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IL DIGITALE? NON È POI TANTO GREEN

Se fosse una nazione sarebbe il quarto Paese al mondo per emissioni di CO2. Il peso delle 5 Big Tech Amazon, Apple, Google, Meta e Microsoft

martedì 05 dicembre 2023
IL DIGITALE? NON È POI TANTO GREEN IL DIGITALE? NON È POI TANTO GREEN

Quando pensiamo all’impatto del digitale nella nostra vita, quasi sempre ne vediamo i lati positivi in termini, ad esempio, di velocità nello scambio di informazioni e di semplificazione nel nostro lavoro quotidiano. Raramente ci poniamo la domanda se tutta questa “comodità” ha un costo ambientale: anzi, siamo portati a pensare che il digitale, lavorando su un piano “virtuale”, non consumi materiali (se non per la produzione dell’hardware, ovviamente) e non crei emissioni nocive per l’ambiente.

Nulla di tutto questo! E a evidenziarlo sono, negli ultimi, tempi, molte ricerche: tra le quali una delle più interessanti è l’Osservatorio ESG Big Tech 2023, realizzato dalla società Karma Matrix, realtà che si occupa di sostenibilità digitale, ovvero di misurare, comparare e migliorare l’impatto ambientale dei siti web.

Ebbene, il primo elemento che emerge dall’indagine è che il 60% degli utenti ignora completamente che la navigazione su Internet generi emissioni di CO2. Questo rileva la necessità di sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sull'impatto ambientale delle attività online. L'analisi rivela anche il ruolo significativo che il digitale gioca nelle emissioni globali: se il web fosse una nazione, sarebbe il terzo Paese al mondo per consumo di energia elettrica e il quarto per emissioni di CO2. L'energia elettrica che alimenta il web contribuisce, infatti, notevolmente all’inquinamento, perché spesso deriva dall’uso di combustibili fossili (ad esempio in Italia proviene da fonti non rinnovabili il  60% dell'energia elettrica prodotta).

A rendere ulteriormente interessante i dati dell’osservatorio è poi il focus fatto su 5 Big Tech dell’on line che di primo acchito non ci verrebbe mai da annoverare tra le realtà più inquinanti al mondo, visto che l’interazione avviene attraverso la tastiera del nostro PC o il nostro smartphone.

Dall’Osservatorio, che analizza i bilanci di sostenibilità pubblicati da queste aziende nel periodo 2018-2021(e dunque dati provenienti direttamente dalle Big Tech) emerge invece che le cinque principali aziende tecnologiche, Amazon, Google, Apple, Meta e Microsoft, hanno emesso più gas serra nei quattro anni passati di quanto abbiano fatto Belgio e Romania: se fossero un Paese sarebbero al 51° posto nella classifica mondiale. Sul podio, con una emissione di Co2, relativa al 2021, è Amazon con 71 milioni di tonnellate nell’ultimo anno preso ad esame, ma ovviamente qui consideriamo che l’azienda ha comunque a che fare con prodotti fisici da immagazzinare e trasportare. Apple è al secondo posto (con poco più di 14 milioni di tonnellate di CO2 emessa) e al terzo posto Google con 11 milioni e 371 mila.

Nel periodo 2018-2021, le Big Tech hanno consumato un'enorme quantità di energia, pari a 75,6 milioni di MWh, superando i consumi energetici di nazioni come l'Austria, l'Algeria e il Venezuela e piazzandosi al 42° posto nel mondo (se fossero un Paese). Anche qui, in cima al podio nel 2021 si è piazzata Amazon (quasi 31 milioni di MWh consumati) seguita però da Google  con 18 milioni e mezzo di MWh consumati in un anno e poi da Microsoft (13.481.863 MWh).

Altro problema da considerare è che secondo una proiezione di Karma Matrix se i tassi di crescita di energia utilizzata da queste realtà tecnologiche rimanessero uguali fino al 2030 (ma con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale sarà davvero arduo), queste 5 Big tech potrebbero arrivare al 14° posto tra i Paesi al mondo più energivori.

Da non sottovalutare anche i consumi idrici, perché i data center utilizzati da queste grandi società digitali devono essere raffreddati. Ebbene la ricerca evidenzia quanto dichiarato da Google nel proprio rapporto di sostenibilità, vale a dire che l’azienda consuma 1,7 milioni di litri al giorno di acqua con questa finalità, che equivale 16,3 miliardi di litri all’anno: l’ equivalente di quanto consumano 182 mila italiani.

Va detto che nonostante questo impatto ambientale significativo, i report di sostenibilità analizzati da Karma Matrix mostrano un impegno da parte di tutte e cinque le aziende nel migliorare le proprie performance in termini di inquinamento. Ciò include l'uso crescente di fonti energetiche rinnovabili, la riduzione delle fonti fossili e la ricerca continua di massima efficienza energetica nei data center. Tali sforzi sono essenziali, considerando che un sito web può generare emissioni sia attraverso le modalità poco efficienti di realizzare pagine web, sia attraverso i combustibili fossili che alimentano i data center e i dispositivi finali utilizzati dagli utenti.

Tra chi si è dato gli obiettivi più ambiziosi, Amazon che vuole ridurre del 50% le emissioni di CO2 delle sue spedizioni entro il 2030; Google, che nello stesso periodo vuole impiegare energia rinnovabile al 100%; ed Apple che punta a ridurre le emissioni del 75%. Per l’azienda di Cupertino fa evidentemente bene aver deciso di invitare Madre Natura in persona al Consiglio di Amministrazione… come abbiamo visto nell’ultimo super-pubblicizzato spot che sta facendo il giro del web diventando un caso di studio.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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