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CORONAVIRUS: LE AZIONI E LE RICHIESTE DEL SISTEMA CONFCOMMERCIO

Aggiornato con le richieste di Confcommercio nazionale e dalle principali categorie e federazioni

giovedì 27 febbraio 2020
CORONAVIRUS: LE AZIONI E LE RICHIESTE DEL SISTEMA CORONAVIRUS: LE AZIONI E LE RICHIESTE DEL SISTEMA

Il sistema Confcommercio è in prima linea, fin dallo scorso 23 febbraio quando è scoppiata l'emergeza Coronavirus, per sollecitare misure di sostegno alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Un attività costante per mettere in luce, nelle relazioni con le istituzioni, le necessità di settori fortemente colpiti dalla grave situazione venutasi a creare.

Contestualmente, attraverso i nostri strumenti di comunicazione e circolari specifiche, Confcommercio Vicenza punta a fornire indicazioni tempestive sui più importanti adempimenti da mettere in atto, a seguito delle varie disposizione normative, oltre che sulle misure effettivamente operative. a sostegno delle imprese.

Per tenersi costantemente aggiornate sulle misure e gli adempimenti, l'invito è di visitare la nostra pagina dedicata

EMERGENZA CORONAVIRUS

Sulle iniziative a sostegno delle aziende rappresentate vi invitiamo a leggere di seguito.

Ali: "Il governo metta in campo un fondo ad hoc per le librerie" 
Nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale del Libro e della Lettura, l'ALI, l'Associazione dei Librai italiani aderente a Confcommercio, auspica che "quanto prima il governo metta in campo quelle misure attese da tutte le nostre imprese, creando un Fondo ad hoc con finanziamenti a fondo perduto per le librerie". "Si festeggia oggi - continua l'ALI - la Giornata Mondiale del Libro e della Lettura e anche le librerie italiane oggi grazie al recente provvedimento governativo che ha riconosciuto il libro come bene necessario sono aperte e pronte ad accogliere i lettori in quasi tutte le regioni (ad oggi sono 14 le regioni più una provincia autonoma in cui le librerie possono aprire).
Sarà chiaramente una festa condizionata dalla crisi sanitaria, ma per noi librai sempre una festa. I libri sono e resteranno per noi degli ottimi compagni in tutti i momenti della nostra vita e a maggior ragione in questo periodo così difficile per noi tutti nel quale alcuni nostri concittadini sono costretti a trascorre settimane in isolamento e in ospedale. Ci piace quindi condividere il pensiero di un nostro collega già sindaco di Senigallia Fabrizio Marcantoni che ha dichiarato alla stampa 'Ecco come i libri mi hanno aiutato ad affrontare il Covid', sottolinea l'ALI.
"In queste settimane - conclude l'associazione dei librai - abbiamo lavorato per dare sostegno e supporto ad una categoria già in forte sofferenza e l'apertura decisa dal governo laddove possibile è per i librai italiani un segno di speranza per una ripresa delle nostre attività che non sarà priva di ostacoli e per questo auspichiamo che quanto prima il governo metta in campo quelle misure attese da tutte le nostre imprese, creando un Fondo ad hoc con finanziamenti a fondo perduto per le librerie". (aggiornamento 23.04.2020)

Fipe: "Ristorazione, intrattenimento e turismo: un fallimento annunciato" 

"Il settore dei pubblici esercizi - bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari - con 30 miliardi di euro di perdite è in uno stato di crisi profonda con il serio rischio di veder chiudere definitivamente 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro. A conferma di questo già molti imprenditori stanno maturando l’idea di non riaprire l’attività perché le misure di sostegno per il comparto sono ancora gravemente insufficienti e non si intravedono le condizioni di mercato per poter riaprire". È quanto si legge in una nota di Fipe-Confcommercio.

"Infatti – prosegue la nota - gli interventi sin qui messi in campo dal Governo sono solo una risposta parziale: la liquidità non è ancora arrivata, la garanzia al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 € è una cifra lontanissima dalle effettive esigenze delle imprese per far fronte agli innumerevoli costi da sostenere, la burocrazia rimane soffocante appesantendo addirittura le stesse procedure degli ammortizzatori sociali obbligando, di fatto, le imprese ad anticipare i pagamenti. Sulle tasse, inoltre, non ci sono state cancellazioni ma solo un differimento, per di più con la beffa di dover rischiare di pagare l’occupazione di suolo pubblico stando forzatamente chiusi e la tassa su rifiuti virtuali visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti".

“Con la riapertura del Paese – dichiara il Presidente di Fipe-Confcommercio Lino Stoppani - gli italiani rischiano di non trovare più aperti né il bar sotto casa, né la trattoria di quartiere. Per questo, chiediamo al governo e alla politica tutta un aiuto e uno sforzo in più per salvare un pezzo del nostro sistema produttivo che, con 85 miliardi di fatturato prodotto e 1.200.000 occupati, è un settore trainante del turismo e dell’economia del Paese.”

Le richieste di Fipe-Confcommercio al governo:

  • risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato
  • moratoria sugli affitti: serve una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza
  • cancellazione imposizione fiscale come Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi e sospensione pagamento delle utenze   
  • prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e sgravi contributivi per chi manterrà i livelli occupazionali e reintroduzione dei voucher per il pagamento del lavoro accessorio
  • possibilità di lavorare per asporto, come avviene in tutta Europa
  • concessione di spazi all'aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare
  • un piano di riapertura con tempi e modalità certe condiviso con gli operatori del settore, per permettere a tutte le imprese di operare in sicurezza. (aggiornamento 20.04.2020).

Richieste Confcommercio Vicenza

Il pressing costante di Confcommercio sul Governo per ottenere la giusta attenzione per le attività del commercio, turismo e servizi. Nel link a fondo pagina si possono scaricare le slide con una sintesi delle richieste. ECCO COSA CHIEDIAMO. E LO CHIEDIAMO, IN TEMPI RAPIDI‼️

Federmoda: "A rischio 15 miliardi di consumi nel settore"

Per il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi “oggi è in gioco la sopravvivenza delle nostre aziende di fronte a questa crisi eccezionale che rischia di fagocitare 15 miliardi di euro di consumi nel solo settore moda, 8mila punti vendita con 21.500 addetti. Questa è la stima del rischio cui si va incontro”. Un settore che conta 115mila punti vendita del dettaglio moda con 313mila posti di lavoro, strutturato per lo più da imprese di piccole dimensioni. Ma che ha perso, negli ultimi otto anni, ben 52mila punti vendita a fronte di sole 26mila nuove aperture.

“L'urgenza – prosegue Borghi – è pertanto quella di rispondere alle difficoltà di flusso di cassa incontrate da aziende che fanno della stagionalità il proprio modello di vendita. Oggi è a repentaglio la stabilità finanziaria delle nostre aziende. Ecco perché sarà importante ripartire il più presto possibile, non appena i dati di diffusione del contagio lo consentiranno, mantenendo l’impegno dei negozi a garantire – con tutti i dispositivi di prevenzione previsti – la salute collettiva ed il distanziamento sociale all’interno ed all’esterno dei punti vendita. I nostri store non sono, infatti, luoghi di aggregazioni di massa e gli operatori del dettaglio moda, avendo acquistato prodotti nove mesi fa e dovendoli vendere in una stagione ‘strozzata’, hanno bisogno di ritornare quanto prima al lavoro, organizzare l’attività e iniziare a vendere per far fronte agli impegni con i dipendenti, i fornitori, i proprietari immobiliari, ecc…”

“Auspichiamo – conclude Borghi – che, da questa crisi globale, possa scaturire anche un rinnovato modello di filiera, per adattare i tempi della moda all'attuale livello “slow” di consumo, già a partire dallo spostamento dei tempi di consegna delle collezioni Autunno/Inverno 2020/21 e degli ordini della Primavera/Estate 2021. (aggiornamento 09.04.2020)


Fiva: "Riavviare i mercati ambulanti in sicurezza" 

Emergenza Covid-19: dagli ambulanti arriva un piano dettagliato, con uno schema organizzativo articolato in tre fasi - dapprima l'alimentare, poi gradualmente anche le altre merceologie - per poter riavviare in sicurezza i mercati milanesi e lombardi. E' quanto illustrato da Giacomo Errico, presidente di Apeca (Confcommercio Milano) e Fiva Confcommerco, in una nota inviata al governatore della Lombardia Attilio Fontana, al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al Prefetto di Milano Renato Saccone. A Milano, complessivamente, nei mercati settimanali scoperti ci sono 9mila posteggi e in Lombardia sono 15mila le aziende dell'ambulantato.

Con gli opportuni interventi i mercati ambulanti possono essere luoghi sicuri che contribuiscono a decongestionare i sovraffollamenti negli altri punti vendita. Per questo, sottolinea Errico, deve ''poter esserci un diverso approccio''. La proposta iniziale di Apeca è, per l'alimentare, di ''mantenere l'operatività di almeno alcuni mercati, magari in fasce orarie ben definite'' e ''con l'introduzione di misure atte a garantire una sicurezza igienico sanitarie ed epidemiologica'' analoga al commercio ora in attività. ''Le aree mercatali, almeno molte di esse, potrebbero con semplici accorgimenti - spiega Errico - essere circoscritte'': individuando un accesso, facilmente presidiabile ''che riesca a contingentare gli ingressi, previo verifica della presenza esclusiva di clienti monitorati (temperature controllate) ed adeguatamente protetti con maschere di protezione, guanti in lattice e gel disinfettante''. 

Con l'operatività in questa fase della sola categoria alimentare ''si potrebbero posizionare i banchi di vendita ad una distanza tale, l'uno dall'altro, da garantire quel distanziamento necessario ad evitare gli eccessivi affollamenti e potenziali trasmissioni di contagio'', aggiunge Errico. ''Tutte queste misure, ed altre che potremmo adottare - sottolinea il presidente di Apeca e Fiva Confcommercio - renderebbero sicure le aree mercatali e contestualmente arricchirebbero i territori di offerte di luoghi sicuri dove approvvigionarsi senza le infinite code che andiamo a registrare quotidianamente''.

