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"DOBBIAMO VINCERE LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO"

Intervista a Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza: ""Difficile rilanciare i consumi interni senza intervenire sulla pressione fiscale"

martedì 11 dicembre 2012
Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio provinciale Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio provinciale

Sarà alla guida dell'associazione per i prossimi cinque anni, a presiedere una giovane squadra di consiglieri.. Sergio Rebecca, rieletto presidente della Confcommercio di Vicenza, tenendo ben saldo il timone dell'Associazione, si appresta così ad affrontare un nuovo mandato, fronteggiando le insidie di una crisi congiunturale perdurante, che sta mettendo a dura prova anche il mondo del commercio, del turismo e dei servizi. 
Presidente, in quale misura gli effetti della crisi si stanno riflettendo sul comparto del terziario vicentino?  
 Un dato che rivela la misura reale della situazione in Italia è quello relativo all'andamento dei consumi, che nel 2012 registreranno un calo del 3,7%. Questo rallentamento continuo sta provocando una morìa di imprese, con evidenti perdite di occupati, e una dinamica in peggioramento rispetto al passato. Nei primi nove mesi di quest’anno hanno abbassato le saracinesche, nel Vicentino, 1.269 imprese del commercio, 543 nel solo dettaglio, e 320 imprese del settore alloggio e ristorazione. E' vero che ci sono anche nuove attività, ma le chiusure sono decisamente superiori alle aperture.   
Quali sono le misure più urgenti per fronteggiare questa situazione?
In Italia abbiamo raggiunto un livello di pressione fiscale drammatico che, per chi le tasse le paga, si attesta attorno al 55%. Noi stiamo da tempo chiedendo a gran voce al Governo di bloccare questa corsa, trovando risorse non solo e sempre nelle tasche dei cittadini, ma eliminando inefficienze, improduttività e sprechi della spesa pubblica e quei privilegi per pochi, che il nostro Paese non si può più permettere. E di fare una seria riforma fiscale, che parta dal principio che "tutti devono pagare le tasse per poter pagare tutti meno tasse". Purtroppo, questo Governo ha intenzione di aggiungere il “carico da novanta” di un ulteriore aumento dell’Iva, senza tenere conto che questo avrà più effetti devastanti che benefici per le casse dello Stato. Nel nostro Paese è la domanda interna a costruire l’80% del Prodotto Interno Lordo, pertanto se si continua a togliere ossigeno al mercato interno, viene menola forza per far ripartire l'economia non c'è".
Sul fronte locale, ad impensierire di più sono le prospettive che potrebbero aprirsi tra le maglie della nuova legge sul commercio che la Regione intende varare?
Senza dubbio. Stiamo monitorando passo passo il varo di questa nuova legge, che delineerà lo sviluppo del commercio in Veneto e garantire un pluralismo tra le forme della distribuzione moderna. Ce l'hanno presentata come una legge che rilancerà la funzione commerciale dei centri storici- cosa che a noi sta più che bene- ma, a leggere bene il testo, si scopre che contiene anche il possibile via libera a nuove grandi strutture di vendita, quindi ad altra cementificazione del territorio, ad altri nuovi rischi alla sopravvivenza del commercio più tradizionale, quello che costituisce l'importante rete di servizio di prossimità, parte vitale per ogni piccolo paese o quartiere. Ebbene, come Confcommercio Veneto abbiamo presentato alla Regione le nostre puntuali osservazioni sul testo della nuova legge, con le opportune modifiche; ora attendiamo un confronto serio, che garantisca una legge ben fatta, basilare al futuro del territorio veneto. 
Rimarrà storica la battaglia fatta dai commercianti per contrastare l'applicazione, senza alcuna preventiva concertazione, del Piano urbano della mobilità di Vicenza…
La mobilitazione è partita dalla base e, proprio perché le ragioni della protesta erano forti e largamente condivise tra i negozianti della città, ha avuto successo. Il Sindaco Variati, una volta ascoltate le ragioni dei commercianti, ha infatti deciso che alcune piste e corsie preferenziali in città si facciano non prima di aver individuato posti di sosta alternativi a quelli che verrebbero cancellati. Non si può sposare a priori l’idea di favorire in città una mobilità più sostenibile, cambiando la viabilità e basta: se si penalizza la sosta nei pressi dei negozi si rende, di fatto, insostenibile la vita alle imprese del commercio, che tradizionalmente sono localizzate in determinate strade della città.
Vicenza, con la riapertura della Basilica Palladiana e la prestigiosa mostra che vi è ospitata gioca un'importante carta per favorire le proprie potenzialità di sviluppo turistico. Sta accadendo proprio questo? E che riscontro state avendo fra gli associati? 
La Mostra sta riscuotendo il successo sperato, portando nuova vitalità al centro storico di Vicenza, con maggiori benefici soprattutto per i pubblici esercizi e per le attività della ristorazione e della ricezione alberghiera. Quello che più conta però è che con questo evento, ma anche grazie all'apertura del Palladio Museum, del complesso di Santa Corona e del restauro di Palazzo Chiericati, chi viene a Vicenza scopre una realtà culturale e museale che merita molto di più di una fugace visita. Questo nuovo volto con cui si presenta la città credo rappresenti un forte richiamo anche per il futuro. Anche a livello nazionale il turismo potrebbe esprimere ben altre potenzialità, creando uno straordinario indotto occupazionale. Peccato che per valorizzare questo enorme e ricco giacimento che il nostro Paese detiene e che nessuno può delocalizzare, né copiare, è stato fatto sempre troppo poco. Se si archiviassero una buona volta gli aiuti di Stato alle grandi aziende, troppe volte rivelatesi decotte, e si facesse una seria politica di sviluppo turistico, questo settore potrebbe garantire, a cascata su tutti gli altri comparti, benefici enormi al paese.
Guardiamo all'Associazione, cosa si augura possa esserci in futuro? 
Il mercato è cambiato, i clienti sono cambiati, le abitudini degli italiani, dei veneti, dei vicentini sono cambiate. Tutto ciò pone una grande sfida agli imprenditori: quella dell’aggiornamento delle competenze, della formazione del personale, come leva strategica per rimanere competitivi. Non sono queste parole astratte ma è quanto ci dicono gli stessi imprenditori: le imprese che puntando sulla formazione ottengono risultati migliori e sono più forti nel contrastare la crisi. Io credo oggi più che mai sia giunto il momento di metterci in gioco, rimuovendo le barriere mentali che frenano il cambiamento. La formazione serve proprio a questo. Come Associazione ci crediamo e ci abbiamo creduto con forza quando lo scorso anno abbiamo dato il via alla costruzione del Centro Formazione Esac, a Creazzo. Per come è strutturato, per la qualità dei docenti che si avvicendano nei percorsi formativi proposti, è senza dubbio un’eccellenza in questo settore, non solo nel Vicentino, ma anche nel Veneto e sul territorio nazionale. Mi auguro che gli imprenditori, le Istituzioni, condividano e sfruttino al meglio questa risorsa, divenuta realtà in poco tempo proprio per favorire nuove idee e nuovi traguardi sia per le imprese che per i lavoratori.

Monica Rossato


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