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"POS, STRUMENTO DI CIVILTA'. MA A PAGARE SONO I SOLITI NOTI"

L'obbligo c'è ma per ora nessuna sanzione. Confcommercio Veneto sollecita il tavolo tra banche e imprese per ridurre i costi di commissione

lunedì 30 giugno 2014
Fonte: Confcommercio Veneto

“Pos obbligatorio dal 30 giugno: ora il ministro Guidi mantenga l’impegno assunto a inizio giugno a Roma, davanti all’Assemblea Confederale”. La sollecitazione viene dal presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon; l’impegno assunto dal ministro allo Sviluppo Economico è quello di istituire un tavolo di confronto tra le imprese e le banche per ridurre il carico di costi in capo agli esercenti.
“La distribuzione dei costi sulla filiera è decisamente squilibrata – dichiara Zanon - Non siamo contrari all’istituzione obbligatoria del Pos, restano però aperte alcune questioni imprescindibili. Tra queste, oltre al costo di commissione, l’inefficienza delle reti in alcune zone, anche nella nostra regione, in particolare in diversi paesi di montagna”.
“Se si stabilisce un obbligo - aggiunge il presidente di Confcommercio Veneto - imprese e cittadini vanno posti nelle condizioni di osservarlo, altrimenti siamo di fronte all’ennesima riforma all’italiana enunciata e mai concretizzata. Senza contare che, promosso come strumento di lotta all’evasione fiscale, di fatto si configura come un atto demagogico, considerato che la maggioranza delle nostre imprese lo ha già adottato da anni. Si tratta comunque l’ennesimo balzello a cario delle aziende. Non vorremmo poi che dietro al Pos si celassero gli interessi dei soliti noti per vendere servizi inesistenti: è di questi giorni la pubblicità di alcune compagnie telefoniche già partite lancia in resta”. 
C’è infine una questione di buonsenso, che riguarda da un lato lo Stato, dall’altro i consumatori (che comunque possono continuare a scegliere se pagare in contanti o con moneta elettronica). Nel primo caso, lo Stato, che stabilisce l’obbligo, dovrebbe, secondo Confcommercio Veneto, dare l’esempio per primo. “Invece - constata Zanon - in molte strutture pubbliche  i servizi si pagano ancora soltanto in contanti. Si dovrebbero poi prevedere strumenti diversi per mercati diversi, stabilendo, oltre al già fissato minimo di spesa di 30 euro per il pagamento elettronico,  una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate”.
“Per quanto riguarda i cittadini - conclude Massimo Zanon - anche se siamo consapevoli che l’utilizzo del Pos possa in qualche misura far ripartire i consumi, vogliamo che questa ripartenza non sia drogata dalla comodità, ma consapevole. Faccio quindi appello alle associazioni dei consumatori perché invitino i consumatori a usare la moneta elettronica cum grano salis”.

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