"La possibilità data ad almeno un 30% di ambulanti di operare (gli alimentaristi) ridurrebbe il numero di operatori commerciali che ora hanno bisogno di un urgente aiuto e darebbe agli altri ambulanti ''la prospettiva di un futuro attualmente inesistente''. Errico ricorda il momento drammatico che in particolare gli ambulanti stanno attraversando e come sia estremamente difficile ''attingere a risorse presso gli istituti di credito'' a causa ''della contingente situazione di precarietà della categoria''. Ma, dice, ''vogliamo fare la nostra parte con responsabilità e competenza sapendo che non possiamo vanificare gli sforzi e i sacrifici sin qui adottati''. ''Certi della necessità e della opportunità che i mercati e il commercio ambulante in generale hanno sempre costituito e costituiscono per la nostra società'', conclude. (aggiornamento 16.04.2020)

Fipe: "Dl liquidità, ancora non ci siamo" 

“Dalla lettura delle bozze del decreto, purtroppo ancora non ci siamo. Le misure del governo si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, quelli decisi a chiedere prestiti sotto i 25mila euro, ma per tutti gli altri permangono i problemi. Il decreto, infatti, non sembra rilasciare risorse immediate alle imprese italiane. Chi chiederà cifre superiori ai 25mila euro deve fare diversi passaggi e rischia di dover aspettare ancora. Anche se venisse confermata la semplificazione della valutazione del credito da parte del Fondo centrale di garanzia, bisognerà comunque dare il tempo alle banche di svolgere le loro istruttorie. Il che significa ulteriore tempo, visto che anche gli istituti di credito in questo momento hanno problemi di organici. Una situazione che rischia di penalizzare chi ha maggiori problemi di liquidità e un tempo di sopravvivenza residua breve, come le imprese dei pubblici esercizi che hanno già perso oltre 22 miliardi di euro nel 2020. Il limite dei 25.000 € con garanzia automatica al 100% deve essere aumentato. Oltre al danno, però, ecco la beffa: chi riuscirà ad accedere ai prestiti, rischia di dover utilizzare buona parte del credito per pagare le tasse, la cui scadenza è stata prorogata solo fino a maggio. Stiamo assistendo al fallimento di decine di migliaia di imprese”. È questo il giudizio che arriva dalla Fipe - Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, che rappresenta 300mila imprese della ristorazione, dell’intrattenimento, del turismo balneare e del catering. “Non sottovalutiamo lo sforzo fatto dal governo, ma serve velocità, zero burocrazia e certezza dei tempi – prosegue la Federazione – e soprattutto servono risorse vere, contributi a fondo perduto per compensare anche solo parzialmente la perdita del fatturato. Indebitandosi si sposta il problema, non lo si risolve”. (aggiornato al 07.04.2020)

Confcommercio: "Serve un ‘ponte’ creditizio per contrastare l’emergenza liquidità” 

“In queste ore, il Governo sta mettendo a punto un importante intervento per l’attivazione di garanzie che contribuiscano alla risposta ai fabbisogni di liquidità delle imprese, facilitando l’accesso al credito e velocizzando l’erogazione di prestiti bancari. Occorre potenziare e valorizzare ruolo ed azione di tutti i soggetti in campo: Cassa Depositi e Prestiti, Fondo centrale di garanzia, consorzi fidi. Serve, infatti, un ‘ponte’ creditizio per fare fronte all’emergenza liquidità e per preparare riapertura e ripartenza. È un ponte che serve alle imprese micro e piccole, così come a quelle medie e grandi. Perché resistere è un bisogno comune e per ricostruire servirà l’impegno comune di tutte le energie imprenditoriali del nostro Paese”: così Confcommercio sulle misure annunciate dal ministro Gualtieri (aggiornato allo 06.04.2020)

Confturismo: "Gravissimo errore dimenticare il turismo" 

“Sarebbe un imperdonabile errore se il Governo non tenesse il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell’economia italiana alla fine dell’emergenza epidemiologica in corso. Già prima di questa crisi il settore era attaccato su ogni fronte da grandi potenze economiche internazionali e quando l’epidemia sarà finita torneremo ad avere tanti turisti da tutto il mondo, ma dei loro soldi non vedremo quasi traccia, sarà tutto business di poche grandi economie straniere mondiali”. Ad affermarlo è Luca Patanè, Presidente di Confturismo-Confcommercio. Il settore, 13% del PIL secondo WTTC*, 15% dell’occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale secondo Banca d’Italia, è al centro di una crisi inimmaginabile. Già certa la perdita di oltre 30 milioni di turisti italiani e stranieri tra marzo e maggio – quasi 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche ma anche di consumi nei ristoranti e pubblici esercizi, nello shopping, nei trasporti locali, nelle visite guidate alle città d’arte, ai musei, ai siti archeologici. Ma le prospettive sono ancora peggiori. Sui quasi 200 miliardi di volume d’affari complessivo che il turismo genera – direttamente e tramite effetti su altri settori – le previsioni meno pessimistiche indicano una perdita nell’ordine del 60% da qui a fine anno, mentre sono totalmente fermi i viaggi degli Italiani all’estero, almeno fino a estate inoltrata avrebbero dovuto essere 22,5 milioni. (aggiornato allo 06.04.2020)

Federalberghi: "Settecentomila posti a rischio, servono finanziamenti" 

In un anno "normale", nei mesi di marzo e aprile le strutture ricettive italiane ospitano più di 48 milioni di presenze. Il 52,7% (ovvero 25,3 milioni di presenze) è riferito a turisti stranieri, che in questo momento sono letteralmente spariti dal mercato. Se si considera che anche la domanda italiana è in picchiata, si può stimare, per i due mesi considerati, la perdita di oltre l'80% del mercato (4 milioni di presenze in meno, per un valore di circa 2,5 miliardi di euro). Sono i numeri che Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, illustra a 'La Verità' aggiungendo "per completare il quadro" che "le aziende turistiche, alberghi, ristoranti, agenzie viaggio, stabilimenti balneari, etc, danno lavoro, nel mese di agosto, a circa 1,5 milioni persone. Se non si interviene subito rischiamo di perdere il 20% degli occupati, per circa 200.000 unità. A questi vanno aggiunti gli stagionali, altri 500mila posti che saltano". (aggiornato allo 06.04.2020)

Fipe : "Senza liquidità le imprese del turismo moriranno" 

“Le imprese del turismo stanno morendo giorno dopo giorno: senza un’iniezione immediata di liquidità, un aiuto economico significativo e una prospettiva circa il rientro al lavoro, perderemo una componente fondamentale e qualificante dell’offerta turistica del Paese, nonché della filiera agroalimentare e della nostra tradizione enogastronomica, oltre che della nostra storia. Un’Italia senza i suoi ristoranti e i suoi locali, che costituiscono una rete diffusa, qualificata ed apprezzata, emblema della cucina e dello stile di vita italiano, l’Italia rischia di rimanere senza un’anima, molto più triste e certamente anche meno attrattiva”. Il Presidente di Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, Lino Enrico Stoppani, riassume così il pensiero di 300mila imprenditori di un settore che dà lavoro a 1 milione e duecentomila persone, che sviluppa un volume d’affari superiore agli 86 miliardi, con un valore aggiunto di 46 miliardi di euro. Una preoccupazione crescente, che corre di pari passo con la destabilizzazione dei bilanci, la crescente incertezza circa i tempi di riapertura dei pubblici esercizi, bar, ristoranti, pubblici esercizi e discoteche, il ritardo nell’emanazione e nell’attivazione di strumenti appropriati alla gravità del momento. “È evidente – sottolinea Stoppani – che la salute degli italiani e la loro sicurezza debba continuare ad essere la priorità assoluta, ma deve partire un confronto immediato tra Governo e rappresentanti delle categorie imprenditoriali e dei lavoratori per pensare a come e quando ripartire. L’unica strada è quella di una ripresa progressiva delle attività, con tutte le cautele sanitarie che servissero, a cominciare da quelle che offrono un servizio utile per i cittadini, rispettando le misure di distanziamento tra i cittadini e di protezione dei lavoratori. Comprendiamo pienamente la situazione, ma non possiamo restare chiusi ad oltranza o moriremo tutti per crisi economica. Così come accade per tutti gli altri attori della filiera agroalimentare, deve essere garantita almeno la possibilità di vendita con modalità di asporto. Non la somministrazione sul posto ma, assieme al delivery, la vendita take away dei nostri prodotti. È solo un esempio, ma è indispensabile cominciare a ridare speranza, dignità e futuro a migliaia di imprenditori.” (aggiornato allo 06.04.2020).

Dalla filiera delle costruzioni quattro proposte al governo
La filiera dell’edilizia italiana attraverso tutte le sue categorie - che vanno dalla produzione dei materiali da costruzione alla loro distribuzione e trasporto, dalla progettazione degli edifici fino alla loro messa a sistema attraverso la realizzazione dell’opera - genera nel nostro Paese 120 miliardi di fatturato all’anno e dà lavoro ad oltre 1 milione di cittadini italiani. Una filiera, quindi, fondamentale per la tenuta economica e sociale del nostro Paese ed è con questa consapevolezza, unita al senso di responsabilità e di sacrificio delle centinaia di migliaia di persone che ne fanno parte, che ha continuato fino a oggi, in quest’emergenza sanitaria per il Covid-19, a fare la propria parte. Per questi motivi la filiera dell’edilizia presenta al Governo, alle forze politiche e al mondo finanziario quattro proposte immediate e imprescindibili per riuscire a mantenere i livelli occupazionali del settore e fare da subito la propria parte per la tenuta economica e sociale dell’Italia:

  • moratoria immediata delle scadenze di pagamento e fiscali di tutta la filiera delle costruzioni per i mesi di marzo, aprile e maggio per un periodo di dodici mesi con le opportune coperture a garanzia dello Stato;
  • sospensione immediata del rating bancario per il periodo marzo – dicembre 2020 per tutte le aziende afferenti al settore delle costruzioni e dell’edilizia in generale;
  • trasformazione immediata di linee di autoliquidante (SBF) in linee di cassa (conto corrente);
  • aumento immediato delle linee di credito in essere nella misura del 50% del totale a tassi agevolati anche con utilizzo del fondo di garanzia PMI da estendere a tutte le imprese della filiera, a prescindere dalla dimensione.

