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SMART WORKING: IL LAVORO CHE CREA AUTONOMIA

Il "lavoro agile" si sta diffondendo tra le imprese italiane perchè garantisce più flessibilità e maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro

giovedì 14 febbraio 2019

In un mercato del lavoro sempre più complesso e in evoluzione, si sta diffondendo, anche tra le imprese italiane, lo smart working.  Detto anche “lavoro agile”, questa forma della prestazione lavorativa ha già un quadro normativo di riferimento (L. 81 del 2017 artt. 18- 23). Ma di che cosa si tratta, come si realizza in pratica e quali sono i benefici? Ecco tutto quello che c’è da sapere. 

COS’E’ LO SMART WORKING

E’ una disciplina finalizzata a promuovere “le forme flessibili del lavoro agile allo scopo di incrementare la produttività del lavoro e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. Di fatto lo smart working consiste in una prestazione di lavoro subordinato che può essere eseguita in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Del resto, al giorno d’oggi le nuove tecnologie (Internet, cellulari, telefoni satellitari, applicazioni varie, ecc.) permettono di prescindere dalla presenza fisica in ufficio del dipendente. 

Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo smart working è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.

Questa modalità di svolgimento della prestazione lavorativa si basa su due principi fondamentali: a) la fiducia nelle persone e nella loro capacità di raggiungere gli obiettivi concordati; b) la capacità organizzativa delle persone. I vantaggi per i lavoratori coinvolti in progetti di smart working consistono in una maggiore autonomia, in minori spostamenti, che si traducono, ad esempio, in più tempo da dedicare alla famiglia o ai propri interessi; per il datore di lavoro possono tradursi in una maggiore efficienza della struttura organizzativa, un aumento della produttività, una diminuzione dei costi di gestione degli uffici.   

COME SI REALIZZA LO SMART WORKING IN PRATICA 

Va detto innanzitutto che lo smart working è realizzabile solo a fronte di un cambiamento culturale e una revisione dei processi organizzativi che richiedono lo studio e l’applicazione di nuove competenze, quali la gestione per progetti o per risultati, la gestione a distanza di team di lavoro con la valorizzazione dei processi di collaborazione, il knowledge management. Essendo un modello organizzativo che interviene nel rapporto tra individuo e azienda, presuppone, infatti, un ripensamento “intelligente” delle modalità con cui si svolgono le attività lavorative, anche all’interno degli spazi aziendali, rimuovendo vincoli e modelli che mal si sposano con i principi di personalizzazione, flessibilità e virtualità. Un progetto di Smart Working è quindi un processo di cambiamento complesso che richiede di agire contemporaneamente su più leve e che deve partire da un’attenta considerazione degli obiettivi, delle priorità e delle peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’organizzazione.


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