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ELEZIONI REGIONALI: LE RICHIESTE DI CONFCOMMERCIO VENETO AI CANDIDATI

Presentato alla stampa il documento che contiene nove punti programmatici e le linee strategiche per un Veneto sempre più competitivo

giovedì 10 settembre 2020

In Veneto il Terziario ha un ruolo sempre più importante: rappresenta il 54% del Prodotto interno lordo regionale, circa il 64% delle imprese e il 58% degli occupati nei settori privati. Allo stesso tempo è stato il settore più colpito dalla pandemia da Covid-19.
Proprio per rappresentare le richieste di un comparto fondamentale per il territorio, in vista delle elezioni regionali, Confcommercio Veneto ha sottoposto ai candidati alla carica di governatore il proprio Manifesto, in cui l’associazione avanza le sue richieste in nove punti programmatici: in particolare, individua l’innovazione, gli investimenti e lo sviluppo sostenibile come linee strategiche per rendere il Veneto sempre più competitivo.
Il Manifesto è stato presentato nel corso di una conferenza stampa e illustrato ai giornalisti dal presidente regionale dell’Associazione Patrizio Bertin, che ha sottolineato come “questo documento è espressione dei bisogni delle imprese del settore. A chi determinerà le politiche regionali dei prossimi cinque anni chiediamo di recepire le nostre priorità e le nostre richieste, affinché il sistema produttivo sia sempre più competitivo. Al governatore che sarà eletto chiediamo un tavolo permanente per incontri periodici con tutte le categorie economiche”.

Andando nello specifico del documento, nell’ambito degli investimenti e dell’innovazione, Confcommercio Veneto chiede sostegno e incentivi alle imprese per favorire la trasformazione digitale e l’adeguamento delle relative competenze. Nel contempo, sarà importante che nella nuova programmazione comunitaria vengano dedicate delle linee specifiche a questo fine. È inoltre necessario, secondo Confcommercio Veneto, un Piano Strategico mirato all’innovazione delle piccole e medie imprese del Veneto, con particolare attenzione al settore turistico, strategico per la nostra regione e su cui molto negativi sono stati i contraccolpi della pandemia. Il turismo necessita poi con urgenza, secondo Confcommercio Veneto, di interventi mirati alla promozione e al rilancio del settore.

Particolare attenzione va prestata al capitale umano e alla formazione, in particolare quella continua, affinché le competenze siano sempre al passo con un mercato in continuo cambiamento. In questo senso, importante è l’apprendistato che si è rivelato una forma contrattuale molto utile per favorire l’inserimento al lavoro dei giovani.

Necessario e urgente è l’intervento sull’infrastruttura digitale: il Veneto è una delle regioni con la maggiore densità di imprese, che puntano a incrementare l’utilizzo degli strumenti digitali, ma paradossalmente non ha ancora un’infrastruttura a banda ultra larga che sia all’altezza. La situazione è particolarmente critica nelle aree di montagna e di periferia dove la difficoltà di accesso alla rete mantiene alcune zone in stato di “isolamento”. Se non si interviene in tempi rapidi, l’intero sistema delle attività economiche rischia di essere fortemente penalizzato, perdendo competitività.

Quanto allo sviluppo sostenibile, Confcommercio Veneto sottolinea che la sostenibilità ambientale è l’ambito su cui il Veneto ha maggiore necessità di intervento, con riferimento ad esempio all’inquinamento dell’aria, all’elevato tasso di consumo di suolo, alla bassa percentuale di energia elettrica rinnovabile. Di particolare importanza e urgenza è la revisione della legge sul consumo di suolo: il Veneto è, infatti, una delle poche regioni ad aver disciplinato questa tematica, ma gli effetti sembrano disattendere gli obiettivi. L’anno scorso il Veneto si è nuovamente posizionato al primo posto in Italia per incremento di consumo di suolo. È, inoltre, necessario intervenire sulle città, cuore dello sviluppo sociale ed economico del nostro territorio. Urgente è l’adozione di un Piano Regionale delle Città, al fine di avviare processi di rigenerazione che non si declinino solo in termini di rilancio dell’edilizia, ma che riguardino interventi volti al riutilizzo delle aree dismesse e sottoutilizzate nei centri storici; alla valorizzazione del patrimonio storico; al rilancio delle attività economiche nei centri urbani; all'accessibilità; alla qualità degli spazi pubblici e degli edifici privati; al sostegno delle imprese storiche e degli esercizi di prossimità.

Le città devono diventare, insomma, per Confcommercio Veneto, “motore di cambiamento”, vanno salvaguardate innanzitutto perché è da esse che passa lo sviluppo o il declino di un territorio. È necessario ridisegnarle in funzione delle sempre nuove esigenze che emergono, adattandole ai bisogni delle nuove generazioni e ai servizi per la terza età, ai nuovi modi di intendere il lavoro e il tempo libero, la cultura e la società. Per questo è opportuno sostenere i Distretti del commercio come modelli di governance delle città. Essenziale, infine, nel processo di rilancio delle città, è il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, come le associazioni di rappresentanza delle attività economiche, vera espressione delle sensibilità dei territori.

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