A sottoscrivere il documento contenente queste proposte sono le associazioni di categoria Federcomated, Assoposa (Associazione nazionale imprese di posa e installatori di piastrellature ceramiche), Assodimi Assonolo (Associazione dei distributori e noleggiatori di macchine strumentali), i gruppi di rivenditori di materiali edili BigMat, Deus, Made, i multipoint 4Bild, Orsolini, Zanutta e Harley&Dikkinson, l'Arranger tecnologico, finanziario e di garanzia rivolto a chi opera nella riqualificazione e valorizzazione degli edifici. Dieci realtà che scendono in prima linea per rappresentare l’intero comparto del mondo delle costruzioni italiano. (aggiornato al 27.03.2020)



Confcommercio chiede procedure semplificate per la cig 

"Siamo in attesa del Decreto Ministeriale che ripartirà alle Regioni le risorse stanziate dal DL 18 per la Cassa Integrazione in Deroga. Ci aspettiamo da questo Decreto indicazioni chiare e certe che diano la possibilità' alle aziende multilocalizzate del settore commercio, e non solo, destinatarie della sola disciplina CIGS, che dovranno accedere alla CIG in deroga, di svolgere un'unica procedura nazionale indirizzando le domande al Ministero del lavoro". Così Confcommercio in una nota. "Se cosi' non fosse - prosegue Confcommercio - queste aziende si vedrebbero costrette, a negoziare e sottoscrivere, sia pure telematicamente, decine di accordi sindacali a livello territoriale nell'ambito degli accordi 'quadro' stipulati dalle Regioni con le Parti Sociali. In un momento gia' cosi' difficile sarebbe veramente poco comprensibile che, dopo gli sforzi del Governo per tentare di dare massima copertura ai problemi occupazionali, tutto fosse rallentato dalla burocrazia. Chiediamo semplificazione consentendo a queste imprese di presentare una sola istanza per CIGD al Ministero del lavoro e stipulare, cosi', un unico accordo con le segreterie nazionali delle OO.SS. stesse, a valere su tutti i territori in cui sono presenti i loro vari Punti di Vendita/Unita' produttive, con addebito alle singole dotazioni regionali". (aggiornato al 25.03.2020)

Conftrasporto: "bene la deroga ai tempi guida-riposo e i corridoi verdi alle frontiere" 

Autotrasporto: Conftrasporto-Confcommercio accoglie con favore l’annuncio della ministra Paola De Micheli sulla deroga ai tempi di guida e di riposo dei conducenti, che recepisce le richieste avanzate dalla Confederazione delle imprese del trasporto. “Grazie per l’interessamento dimostrato dalla ministra verso i temi del settore”, afferma il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè. Il riferimento è alla firma, annunciata dalla ministra, di un decreto ad hoc.
Dopo le linee guida del settore emanate nei giorni scorsi dalla De Micheli, un’altra buona notizia giunge dal fronte europeo: quella della creazione di corridoi verdi per le merci, con tempi di attraversamento delle frontiere di 15 minuti al massimo, annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Anche in questo caso l’azione del Ministero ha prodotto i suoi frutti, sostenendo il principio della libera circolazione delle merci”, aggiunge Uggè.
“A questo punto rimangono aperti ancora due fronti di fondamentale importanza: quello sulla proroga della validità delle patenti di guida per gli autisti (le cosiddette CQC) e quello sulla proroga dei certificati di revisione dei mezzi pesanti, dilatazioni che al momento valgono solo nel nostro Paese e che invece chiediamo vengano estese a tutta l’Ue per evitare che, nel caso di trasporti internazionali, i conducenti possano incorrere in pesanti sanzioni”, spiega Uggè. 
Infine, Conftrasporto-Confcommercio chiede di poter conoscere in tempi brevi le intenzioni del Governo sulla sospensione dei divieti di circolazione ai mezzi pesanti nei prossimi fine settimana. (aggiornato al 23. 03.2020)

Federauto prevede un crollo del 60% immatricolazioni nel 2020

Stando alle attuali condizioni, si prevede una flessione delle immatricolazioni del 60% per l'anno 2020. A dirlo è Federauto che ha inoltrato una nota al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, con la richiesta di alcune modifiche sostanziali al decreto Cura Italia per supportare le concessionarie nel periodo critico di blocco dell'attività. "Già le crisi economico-finanziarie verificatasi negli anni 2008 e 2011 hanno portato a un brusco rallentamento sul mercato delle immatricolazioni di autovetture nuove - quello in cui è maggiore il peso degli acquisti da parte delle famiglie italiane - che si è tradotto in una netta diminuzione del numero dei concessionari, passati da 2.950 nel 2007 a 1.373 nel 2019", ha ricordato Federauto che ora si aspetta un'ulteriore contrazione delle reti di vendita.(aggiornato al 23. 03.2020)


Fipe: "Food delivery ancora consentito"

"Il decreto firmato ieri pomeriggio (DPCM Chiudi Italia n.d.r.) dal Presidente del Consiglio conferma le nostre previsioni: il servizio di consegna a domicilio dei pasti provenienti dai ristoranti è consentito e prosegue regolarmente. Un aiuto per milioni di persone costrette in casa, in particolare per i più anziani che possono continuare a farsi consegnare cibi preparati nei loro ristoranti di fiducia". Così Fipe, Federazione italiana dei Pubblici esercizi, in merito alle ultime misure prese dal governo per contenere il Covid19. "Come abbiamo sottolineato sin dal primo giorno - prosegue Fipe - è tuttavia indispensabile che questo servizio venga svolto nel pieno rispetto delle disposizioni di sicurezza sia per i lavoratori coinvolti che per i consumatori". (aggiornato al 23. 03.2020)

Fnaarc: "Bonus di 600 euro anche agli agenti di commercio"

Gli agenti e i rappresentanti di commercio potranno accedere all'indennizzo di 600 euro per il lavoro autonomo. Lo comunicano Fnaarc Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS Uil, Ugl, Usarci sottolineando che l'iniziativa comune nei confronti del Governo "ha ottenuto un importante riscontro concreto". "In una dichiarazione video il sottosegretario al Mef Cecilia Guerra - sottolineano i sindacati - ha confermato che gli agenti iscritti sia all'Ago (Assicurazione generale obbligatoria) sia all'Enasarco potranno accedere all'indennizzo dei 600 euro. Le organizzazioni degli agenti e rappresentanti di commercio, nella lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, avevano sollecitato di fare immediata chiarezza sull'applicazione della misura: emergevano, infatti, dubbi nell'interpretazione letterale del decreto legge 'Cura Italia' del 17 marzo dove, nell'individuare l'ambito soggettivo di applicazione dell'indennizzo, si fa riferimento ai soggetti iscritti alle gestioni speciali dell'Ago, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Gli agenti e i rappresentanti di commercio - puntualizzano le organizzazioni di categoria - sono contestualmente tenuti al versamento dei contributi previdenziali sia presso l'Inps (gestione commercianti) sia presso la Fondazione Enasarco. L'intervento del sottosegretario Guerra - rilevano Fnaarc Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS Uil, Ugl, Usarci - rimuove ogni dubbio d'interpretazione e contribuisce a restituire un po' di fiducia a una categoria già fortemente penalizzata dalle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. I 230mila agenti e rappresentanti di commercio - concludono - sono determinanti per l'economia del nostro Paese contribuendo con la loro attivita' al 70% del Pil nazionale". (aggiornato al 23. 03.2020)

Confcommercio: Indennità di 600 euro, da Confcommercio un fermo no al "click day"

Confcommercio chiede al Governo di ripensare all’ipotesi, avanzata in queste ore dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, di utilizzare lo strumento del click day per consentire ai lavoratori autonomi e ai professionisti di richiedere l’indennità di 600 euro prevista dal decreto “Cura Italia”. “Pur avendo presente l’entità delle risorse stanziate, in questa fase di emergenza il click day rischierebbe di vanificare in buona parte la stessa volontà del legislatore. Inoltre non metterebbe tutti i potenziali richiedenti sullo stesso piano e alle stesse condizioni di partenza, essendo il sistema evidentemente legato alla connettività che caratterizza ogni singolo territorio e che nel Paese è ancora tutt’altro che uniforme”, sottolinea la Confederazione. “Va infine sottolineato che l’utilizzo del sistema del click day - in ogni caso - per le necessità organizzative e di strumentazione di cui necessita, rischia di essere del tutto incoerente nell’attuale fase emergenziale nella quale l’attività di professionisti ed autonomi è di fatto sospesa o fortemente limitata, così come quella di associazioni di rappresentanza ed intermediari in grado di prestare assistenza a tali soggetti”, conclude Confcommercio.(aggiornato al 18.03.2020).

Conftrasporto: “Bene il decreto, ma ancora molto da fare per trasporti e logistica”

Decreto Cura Italia: per Conftrasporto-Confcommercio è positivo che il testo abbia previsto le sospensioni delle scadenze fiscali e contributive anche per il settore del trasporto e della logistica inserendolo tra quelli particolarmente colpiti dall’emergenza. Utili anche le misure specifiche, ma il periodo di sospensione è troppo breve perché le imprese possano affrontare una crisi di queste proporzioni. “In questo primo provvedimento ci sono segnali che fanno emergere considerazione nei confronti del nostro mondo e di questo va dato atto al lavoro della ministra De Micheli. Abbiamo ottenuto la sospensione degli adempimenti sui pagamenti per i mesi di marzo e aprile, il che denota una presa in considerazione della funzione che il mondo dei trasporti svolge, e questa è un’ottima notizia, ma è necessario affrontare le tante questioni irrisolte, c’è ancora molto da fare”, dice la Confederazione.

In particolare, per Conftrasporto-Confcommercio “è necessario garantire che i termini delle sospensioni vadano ben oltre il mese di aprile, che sia garantita per l’autotrasporto la proroga per gli adempimenti sulla regolarizzazione dei depositi privati, e intervenire sul fronte del trasporto crocieristico - che ha avuto un’impennata di cancellazioni e un crollo di prenotazioni - con misure a sostegno”.

