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LA TRACCIABILITÀ ALLE BASI DI UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE

Per la nostra rubrica Obiettivo Sostenibilità incontriamo The ID Factory, azienda vicentina “B Corp” che ha creato una originale piattaforma di tracciabilità di filiera. L’intervista con il general manager Enrico Purgato

lunedì 12 settembre 2022
LA TRACCIABILITÀ ALLE BASI DI UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE LA TRACCIABILITÀ ALLE BASI DI UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE

In questo nuova puntata della rubrica Obiettivo Sostenibilità, incontriamo The ID Factory, azienda vicentina “B Corp” che ha creato una originale piattaforma di tracciabilità di filiera. Con il general manager Enrico Purgato ripercorriamo il percorso di questa realtà imprenditoriale che vuole promuovere un innovativo sistema di controllo della filiera in grado di rendere il flusso delle informazioni e dei materiali trasparente e monitorabile in tutta la supply chain del settore moda. Un aspetto essenziale per chi vuole intraprendere un percorso di sostenibilità ambientale e sociale.

Quale ruolo riveste la tracciabilità di filiera in un'ottica di produzione sostenibile? Perché la trasparenza su materie prime e i fornitori può rappresentare un plus per le aziende che puntano alla sostenibilità?

Non si può parlare di sostenibilità senza parlare di tracciabilità, perché oggi nell’industria della moda il 90% delle emissioni è legato alla filiera produttiva. Se questa parte della filiera viene trascurata e non viene coinvolto attivamente anche il fornitore in un processo di raccolta del dato, non possiamo parlare di sostenibilità, perché il retail impatta sì, ma con una percentuale minima.

La tracciabilità  può essere intesa come la condizione necessaria e fondante per poter pensare di affrontare un processo di evoluzione che aspiri alla sostenibilità. Non possiamo migliorare quello che non possiamo misurare e non possiamo misurare quello che non riusciamo a tracciare. La tracciabilità consente di garantire l’origine di un prodotto o di una materia prima e quindi può ridurre i rischi, identificando rapidamente i prodotti “difettati” e rimuovendoli prima dell’arrivo nel mercato. Aiuta inoltre le aziende a migliorare l’efficienza e la pertinenza dei controlli di qualità, riducendo al minimo le non conformità. Ma soprattutto la tracciabilità permette di poter misurare l’impatto ambientale e sociale associato alla produzione di un prodotto, rendendo possibile alle aziende l’identificazione delle aree di miglioramento e permettere una progressiva transizione sostenibile.

Quindi per parlare di sostenibilità bisogna necessariamente parlare di tracciabilità, perché il concetto stesso di sostenibilità parla di partnership for the goals: se l’azienda agisce da sola allora non è sostenibile.

 Il settore moda, in particolare il fast fashion, può avere un forte impatto ambientale e sociale a causa soprattutto delle produzioni delocalizzate. La vostra azienda è nata a seguito del movimento d'opinione creatosi proprio su questi temi. Quale strumento mettete a disposizione delle imprese del settore che si vogliono impegnare in una produzione ispirata a principi etici e di rispetto dell'ambiente? E che vantaggi porta tutto questo anche in termini di sostenibilità economica?

Tutto è iniziato verso la fine di novembre 2012 quando uno dei founders di The ID Factory, Massimo Brandellero, era ad Hong Kong per lavoro e si è  trovato nello stesso posto dove pochi giorni prima degli attivisti di Greenpeace avevano manifestato mostrando il cartello “Invisible fashion victim” contro l’uso di sostanze tossiche che inquinano le acque nella filiera tessile. Questo momento ha segnato l’inizio della campagna “Detox my fashion” che ha dato un input importante nella mente di Massimo ed ha portato alla nascita di The ID Factory.

The ID Factory è una piattaforma di tracciabilità di filiera, che tramite degli identificativi univoci digitali permette alle aziende fashion & luxury di acquisire completa visibilità sulle proprie filiere produttive globali.

