26 aprile tranne nelle zone rosse.
Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5: "rimane vigente, poi il governo monitorerà settimana per settimana l'andamento della curva. E resta vigente il modello per fasce, gialla arancione e rossa", ha detto il ministro della Salute,  Roberto Speranza.

Sarà di nuovo possibile spostarsi liberamente fra Regioni in zona gialla. Per andare in Regioni di diverso colore si prevede la sussistenza di una fra le seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test Covid-negativo in un arco temporale recente, avvenuta guarigione da Covid.

Fipe: “un primo passo, ma serviva più coraggio”

"Avere una data per poter ripartire e poter lavorare la sera sono certamente segnali che vanno nella giusta direzione, ma ci aspettavamo maggiore coraggio". È il primo commento della Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio, per la quale “si tratta solo di un primo punto di partenza, perché troppe imprese restano tagliate fuori dalla limitazione del servizio ai soli spazi esterni, subendo così una discriminazione. Per queste realtà il lockdown non finirà il 26 aprile. È fondamentale avere già nei prossimi giorni una road map molto precisa che indichi come e quando le riaperture potranno coinvolgere, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, anche tutti quei locali che hanno a disposizione solo spazi interni. Parallelamente sarà importante invitare i Comuni a fare tutto quanto in loro potere per favorire la concessione di suolo pubblico agli operatori sfavoriti da questa riapertura parziale". Fipe sottolinea infine che "sarà essenziale che tutti quanti, imprenditori e avventori, dimostrino il massimo senso di responsabilità, rispettando pedissequamente le norme di sicurezza sanitaria stabilite dal Comitato tecnico scientifico. Non possiamo permetterci passi falsi. L'obiettivo comune deve essere quello di tornare a lavorare, e dunque a vivere, a pieno ritmo".
 
Le proposte delle Regioni

Intanto, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome hanno approvato le linee guida da presentare al governo per la riapertura di alcune attività economiche, produttive e ricreative ovvero le regole da far rispettare a bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema, piscine. Queste alcune delle misure contenute nelle linee guida, che ora andranno al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico e poi dell'Esecutivo: nei cinema e nei teatri due metri di distanziamento, un metro con la mascherina e la richiesta di un test negativo nelle 48 ore precedenti o di un documento che attesti la vaccinazione. Negli esercizi di ristorazione che prevedono posti a sedere non si consuma al banco dopo le 14. Per quanto riguarda le palestre, le indicazioni delle Regioni prevedono due metri di distanza sia tra chi fa attività fisica, sia dentro gli spogliatoi. e la richiesta di un test negativo nelle 48 ore precedenti o di un documento che attesti la vaccinazione. Niente sport a contatto fisico.

Gli altri provvedimenti annunciati dal Governo

Ma ieri, in conferenza stampa, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato anche di sostegni economici, infrestrutture e investimenti. Vediamo da vicinom nel comunicato del Governo, cosa è emerso.

Il Sostegno all’economia

Con il nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi e il Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei Ministri, il Governo lancia una scommessa sulla crescita: quest’anno il deficit pubblico sarà poco meno del 12% in rapporto al PIL e si ridurrà gradualmente fino a tornare sotto al 3% non prima del 2025. Se la crescita sarà quella attesa, ha spiegato Draghi, “pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un'uscita dal debito per effetto della crescita”.

Gli interventi di sostegno seguono due tipi di logica: un sostegno alle persone e alle famiglie che hanno subito un calo del reddito e non per loro colpa, e un aiuto in favore delle imprese per evitare che chiudano per mancanza di liquidità. Draghi ha sottolineato che in questi mesi ci si è già mossi con la massima urgenza per aiutare famiglie e imprese, ricordando che l’Agenzia delle Entrate – dal 30 marzo ad oggi – ha già erogato 3 miliardi di euro di pagamenti relativi al decreto “Sostegni” e ne erogherà ancora nel mese di aprile.

Con il prossimo intervento di sostegno si rafforzeranno gli aiuti alle aziende e alle partite Iva colpite dalla crisi. Ci saranno misure per coprire i costi fissi, come affitti e bollette, nonché interventi per favorire il credito e la liquidità e rinvii ed esenzioni delle tasse. Ci saranno anche risorse in più per i giovani e per gli enti territoriali.

Investimenti per la crescita futura

Dopo l’uscita dall’emergenza sanitaria l’Italia dovrà tornare finalmente alla crescita. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sarà la chiave di volta per il rilancio: l’Italia ha a disposizione 191,5 miliardi di euro, di cui 69 a fondo perduto, 122 prestiti, più 30 miliardi del fondo di accompagnamento al PNRR. Con questo fondo saranno finanziate le opere che hanno un orizzonte temporale più ampio dei 6 anni di durata del Recovery Fund, ma che dovranno marciare con la stessa velocità.

"Il Piano è un’occasione storica per il rilancio dell’economia e richiede un ambizioso programma di riforme affinché le risorse siano messe a terra e non ci siano ostacoli all’apertura dei cantieri". Su questo il Governo è già al lavoro, ha spiegato Draghi: sono stati nominati i commissari per 57 opere pubbliche, che erano già individuate ma che aspettavano di essere attuate. Per ogni opera è stato definito un cronoprogramma chiaro e realistico, e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile metterà in atto un monitoraggio trimestrale sulla realizzazione delle diverse fasi, così da rimuovere tempestivamente eventuali ostacoli.

Il Presidente Draghi ha affrontato anche il tema dell’alto debito pubblico italiano, ricordando l’importanza del “debito buono”, quello che è in grado di generare crescita. Con gli occhi di ieri i mercati guardavano ai tassi di interesse sul debito pubblico, che oggi sono molto bassi; con gli occhi di oggi i mercati guardano alla crescita, che deve essere sostenibile. 

Draghi ha anche spiegato che, dopo la crisi pandemica, molto difficilmente l’Europa tornerà ad applicare le stesse regole di bilancio precedenti. Tutti i Paesi europei devono tornare su un sentiero di crescita sostenuta e per questa ragione si dovrà continuare a destinare risorse pubbliche all’economia, centrandole però principalmente sugli investimenti una volta terminata l’emergenza sanitaria.

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