“Crediamo che il Governo dovrebbe valutare di azzerare la tassa di ancoraggio per tutto l’anno così come i canoni demaniali portuali, che al momento sono solo sospesi fino al 31 luglio, e prorogare i certificati professionali abilitanti anche per i marittimi. Nel settore portuale – spiega il segretario generale, Pasquale Russo - gli effetti negativi sulla riduzione degli scambi li avvertiremo solo a partire dal mese di marzo e si annunciano preoccupanti. Intanto ci sono problemi contingenti che rischiano di frenare, se non bloccare, le operazioni in porto, come ad esempio la penuria o l’assenza totale dei dispositivi di protezione individuale. Mai come ora ci si rende conto di quanto i nostri ripetuti solleciti, inascoltati, per sbloccare lo sportello unico doganale e dei controlli e incrementare gli organici della sanità marittimi, fossero opportuni”.

La carenza di guanti e mascherine, poi, è un problema che sta rendendo difficoltoso il lavoro di chi opera nel settore marittimo e del trasporto su gomma, come stiamo segnalando da settimane.

Per Conftrasporto-Confcommercio è soprattutto necessario che il Governo si faccia garante della libera circolazione delle merci in tutto il territorio europeo e che trasmetta una notifica alla Commissione europea per la deroga temporanea sull’organizzazione del lavoro dei conducenti professionali, perché il settore dei trasporti e della logistica sta scongiurando che l’economia del nostro Paese si fermi definitivamente.

“Chiediamo un intervento deciso anche nei confronti delle banche sui meccanismi di accesso al credito  e per il sostegno alle imprese: non possiamo permetterci una sottovalutazione dei danni che questa crisi economica ha già prodotto”, conclude il segretario generale di Conftrasporto. (aggiornato al 18.03.2020).

 

Confturismo: "Decreto Cura Italia buon inizio, ma servono più risorse"

"Le  misure varate dal governo sono ampie e di impatto perché comprendono interventi decisi e fuori dagli schemi come d’altronde è la situazione che ci siamo trovati improvvisamente ad affrontare tutti. Certo non bastano, servono maggiori risorse per lunghi periodi e soprattutto tempi rapidi. La situazione è fluida, dinamica quindi non ci può essere un provvedimento singolo ma deve essere seguita in ogni passaggio della sua evoluzione con misure da adottare nel momento più opportuno". Lo scrive Confturismo Confcommercio in una nota. "Tra le misure varate nel decreto dell’ultimo Cdm bene la sospensione dei versamenti delle imposte e contributi e gli accessi più agili agli ammortizzatori sociali, ma devono essere pensati e finanziati per un lungo periodo tenendo conto degli effetti negativi della crisi. Si intravedono piccole forme di indennizzo per lavoratori autonomi e per gli stagionali molto importanti per il turismo, ma vorremmo anche fossero estese alle imprese in ragione dei drastici cali di fatturato che stanno registrando mese dopo mese. Fondamentale intervenire su liquidità per le imprese e incentivare i consumi della domanda interna ad esempio introducendo una detrazione straordinaria sulle imposte agli italiani che faranno vacanze in Italia per il 2020 e il 2021, avrebbe un effetto sui consumi che più che compenserebbe il costo per l’erario della detrazione stessa". (aggiornato al 17.03.2020)

Confcommercio nazionale:  “Un punto di partenza, ma è necessario fare di più”

“Per quanto fin qui emerso, Confcommercio segnala, nell’immediato, la scelta - per settori particolarmente colpiti dall’emergenza (turismo e pubblici esercizi, trasporto passeggeri e trasporto merci, imprese culturali, eccetera) e per soggetti con ricavi o compensi non superiori ai 2 milioni di euro - della sospensione di adempimenti e scadenze fiscali e contributive relativi al mese di marzo, nonché (per i soli settori ‘critici’) di adempimenti e scadenze contributive anche per il mese di aprile. Andrebbero però tenuti in considerazione anche gli appuntamenti di aprile fin qui non sospesi. Si renderà comunque necessaria una più ampia e inclusiva ‘moratoria fiscale’, anche in riferimento alle criticità della ripresa dei versamenti già da maggio e della loro insufficiente rateizzazione, nonché all’esigenza di intervenire anche sul versante dei tributi locali. Per i soggetti non rientranti nella sospensione, risulta poi davvero troppo breve il rinvio tecnico dei versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dal 16 al 20 marzo”: questo il commento di Confcommercio al decreto “Cura Italia” varato dal Consiglio dei Ministri.

“Sul versante dell’accesso al credito e del sostegno della liquidità – prosegue Confcommercio - di rilievo il potenziamento per 1,2 miliardi di euro delle disponibilità del Fondo centrale di garanzia con innalzamento della garanzia diretta fino all’80 per cento e della riassicurazione fino al 90 per cento, nonché la moratoria sui prestiti bancari fino a settembre 2020. Andrà comunque dato particolare impulso all’erogazione di nuovo credito. E ciò non solo con il previsto supporto di Cassa Depositi e Prestiti alle banche, ma anche attraverso una rivisitazione in sede europea delle normative prudenziali in materia di capitale bancario. Sempre in sede europea, andrà tempestivamente definito un regime d’aiuto straordinario. Si registra, ancora, l’introduzione di un credito d’imposta sulle locazioni commerciali nella misura del 60%: troppo modesta, però, la previsione di una sua applicazione al solo mese di marzo 2020”.

“Così pure va segnalata l’indennità in favore di lavoratori autonomi e professionisti, prevista come ‘una tantum’ nella misura di 600 euro per il mese di marzo e di cui è stata annunciata la riproposizione per il mese di aprile. In favore di lavoratori autonomi e professionisti, si rende inoltre possibile l’intervento del Fondo di solidarietà per i mutui prima casa. Quanto alla tenuta dell’occupazione, risulta confermata l’apertura universalistica degli strumenti di cassa integrazione e del fondo di integrazione salariale. Ma persiste la necessità di semplificazioni procedurali per la tempestività dell’accesso a tali strumenti e della loro attivazione. In materia di adempimenti , bene, la proroga al prossimo 30 giugno dei termini per la presentazione della dichiarazione ambientale sui rifiuti prodotti (MUD)”.

Bisogna fare presto e di più – conclude la Confederazione - anche sul fronte della ricostruzione. Con buoni investimenti e buone scelte in materia di semplificazione, di innovazione e di alleggerimento delle tasse, come ha ricordato il presidente Conte. Ma anche con mirati strumenti di impulso della domanda: a partire, quando sarà il momento, dal sostegno delle vacanze in Italia degli italiani”. (aggiornato al 16.03.2020)



Confcommercionazionale : "Bene lo stanziamento da 25 miliardi ma si resti pronti a fare tutto il necessario"

"Lo stanziamento da 25 miliardi di euro deciso dal Governo per fare fronte all’emergenza dell’epidemia si muove nella giusta direzione, ma l’obiettivo da perseguire resta quello di una risposta nazionale adeguata ad un’emergenza sanitaria che si è tradotta anche in emergenza economica e sociale. Ciascuno faccia la propria parte e nessuno sia lasciato solo. È questo un messaggio che deve essere chiaro anche in Europa. Bisogna essere pronti a fare tutto il necessario". Questo il commento di Confcommercio su quanto deciso dal Consiglio dei Ministri. (aggiornato all'11.03.2020)

FIGISC: uniformare l’invio telematico dei corrispettivi all’1 gennaio 2021

“Le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria COVID-19 stanno determinando una progressiva riduzione della mobilità complessiva del Paese”. E’ quanto afferma Figisc Confcommercio, la Federazione dei Gestori Impianti di Carburante in una nota congiunta con le altre organizzazioni di categoria. “Le vendite – rileva la nota - hanno subito negli ultimi dieci giorni flessioni generalizzate nell’ordine di 20/30 punti percentuali, con punte di oltre il 50%: valori estremamente rappresentativi della frenata della mobilità e del rallentamento generale dell’economia. 

In questo scenario, le aziende titolari e i gestori dei punti vendita carburante devono effettuare un ulteriore sforzo organizzativo ed economico per ottemperare alle imminenti scadenze in materia di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi. In questo senso Figisc chiede un intervento congiunto tra Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al fine di uniformare l’obbligo della memorizzazione ed invio telematico dei corrispettivi per tutti gli impianti alla data del 01/01/2021". (aggiornato all'11.03.2020)

Fimaa Confcommercio: “Settore immobiliare già in affanno, servono interventi forti”

I telefoni all’interno delle agenzie immobiliari del nord Italia hanno smesso di squillare. Gli effetti economici dell’emergenza coronavirus stanno mettendo in ginocchio le agenzie, gli operatori e le loro famiglie. Il mercato immobiliare residenziale e commerciale, non ancora ripresosi dalle difficoltà della crisi economica del 2008, si ritrova ulteriormente penalizzato dall’emergenza sanitaria innescata dalla diffusione del Covid-19.

In difficoltà è anche il mercato delle locazioni turistiche (inferiori ai trenta giorni): nelle località costiere, lacustri e montane le agenzie immobiliari Fimaa registrano disdette, non solo dalle regioni del nord ma da tutto lo Stivale. A rischio è il 50 per cento del loro fatturato. Mai come oggi gli operatori si ritrovano in grave difficoltà. Il turismo, danneggiato in maniera considerevole dagli effetti del virus, è un settore fondamentale per l’economia italiana ed è fortemente correlato con il settore immobiliare. In questo momento delicato servono azioni decisive a sostegno di tutti i player coinvolti e auspichiamo che non si commetta l’errore di tralasciare interventi forti e mirati anche a sostegno degli operatori del comparto immobiliare, considerato da sempre locomotiva trainante per l’economia del Paese. Oltre al rinvio delle scadenze fiscali, contributive e delle utenze, sarebbe fondamentale reintrodurre la cedolare secca per le locazioni commerciali. Servono misure decisive per evitare che questa crisi diventi sistemica. Ognuno di noi deve fare la sua parte per contenere la diffusione del virus. Perché se l’emergenza sanitaria non verrà contenuta, a partire dal senso di responsabilità di tutti noi, il rischio è che si fermi l’intero sistema Paese con danni economici irreversibili per tutti i settori”. È il commento di Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia.(aggiornato al 09.03.2020)

Fipe Confcommercio:"Serve subito un piano straordinario"

"È una situazione drammatica per migliaia e migliaia di imprenditori e lavoratori, che insieme alla presidenza della Federazione, riunitasi in seduta permanente, chiede con forza un ‘Piano economico straordinario’, da approvarsi con risorse ingenti subito, già con il decreto Legge in approvazione la settimana prossima. Vanno estese le misure previste per le zone chiuse a tutto il territorio nazionale, aprire la cassa in deroga per almeno 6 mesi a tutte le imprese di tutte le Regioni, far slittare tutte le scadenze fiscali a fine anno, fermare gli sfratti per morosità, individuare un meccanismo di credito di imposta che sostenga, almeno parzialmente, le perdite documentabili delle imprese. Ci sarà modo per riflettere e discutere su quanto è accaduto, soprattutto nelle ultime ore, ma questo è il momento della responsabilità e dello stare uniti come cittadini e come imprenditori”. Lo afferma, in una nota, Fipe Confcommercioi nazionale. (aggiornato al 08.03.2020)

Abiconf: "Riordinare e prorogare gli incentivi fiscali in edilizia"

Abiconf-Confcommercio, l'Associazione  amministratori beni immobili, in relazione ai recenti provvedimenti sul  “Coronavirus” ed alla conseguente necessità di differire le Assemblee di Condominio, considerato che, in questo periodo si sarebbero utilmente discussi diversi lavori straordinari con possibilità di agevolazioni fiscali con il c.d. “bonus facciate” e/o Ecobonus e che gli interventi di edilizia privata e condominiale sono indubbiamente un importante “volano” di rilancio dell’economia del Paese, ha chiesto al Governo di studiare urgentemente la possibilità di riordino degli incentivi fiscali in edilizia,  prorogando e prevedendo, in tempi brevi, le forme di agevolazioni fiscali per il prossimo 2021. (aggiornato al 09-03-2020)

Confcommercio Vicenza: Le nostre richieste per le imprese

Confcommercio Vicenza ha lanciato una nuova campagna facebook dal titolo "Le nostre richieste per le imprese", che mette in evidenza le prime sei richieste avanzate nei tavoli governativi, regionali  e locali dall'Associazione:

  • Estendere a tutte le imprese le agevolazioni previste per la “zona rossa”.
  • Interventi straordinari a sostegno delle attività del commercio, del turismo e dei servizi.
  • Sospensione dei tributi locali Tari, Cosap, Imposta di Soggiorno, Tassa Pubblicità.
  • Aprire il Fondo di Integrazione Salariale a tutte le imprese, con più facilità di accesso.
  • Moratoria sulle scadenze di mutui e finanziamenti e stanziamento di fondi per credito a “tasso zero”.
  • Azioni di rilancio del comparto turistico e dell’affidabilità della “destinazione Italia”.

L'immagine della campagna è scaricabile dal link a fondo pagina e può essere condivisa su tutti i social. (aggiornato al 06.03.2020)

Confcommercio Vicenza: sospendere gli aumenti delle imposte e le tasse comunali 

Confcommercio Vicenza ha chiesto ufficialmente a tutti i Sindaci della provincia di adottare provvedimenti a favore delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi. La richiesta - contenuta in una lettera inviata oggi e firmata dal presidente Sergio Rebecca e dal direttore Ernesto Boschiero - riguarda in particolare lo stop di qualsiasi aumento dell’imposizione comunale eventualmente programmato nel 2020 e l’immediata sospensione delle prossime scadenze di imposte e tasse gravanti su negozi, bar, ristoranti, alberghi e altre attività commerciali.
Confcommercio Vicenza ha chiesto ai Sindaci dei comuni della  provincia di valutare in particolare: la possibilità di far slittare il  pagamento della TARI, la tassa sui rifiuti; di sospendere, qualora in vigore, l’imposta di soggiorno per le attività ricettive; la sospensione del canone per l’occupazione del suolo pubblico per i plateatici esterni dei pubblici esercizi; la sospensione del canone di occupazione del suolo pubblico per gli ambulanti; la sospensione dell’imposta sulla pubblicità per le attività dei comparti del commercio, del turismo e dei servizi. (aggiornato al 06.03.2020)

Confturismo Veneto: Le richieste di misure di sostegno alle imprese presentate del sistema

Il sistema Confturismo Veneto, a cui fanno riferimento Faita Nordest, Federalberghi Veneto, Fipe Veneto, Fiavet Veneto, Fimaa Veneto e Unionmare Veneto (ciascuna organizzazione categoriale per gli specifici ambiti di competenza) hanno stilato un documento unico, contenente le misure ritenute indispensabili per far fronte al “dissesto economico” prodotto dal coronavirus. Le stesse, racchiuse in un unico testo, sono le proposte comuni  che saranno formulate al Governo, alla Regione e alle Amministrazioni comunali. Va detto anche che molte delle misure contenute nel documento sono già state evidenziate dai singoli rappresentanti territoriali e di categoria  all’Assessore regionale alla programmazione, fondi UE, turismo, commercio estero Federico  Caner, durante l’incontro del 26 febbraio scorso.
Il documento apre con una premessa: ”Pur consapevoli dell’evolversi della situazione epidemiologica legata al virus COVID-19, siamo a testimoniare un comprovato crollo dell’attività lavorativa di tutta la filiera legata al turismo, che necessita di trovare un sostegno agli imprenditori nonché la salvaguardia dei posti di lavoro”.Inoltre, il documento punta l’attenzione su un importante aspetto: ”Le misure che verranno auspicabilmente adottate non devono essere circoscritte alla “zona rossa” – per come viene intesa da un punto di vista sanitario - ma devono invece avere un ambito di applicazione e validità di natura settoriale, ovvero essere estese a tutte le attività turistiche e commerciali della Regione Veneto”.
Il testo del documento elenca le richieste di Confturismo Veneto a sostegno delle imprese per superare la fase di emergenza economica e agevolare il proseguimento delle attività: si va dagli interventi per stoppare la imposizione e la tassazione alla decontribuzione; dall’accesso a specifici fondi di sostegno all’occupazione e altri finalizzati alle imprese, alla moratoria sul credito fino al rilancio del comparto turistico con campagne di comunicazione ad hoc. Infine, sono elencate le misure specifiche presentate da FIAVET Veneto per le agenzie viaggio.  (aggiornato al 05.03.2020)

Fipe: “Fate presto o dovremo chiudere e spegnere "

50 milioni di euro cancellati ogni giorno, fanno dei pubblici esercizi italiani il comparto più colpito dagli effetti del Coronavirus. Il 72,7% degli associati Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ritiene che la crisi durerà ancora a lungo, con un peggioramento nei prossimi due mesi con forti diminuzioni del fatturato, con punte fino all’80%. Una prima stima calcola in 4 miliardi di euro le perdite di fatturato del settore in tre mesi, che valgono circa 1,5 miliardi di euro in termini di valore aggiunto. Crollo della mobilità e della socialità sono il combinato disposto che sta compromettendo, su tutto il territorio nazionale, la sopravvivenza di molte imprese, a cui si contrappone sino ad oggi la mancanza di provvedimenti utili per accompagnare la gravità del momento.
“Chiediamo a gran voce - dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe Confcommercio - il supporto delle Istituzioni e di fare presto, con segnali concreti di supporto alle imprese, che altrimenti chiuderanno. Chiediamo interventi urgenti sugli ammortizzatori sociali, meccanismi di credito di imposta per sopperire almeno in parte al crollo del fatturato, la sospensione del pagamento di oneri e tributi, la sospensione degli sfratti per morosità, per venire incontro a chi nelle prossime settimane non riuscirà ad onorare i contratti di locazione e a pagare fornitori e dipendenti. Non è difficile capire che senza incassi non si possono neppure onorare i debiti. Purtroppo e inspiegabilmente, i provvedimenti presi fino ad oggi non riguardano le imprese del principale settore del turismo, quello della ristorazione - tradizionale, commerciale e collettiva -, del catering, dell’intrattenimento e dei Bar/Pub. Chiediamo, inoltre, che venga fatta chiarezza sull’applicazione delle norme. Ci appare incomprensibile che i bar di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e le province di Pesaro e Urbino, Savona non possano servire i clienti al banco. Se l'obiettivo, assolutamente condivisibile, è di evitare assembramenti, basterebbe adottare le misure di cautela suggerite dalle autorità sanitarie per ogni altro servizio, dal negozio di alimentari fino all'ufficio postale. Siamo responsabili, ma non si capisce perché in un bar ci si infetta se si prende un caffè al banco, rispettando la distanza di un metro, e non invece in fila in metropolitana o in altre situazioni analoghe permesse”. (aggiornato al 05.03.2020)

Confcommercio Professioni: "Adeguare indennità per tutti i lavoratori autonomi in crisi” 

“L’attuale emergenza sanitaria COVID-19 mette in difficoltà tanti professionisti, e non solo nelle zone rosse, procurando ingenti danni alle attività. In  molti casi, soprattutto per la filiera del turismo, si sta registrando un vero e proprio crollo degli introiti o addirittura il fermo delle attività”: così la presidente di Confcommercio Professioni, Anna Rita Fioroni, sugli effetti del coronavirus per i lavoratori autonomi.
“Bene, quindi - prosegue Fioroni - il riconoscimento di un’indennità a tutti i lavoratori autonomi professionali costretti a sospendere o sopportare la riduzione dell’attività nelle zone rosse, ma tale misura deve permettere di affrontare concretamente la crisi in atto. Per questo chiediamo di adeguare la portata e lo stanziamento attualmente previsti. Inoltre, è fondamentale  estendere l’indennità e la sospensione dei contributi all’intero territorio nazionale, innanzitutto per le professioni dei settori più in crisi come il turismo”. (aggiornato al 05.03.2020)

Abiconf (amministratori beni immobili): "Sconsigliato convocare assemblee condominiali"

Abiconf sconsiglia a tutti gli Associati di convocare e/o tenere assemblee di condominio fino al 3 aprile 2020 (art. 4 citato DPCM), salvo valutazioni di capienza degli spazi a disposizione che comportino il rispetto delle prescritte distanze interpersonali di almeno 1 metro.

Al fine di non incorrere nei noti inadempimenti di cui all’art. 1130 n° 10).

Abiconf consiglia agli associati di:

  • Inviare le contabilità di chiusura esercizio ai condomini, ove non già fatto per le assemblee successivamente differite.
  • Prevedere convocazioni a termini “lunghi” oltre il 3 aprile 2020.
  • Richiedere i versamenti delle rate a carico dei condomini sulla base dei preventivi d’esercizio al fine di non incorrere in disservizi e/o azioni giudiziarie dei fornitori.

Per Abiconf, quando cesserà tale situazione di emergenza non potranno esaurirsi gli arretrati assembleari nel breve periodo ed occorreranno mesi per la nuova calendarizzazione delle assemblee, in quanto le assemblee disdettate si andranno inevitabilmente a sovrapporre a quelle normalmente previste nel prossimo periodo. (aggiornato al 05.03.2020)

Confcommercio Vicenza: "Sospendere anche il canone sui plateatici"

Dilazione del pagamento di Tari e Cosap, sospensione dell'imposta di soggiorno. Sono queste alcune delle misure decise mercoledì 3 marzo dalla giunta comunale di Vicenza per sostenere le categorie più colpite economicamente dall'emergenza Coronavirus.
Nel dettaglio, per quanto riguarda la Tari è stato deciso di consentire il posticipo del pagamento della prima rata per le attività commerciali e produttive, come ad esempio alberghi, ristoranti, bar, pub, discoteche, ma anche negozi, artigiani e imprese il cui lavoro è stato messo in crisi dall'emergenza. Sono in corso accordi con Aim per spalmare la prima rata di marzo sulle altre due, previste a giugno e a dicembre.
Agli ambulanti dei mercati del centro storico e dei quartieri, invece, sarà concesso il posticipo del pagamento della Cosap da marzo a maggio.
In aiuto al settore turistico, e in particolare agli alberghi, che hanno registrato disdette sul 95% delle prenotazioni, si è decisa la sospensione dell'imposta di soggiorno da marzo a maggio. La misura comporterà un mancato introito per l'amministrazione di circa 180 mila euro.
“Accogliamo con favore la decisione della Giunta del Comune di Vicenza di concedere un posticipo del pagamento della Tari per le attività commerciali, del turismo e produttive e della Cosap per gli ambulanti – è il commento di Nicola Piccolo, presidente della Delegazione di Vicenza di Confcommercio -, anche se ovviamente la preoccupazione degli operatori è pure quella di riuscire a pagare questi tributi nelle nuove scadenze, vista la difficile situazione di mercato che si è creata. Riteniamo che un ulteriore sostegno al mondo dei bar e dei ristoranti del centro storico e della città, colpiti tra l'altro dalla drammatica riduzione delle presenze turistiche, potrebbe essere quella di sospendere il canone per l'occupazione del suolo pubblico anche sui plateatici, così come è stata sospesa l’imposta di soggiorno dimostrando grande attenzione al settore al comparto degli alberghi e delle strutture ricettive in genere. L’Amministrazione Comunale di Vicenza – conclude Piccolo - ha dato un segnale importante in un momento estremamente difficile per le nostre imprese: l’auspicio, ovviamente, che anche a livello nazionale si vadano a introdurre misure di sostegno concrete e immediate”. (aggiornato al 04.03.2020)

Confturismo: "Nel prossimo trimestre 31 milioni di turisti in meno. Perdita di 7 miliardi di euro" 

''Il tempo passa e l'impatto della crisi si estende. Cambia di pari passo anche il quadro dei danni e il conseguente calcolo delle perdite economiche per il settore del turismo, uno dei più colpiti''. I nuovi calcoli di Confturismo-Confcommercio alla luce dell'evoluzione dell'ultima settimana nella quale si sono allargati, non solo i confini geografici, ma anche il perimetro di misurazione degli effetti di spesa, vedono crollare, nelle strutture ricettive, di oltre 31.625.000 le presenze di turisti italiani e stranieri nel nostro paese con una perdita di quasi 7.412.000.000 di euro per il periodo 1 marzo -31 maggio. (In questo calcolo non è conteggiata la perdita dei viaggi organizzati verso l'estero e nemmeno la componente dei viaggi di affari verso l'estero quindi è evidente che i danni non sono meno di questi). ''La situazione è drammatica per tutto il comparto - commenta il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè-. Purtroppo stiamo pagando le conseguenze di una comunicazione mediatica molto più letale del virus, anzi il peggior virus è l'isteria, grazie a questo siamo considerati come degli untori e così temuti e tenuti lontano. Quindi dobbiamo eliminare l'isteria dal sistema ricostruendo da subito un messaggio rassicurante e veritiero dello stato delle cose in Italia''. Per Patanè: ''Serve, da subito, prendere provvedimenti forti per immettere liquidità nel sistema dando un po' di ossigeno alle imprese del settore; ma è necessario anche intervenire a livello governativo per far terminare i blocchi all'ingresso degli italiani nei paesi esteri e i blocchi ai flussi turistici degli stranieri verso l'Italia''. (aggiornato al 04.03.2020)

Confcommercio Veneto: intervenire per dare urgentemente liquidità

“Lasciando da parte l’aspetto sanitario, tutto il nord Italia è zona rossa economica e come tale va trattato. Noi non chiediamo aiuto solo per il Veneto. Se si ferma l’economia di LombardiaVenetoed Emilia Romagna significa che si ferma l’intero Paese. È il momento di ragionare in maniera unitaria, di raccogliere le istanze e di portarle al Governo, perché siano presi provvedimenti per rimettere in moto il nostro sistema economico. Una soluzione immediata c’è. Ci sono 83 miliardi di opere pubbliche ferme per pastoie burocratiche. Per rilanciare la nostra economia basta farle partire”.

Così ha esordito lunedì 2 marzo l’assessore regionale allo sviluppo economico ed energia in apertura del Tavolo di concertazione delle categorie economiche, allargato per l’occasione ai principali enti fieristici del Veneto, che ha visto riuniti tutti i rappresentanti del mondo dell’economia veneta, tra i quali Confcommercio Veneto con il presidente Patrizio Bertin e Eugenio Gattolin.
“Abbiamo voluto questo tavolo per dare un segnale e per raccogliere le istanze del nostro mondo economico alla luce delle conseguenze del Coronavirus – ha sottolineato l’assessore – la presenza di tutti è già un forte segnale di coesione e attenzione. Ho apprezzato la presenza e gli interventi di ciascun presidente di categoria. I contributi forniti ci permettono di avere un quadro preciso della situazione. Ad esempio, tutti ci hanno chiesto una campagna comunicativa unitaria di rilancio. Raccoglieremo le richieste e tutti i dati per predisporre un documento che il Presidente della Regionedel Veneto porterà al Governo nei prossimi giorni. Le moratorie non bastano, serve liquidità alle nostre imprese per ripartire e a questo punteremo”.
“L’auspicio è che tale documento possa essere condiviso con le altre Regioni, Lombardia ed Emilia Romagna – ribadisce l’assessore regionale allo sviluppo economico – perché quel che è chiaro è che questa è una situazione che va affrontata in maniera unitaria”.
L’assessore, infine, ha annunciato che nei prossimi giorni verrà messo in agenda un incontro con i rappresentanti del mondo delle banche.
“Convocheremo gli istituti di credito – ha puntualizzato l’assessore – perché serve che le banche abbiano un atteggiamento adeguato alla situazione: le imprese devono essere supportate dalle banche per rimettersi in piedi”.
“La Regione ha già attivato la sezione speciale presso il fondo centrale di garanzia per aumentare la possibilità di fare credito alle imprese – conclude l’assessore allo sviluppo economico del Veneto – oltre a convocare le banche, stiamo ragionando sull’attivazione di contributi a fondo perduto. Faremo tutto quanto ci è possibile come Regione a sostegno delle nostre imprese. Ma è chiaro che per risollevare l’economia del nord serve un impegno significativo da parte del Governo e della Commissione Europea”. 
“Abbiamo sottolineato la necessita di intervenire per dare urgentemente liquidità, tramite credito bancario, a quelle imprese che stanno subendo l'impatto più pesante e immediato di questa situazione di emergenza – afferma il presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Bertin - : si tratta principalmente di alberghi e agenzie turistiche, ma anche dei locali in cui si svolgono eventi, tutti annullati in queste settimane con pesanti contraccolpi, come ad esempio le discoteche.
Per i dipendenti è necessario provvedere all'attivazione della Cassa integrazione in deroga. Occorre, inoltre, concentrarsi sulle misure necessarie a far ripartire i consumi interni del Paese, che rappresentano una quota importante del Prodotto interno nazionale, a partire dallo sblocco delle tante opere già previste e ferme a causa della burocrazia, insieme allo sblocco delle risorse che i Comuni hanno, ma che non possono utilizzare per via del Patto di stabilità”. (aggiornato al 03.03.2020)

Anfia, Federauto e Unrae: il comparto veicoli industriali trema per gli effetti del coronavirus 

"Di fronte all’emergenza sanitaria mondiale che stiamo vivendo, vengono messe a nudo tutte le distrazioni e le mancanze di indirizzo politico delle quali è stato vittima il settore dell’autotrasporto italiano nel suo complesso: il traffico delle merci da e per il nostro Paese viene reso difficile, se non bloccato, dalla troppa dipendenza da vettori e conducenti stranieri, che – in questo frangente – sono addirittura arrivati a rifiutarsi di lavorare in Italia. Gli approvvigionamenti quotidiani scarseggiano o vengono a mancare, le imprese industriali del settore automotive stanno rischiando un sostanziale blocco produttivo: la situazione sta mettendo in ginocchio l’intero sistema economico italiano”.
Così, in una nota comune Anfia, Federauto e Unrae, che rappresentano le aziende impegnate nella produzione, distribuzione e assistenza di veicoli industriali e delle loro componenti, che chiedono al Governo di tenere alta l’attenzione sul settore del trasporto e della logistica e sull’importanza che lo stesso ha per l’economia. Tra i provvedimenti urgenti da prendere per il settore, le Associazioni suggeriscono “l’emanazione in tempi brevi dei decreti attuativi per la fruizione immediata dei fondi già destinati al finanziamento degli investimenti; la concessione di deroghe d’accesso alla zona rossa, per consentire la continuità operativa della logistica industriale e l’approvvigionamento di parti e componenti del settore automotive; la dilazione di almeno quattro mesi dei termini previsti per il perfezionamento delle domande di finanziamento già avviate ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di superammortamento (che scadono il prossimo 30 giugno), di fronte alle sopravvenute difficoltà di approvvigionamento di parti e componenti; la concessione di una proroga per terminare i corsi di formazione per la patente qualificante di autista”.
“I costruttori di veicoli industriali, che continuano ad effettuare ingenti investimenti per far fronte allo stress di norme ambientali sempre più severe e rendere disponibili veicoli equipaggiati con i più avanzati dispositivi tecnologici, nonché i relativi settori della distribuzione e dell’assistenza, si trovano oggi – continua la nota -ad operare su un mercato in forte sofferenza, che si aggrava ormai da un anno, con conseguente ritardo nel rinnovo del parco e quindi mancato trasferimento sulla strada dei benefici previsti in termini di sostenibilità e sicurezza”. “Non di meno, l’autotrasporto italiano sconta le conseguenze di una completa assenza di misure strutturali che consentano alle aziende di sopravvivere ed essere competitive: negli ultimi anni un numero impressionante di piccole-medie imprese ha chiuso i battenti mentre realtà medio grandi sono emigrate, causando un impoverimento del tessuto imprenditoriale italiano, oltre a portare gravi perdite economiche e fiscali a vantaggio di altri Paesi europei che hanno invece rafforzato ulteriormente il proprio sistema logistico e trasportistico”.
Anfia, Federauto e Unrae, pertanto, “chiedono al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di aprire un tavolo di confronto per definire al più presto le misure e gli interventi da attuare per affrontare la crisi in atto e frenare una prossima pericolosa caduta, i cui effetti complessivi oggi non sono neppure immaginabili”. (aggiornato al 02.03.2020)

Fiavet: “Bene il decreto Salva turismo del Governo"

Il turismo è in ginocchio: sospensione delle gite scolastiche, crollo delle settimane bianche nelle Alpi, stop del turismo congressuale e dei viaggi business, debacle dell'incoming e ora l'inizio le cancellazioni per i viaggi all'estero. Così la presidente Fiavet, Ivana Jelinic, traccia il quadro della situazione per effetto del coronavirus.
"Molte persone pensano al turismo solo per l'attrattiva che abbiamo per i viaggiatori che arrivano in Italia, ormai ridotta al lumicino, ma in quel 13% del nostro Pil ci sono tantissime aziende che lavorano in outgoing, ovvero per le vacanze degli italiani all'estero - afferma Jelinic - lo stop all'ingresso di cittadini italiani in moltissimi Paesi del mondo, genera un danno senza precedenti per il comparto con l'azzeramento delle prenotazioni primaverili".

Fiavet chiede quindi un intervento al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e affinché sensibilizzi le Ambasciate straniere  in Italia nonché i nostri ambasciatori italiani perché stanno aumentando i consigli a non viaggiare da/per l'Italia creando anche un danno importante

In particolare, in merito all'abolizione delle gite scolastiche Fiavet ricorda che le scuole hanno diritto di recesso dal contratto stipulato senza applicazione di penali con rimborso integrale dei pagamenti effettuali. Per le agenzie e gli operatori del turismo questo significa la restituzione degli importi versati per i servizi del pacchetti non fruiti. In base a queste disposizioni, le agenzie di viaggio stanno chiedendo alle compagnie aeree la restituzione della biglietteria per la quale si applica il diritto di rimborso al passeggero "per incolpevole impedimento a fruire il volo".

"Moltissimi vettori aerei di Paesi stranieri con normative diverse da quelle italiane - fa notare la Federazione - non stanno corrispondendo il rimborso". Fiavet ha quindi sollecitato il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Enac e Iata "per un tempestivo intervento con emanazione di atti di indirizzo da parte del Governo conformi al quadro normativo del codice della navigazione e di quello del turismo a supporto dell'obbligo di rimborso dei vettori aerei a favore degli agenti di viaggio, per scongiurare ulteriori contenziosi che aggraverebbero ancor più la situazione". Fiavet chiede poi che per i lavoratori siano sospesi versamenti e contributi a carico delle aziende con codice Ateco Agenzia di Viaggi o Operatore Turistico che continueranno comunque a pagare i dipendenti e che la quarantena sia assimilata a un periodo di malattia. Inoltre, un regime di Cassa integrazione in deroga. Dal punto di vista fiscale, la Federazione chiede la  sospensione degli adempimenti degli obblighi tributari compresi quelli relativi al versamento delle ritenute. Inoltre vorrebbe vedere l'azzeramento dell'aliquota Irap relativa al periodo d'imposta 2019, per i contribuenti il cui valore della produzione, al netto di ogni altra deduzione, non sia superiore a 200.000 euro, al di sopra la richiesta è del dimezzamento al 50%. Infine, chiede che lo Stato si faccia carico del versamento dell'Imu e della Tari relative al periodo d'imposta 2020 ai Comuni interessati. "E' indispensabile per noi attivare ammortizzatori sociali e defiscalizzazione per mantenere vive le aziende - conclude la presidente di Fiavet - ogni decisione ha le sue conseguenze e il danno economico delle scelte operate, e di immagine nel mondo, non può ricadere su imprese e cittadini, che vanno tutelati sia per la salute che per il lavoro". (aggiornato al 02.03.2020) 

Conftrasporto: “Regole omogenee e sostegno alle imprese” 

Coronavirus: il mondo dei trasporti chiede al Governo l’adozione di linee-guida chiare, omogenee, coordinate a livello centrale, oltre al sostegno al lavoro in termini contributivi e di ammortizzatori sociali (anche per le cooperative oltre che per le piccole e medie imprese). È questa in sintesi la proposta che Conftrasporto-Confcommercio ha avanzato al ministro Paola De Micheli durante l’incontro al dicastero di Porta Pia per discutere le misure da mettere in atto per far fronte all’emergenza. “Apprezziamo la disponibilità e l’impegno del ministro De Micheli. Ovviamente è necessario che alle dichiarazioni seguano presto interventi concreti”.
La delegazione era presente con tutti i settori associati, dal trasporto su gomma a quello marittimo: oltre al segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo e al responsabile del settore Infrastrutture e Trasporti di Confcommercio Enrico Zavi, c’erano il presidente di Federlogistica Luigi Merlo, per le crociere il direttore nazionale Clia Italy Francesco Galietti, il segretario generale della Fai (autotrasportatori) Andrea Manfron, il segretario generale di Federagenti Marco Paifelman, il direttore generale AssArmatori Alberto Rossi e la responsabile tecnica di Assocostieri Eleonora Capaccioli.
Conftrasporto-Confcommercio (30mila imprese della logistica e dei trasporti rappresentate) ha tracciato un quadro della situazione che è già drammatico anche al di fuori dalle zone rosse, con ordinanze e iniziative estemporanee che al momento viaggiano in ordine sparso.
SETTORE MARITTIMO
. Sul fronte marittimo il quadro diventerà più nitido solo a partire dalla primavera, anche se i porti dell’Alto Adriatico, da Trieste a Venezia, già registrano un sensibile calo di arrivi dei container dalla Cina. Un’onda lunga che avrà effetti pesanti sia sul piano crocieristico – dove già si registra una discesa di prenotazioni del 50% - che del trasporto merci, toccando il punto peggiore nel mese di maggio.
Il calo dei traffici potrebbe impattare anche sulle finanze dello Stato poiché i porti italiani potrebbero essere sostituiti con quelli esteri, con un conseguente mancato incasso dei dazi. Considerato che questi ammontano a 13 miliardi di euro all’anno, se anche solo il 10% delle navi venisse ‘dirottato’ in scali diversi dai nostri la perdita sarebbe di 1 miliardo e 300mila euro.
Anche alla luce di questo, Conftrasporto-Confcommercio chiede come prime misure una riduzione della tassa di ancoraggio e dei canoni di concessione.
“Per quanto riguarda le misure per il contenimento del virus - precisano le Federazioni del mare di Conftrasporto – è indispensabile che ci sia un’unica regia, per evitare ad esempio che si ripeta quanto accaduto in Sardegna, dove un sindaco ha imposto controlli sui passeggeri di una nave proveniente da Civitavecchia. Chiediamo che sia chiaro che i controlli debbano avvenire nel porto di partenza, non in quello di arrivo, e stabilire un ‘protocollo’ unitario a livello istituzionale”.
In particolare Clia (associazione che riunisce il comparto crocieristico) chiede che le procedure sanitarie siano omogenee in tutte e 15 le Autorità di Sistema portuale. Sul fatto che invece molti Paesi stranieri stiano vietando lo sbarco dei turisti italiani, Clia sollecita il coinvolgimento della Farnesina.
LA LOGISTICA
. Tra le imprese più colpite della filiera dei trasporti ci sono quelle della logistica, soprattutto nelle regioni della Lombardia e del Veneto. “Ci sono siti di stoccaggio da cui dipende il funzionamento di tutta la filiera distributiva, che si trovano all’esterno delle zone rosse, e che, in ragione di questo, dovrebbero essere operativi. Ma in diversi casi – spiega il segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo - i dipendenti risiedono nelle zone rosse, dalle quali non possono uscire per recarsi al lavoro. Stiamo parlando di centinaia di lavoratori. Dire che quei depositi stanno lavorando a ranghi ridotti è un eufemismo: il tasso di assenteismo stimato è del 30-40%”.
AUTOTRASPORTO
. Conftrasporto-Confcommercio chiede di considerare, in tema di sostegno alle imprese del settore, anche quelle che operano al di fuori delle zone rosse perché sono già molte le aziende di autotrasporto che non riescono a lavorare, o lavorano fra mille difficoltà e senza la certezza di poter raggiungere le zone di destinazione. Conftrasporto-Confcommercio propone da un lato di allungare di almeno 4 mesi le domande per il superammortamento; dall’altro che il governo specifichi con un decreto dirigenziale che anche i corsi obbligatori per il conseguimento e il rinnovo della patente per condurre camion (la cosiddetta CQC) siano oggetto di proroga. Infine, occorre che il governo valuti in anticipo eventuali azioni volte a limitare possibili criticità sulla filiera per l’approvvigionamento del GNL (Il Gas Naturale Liquefatto), fortemente dipendente dalla Francia e dalla Spagna.
“Qui stiamo parlando di una catena di lavoro che non opera per segmenti. C’è un’interdipendenza tra i siti di stoccaggio e i trasporti, così come c’è tra gli stabilimenti produttivi e i trasporti, e se si fermano i magazzini, gli stabilimenti (alcuni  hanno chiuso perché in zone rosse) e i trasporti si ferma tutto”, conclude il segretario generale di Conftrasporto-Confcommercio. (aggiornato al 02.03.2020)



Federazione Moda Italia: Le richieste per il sistema dei negozi del tessile, abbigliamento, calzature

In una nota, Federazione Moda Italia auspica che le Istituzioni regionali, camerali e comunali possano promuovere eccezionali misure per superare gli effetti di una “Quarantena commerciale” causata dall'emergenza Coronavirus,  attraverso bandi di sostegno alle imprese che prevedano, ad esempio:

  • un contributo economico di 10mila euro a copertura dell'80% della spesa corrente totale sostenuta rivolto ad imprese che hanno subito l'impatto dell'emergenza Coronavirus. Per queste imprese sarà possibile portare a rendicontazione spese come: canoni d'affitto, utenze, tributi locali, rate di mutuo/leasing, spese per il personale, formazione ecc…
  • un contributo in conto capitale del 50% delle spese da sostenersi pari al massimo a 30mila euro per gli investimenti effettuati per il rilancio delle attività in vista della conclusione del periodo di emergenza come: attività di marketing con acquisto di strumentazione informatica, rinnovo dei locali,  arredi o impianti anche in relazione alla sostenibilità.

Infine, visto il prevedibile forte ritardo della partenza degli acquisti primavera/estate 2020 e degli approvvigionamenti della collezione autunno/inverno 2020/2021, Per Federmoda occorrerebbe valutare un eventuale spostamento in via sperimentale delle date di avvio dei saldi.
 
Federazione Moda Italia ha proposto inoltre:il differimento delle tratte ai fornitori in scadenza;

  • la moratoria degli insoluti bancari in ABI - Banca D'Italia;
  • sospensione della segnalazione in Centrale Rischi;
  • una moratoria per IVA, tasse, utenze e mutui;
  • il differimento dei pagamenti dei canoni e agevolazione di locazione anche attraverso sgravi ai locatari
  • la reintroduzione della cedolare secca al 21% sugli affitti di immobili commerciali
  • il rilancio dello shopping tourism, prevedendo da subito il dimezzamento della soglia di accesso al tax free shopping, attualmente prevista a 154,95 euro che contribuirebbe ad ampliare la platea dei consumatori che potrebbe beneficiare della misura e favorirebbe tra l'altro anche il commercio, non solo su prodotti del lusso.
    (aggiornato al 28.02.2020)

Federalberghi: le parti sociali siglano un avviso comune per la tutela di imprese e lavoratori

 Federalberghi e le altre organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative del settore turismo hanno sottoscritto presso il Ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo un avviso comune sull’emergenza coronavirus, allo scopo di promuovere iniziative per la tutela di 300.000 imprese e 1,5 milioni di lavoratori, che producono ogni anno un valore aggiunto di 90 miliardi di euro, con più di 430 milioni di presenze turistiche ed oltre 48 miliardi di euro spesi in Italia dai turisti stranieri. Un primo blocco di interventi riguarda attività di diretta competenza delle parti sociali, come la stipula degli accordi che consentono l’accesso agli ammortizzatori sociali e l’attivazione di interventi di sostegno mediante la rete degli enti bilaterali. Ulteriori misure, che richiedono l'intervento delle istituzioni, riguardano la necessità di garantire l'intervento del fondo integrazione salariale e della cassa integrazione in favore di tutte le aziende e tutti i dipendenti, concedere indennizzi per le imprese e i lavoratori autonomi del turismo che abbiano subito una significativa riduzione dell’attività, sospendere i vari termini, inclusi quelli inerenti il pagamento di tasse, contributi e mutui, realizzare una campagna straordinaria di promozione del nostro sistema turistico e rilanciare l'immagine turistica dei territori.Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, evidenzia l'obiettivo perseguito dalle parti sociali: “salvaguardare le attività economiche e i posti di lavoro, in tutto il territorio nazionale, condizione imprescindibile per assicurare la sopravvivenza del sistema turistico italiano, in attesa che passi la bufera e si ripristinino condizioni di normalità.L’avviso comune, immediatamente dopo la firma, è stato portato all’attenzione del Mibact, nel corso di una riunione per l’esame degli effetti dell’emergenza coronavirus, che si è svolta presso il Ministero.(aggiornato al 28.02.2020)

Fipe: "Bar e ristoranti rischiano di perdere due miliardi di euro"

Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “Chiediamo il supporto del Governo per la tutela di un comparto fondamentale per l’economia italiana, messo in ginocchio in tutto il territorio nazionale da questa grave situazione di crisi e che finora ha fatto la sua parte con grande senso di responsabilità attenendosi alle indicazioni delle autorità. - conclude Stoppani - Ad oggi, il fatturato dei pubblici esercizi in alcune aree è calato fino a punte dell’80% e secondo le nostre stime rischiamo di perdere nei primi 4 mesi dell’anno una cifra pari a 2 miliardi di euro. A questo si aggiungono le difficoltà di quelle attività, come i locali di intrattenimento, che a causa delle ordinanze non possono operare. Se la situazione non cambia in fretta si parla di oltre 20.000 posti di lavoro a rischio. In gioco c’è l’attrattività turistica Italiana e per questo chiediamo ai Ministeri competenti l’adozione di strumenti che possano aiutare il settore a ripartire più in fretta possibile: sospensione delle tasse, come già successo in occasione di calamità naturali, l’istituzione di un fondo di contributi per i titolari dei pubblici esercizi obbligati a sospendere le attività e l’estensione del Fondo di Integrazioni Salariali per tutte le aziende del settore in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna”.

A livello locale, Fipe Confcommercio Vicenza ha inviato a Confturismo Veneto una serie di richieste a supporto di tutte le imprese turistiche, da inserire in un documento unitario contenente le istanze del settore.(aggiornato al 26.02.2020)

Fnaarc: "Chiesto accantonamento straordinario ad Enasarco"

La Fnaarc, Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di Commercio aderente a Confcommercio, ha richiesto al Cda di Enasarco di destinare il 50% dell'avanzo di bilancio 2019 della Fondazione a prestazioni assistenziali straordinarie a seguito della gravissima crisi che sta impattando sul comparto degli oltre 225.000 agenti di commercio italiani. Questa misura straordinaria, che dovrà essere approvata dai ministeri vigilanti, Welfare ed Economia, "permetterebbe di destinare fino a oltre 100 milioni di euro al sostegno dell'attività falcidiata dal forte rallentamento o blocco di interi comparti commerciali". La richiesta è stata formalizzata dal presidente nazionale Fnaarc Alberto Petranzan motivata dalle migliaia di segnalazioni ricevute a seguito della cancellazione o posticipazione sine die di importanti appuntamenti fieristici, cancellazione di innumerevoli appuntamenti commerciali, precipitoso rallentamento del settore turistico ed Horeca, limitazioni agli spostamenti, cancellazione di ordini commerciali. (aggiornato al 27.02.2020)

Confcommercio nazionale: le linee di intervento richieste

Confcommercio ha partecipato attivamente, già dalla giornata di domenica 23 febbraio, agli incontri ministeriali volti a predisporre  la bozza del decreto legge recante misure per contrastare e contenere la diffusione del così detto “coronavirus” - approvato dal Consiglio dei Ministri straordinario che si è svolto proprio domenica sera e in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale - unitamente alla bozza del primo decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Le Istituzioni stanno lavorando, anche su sollecitazione delle parti sociali, sulle seguenti linee di intervento:

1) sospensione dei contributi e premi come già avvenuto per gli eventi sismici;

2) previsione di una indennità fissa per lavoratori autonomi interessati da sospensioni delle attività, di entità da stabilire, seguendo come esempio le misure adottate in occasione di terremoti, alluvioni, ponte Morandi, ecc;

3) estensione delle previsioni delle causali del Fondo Integrazioni Salariali alle imprese non ricomprese e previsione della cassa in deroga per chi ha solo la cassa straordinaria non computandole nei termini massimi di cassa integrazione o FIS;

4) coordinamento con il Ministero della Salute per adempiere alla previsione dell’ordinanza del Ministero della Salute che attribuisce ai datori di lavoro l’onere dei controlli della idoneità al lavoro nei luoghi in cui le attività commerciali o di trasporto e logistica siano considerate servizi pubblici essenziali;

5) i lavoratori che non potranno recarsi al lavoro non dovranno essere considerati in malattia ma rientreranno nelle fattispecie di sospensione in cassa integrazione.
(aggiornato al 24.02.2020)

Confali: “Garantire distribuzione dei prodotti e operatività delle imprese”

“In relazione all'emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del COVID-19 con le conseguenti disposizioni adottate dal Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Salute, osserviamo con grande apprensione quanto sta accadendo in queste settimane nel Paese. Siamo preoccupati soprattutto per le eventuali conseguenze che questa emergenza potrebbe comportare per la nostra economia – complessivamente una perdita di Pil di oltre 5 miliardi secondo le stime più recenti dell'Ufficio Studi Confcommercio - e restiamo a disposizione dei tavoli istituzionali per dare il nostro attivo apporto di informazioni sullo svolgimento delle attività”: così Donatella Prampolini, coordinatrice nazionali di Confali, il coordinamento della filiera agroalimentare di Confcommercio-Imprese per l’Italia, sull’emergenza Coronavirus. “Come sta già avvenendo in molti casi – prosegue Prampolini - confidiamo che venga garantita la gestione del normale svolgimento delle attività di distribuzione dei prodotti agro-industriali evitando che provvedimenti di carattere regionale possano creare serie problematiche all’operatività delle aziende. Ci auguriamo che l’attività possa continuare senza limitazioni o danni alle imprese del dettaglio, dell’ingrosso, della produzione e dell’ambulantato che insieme sono fornitrici di servizi necessari per le comunità locali e le città di riferimento”. (aggiornato al 24.02.2020)





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