Come accennato, la digitalizzazione della filiera produttiva rende la gestione operativa della filiera più veloce, flessibile, accurata, efficiente e potenzialmente più sostenibile. In estrema sintesi la pianificazione ad hoc e in tempo reale consente una reazione flessibile alle mutevoli situazioni della domanda o dell’offerta, mentre la raccolta e l’analisi dei big data fornisce trasparenza end-to-end in tempo reale lungo tutta la catena di fornitura. Inoltre, l’integrazione dei dati in cloud della catena di fornitura garantisce che tutti gli stakeholder guidino e decidano sulla base delle stesse informazioni. La digitalizzazione offre in definitiva maggiore visibilità, trasparenza e tracciabilità ad ogni step del processo produttivo a partire dalle materie prime

Avete scelto di certificarvi B Corp: cosa significa questo per voi e come si riflette nella vostra azienda?

Noi siamo un’azienda B Corp - benefit company - ed esserlo per noi vuol dire impegnarci a misurare il nostro impatto non solo su una variabile economica, ma rispetto agli obiettivi di beneficio comune su cui pensiamo di poter portare un contributo e tra questi il principale è la tracciabilità. Essere B Corp significa impegnarsi ad essere rigenerative e riuscire ad utilizzare le risorse in modo tale da aumentare il valore che creiamo dall’impiego delle risorse invece di distruggerlo. La maggior parte delle aziende del settore moda oggi è estrattiva, ovvero non riesce a raggiungere un punteggio minimo per essere rigenerativa: le risorse che utilizza dal terreno come le risorse sociali vengono sfruttate per ottenere valore economico. Se domani, invece, queste risorse venissero utilizzate in maniera più efficiente e più attenta, si potrebbe creare un valore condiviso, operando in un’ottica rigenerativa e strettamente legata al concetto di economia circolare.

Da un punto di vista organizzativo avete scelto più un approccio teal, ovvero più mirato all'autorealizzazione dei collaboratori, che strutturato in modo classico. Può spiegarci cosa significa questo e come sta funzionando nella vostra azienda?

Noi, in The ID Factory, crediamo fermamente che non si debba gestire la nostra azienda in modo standard, per questo motivo non ci siamo mai concentrati su nessuna descrizione del lavoro o organigramma strutturato ma su valori e mission condivisi. Ogni persona ha abbastanza potenziale per lavorare sui propri compiti e ogni persona deve proporre dei progetti per contribuire allo sviluppo strategico di The ID Factory.

La nostra organizzazione si presenta il più piatta possibile, diventando piramidale su progetto specifico, con un approccio di squadra dinamico, focalizzato sul risultato del progetto. Le persone chiave, responsabili del progetto, guideranno il team a raggiungere i risultati chiave. Gli obiettivi sono formati su un processo dal basso verso l'alto. Questo è ciò che significa per noi essere un'organizzazione teal.

Il coinvolgimento dei collaboratori avviene anche attraverso alcune interessanti attività, può spiegarcele?

Ci impegniamo per un “small steps all together drive us to walk long distances” mood aziendale, per una mentalità dinamica e equa, per responsabilità condivise e lo facciamo tramite una serie di azioni: sessioni di brain storming costante per sviluppare il nostro percorso strategico, l’incontro esecutivo mirato per verificare l'efficacia della nostra strategia, incontri di progetto per fissare tutti insieme gli obiettivi dell'azienda e l'obiettivo personale, e visione costante del target e poi KPI, KPI, KPI (Key Performance Indicators, ovvero gli indicatori di performance aziendali ndr)

La vostra azienda guarda anche al proprio impatto sociale sul territorio e sul settore. Come?

Tramite due obiettivi di beneficio comune fondamentali scritti nel nostro statuto. Prima di tutto la creazione di un’organizzazione inclusiva. Vogliamo creare una forte identità di gruppo che valorizzi l’autenticità e il contributo unico di ciascuno e si basi sulla condivisione dei nostri valori e la nostra missione senza bisogno di una rigida struttura gerarchica, promuovendo l’integrazione fra vita personale e professionale e contribuendo così alla crescita costante della fiducia e la soddisfazione sul posto di lavoro. E poi c’è il supporto alla comunità. In questo caso promuoviamo attività di impatto positivo nella comunità in cui operiamo attraverso progetti educativi e di promozione culturale anche tramite collaborazioni con altre organizzazioni e la valorizzazione di strumenti tecnologici innovativi. Siamo impegnati nella piantumazione di una foresta da frutto per aiutare lo sviluppo delle comunità locali in Africa e come parte del nostro impegno a diventare carbon neutral aderendo alla CO2alizione per l’Italia. E infine abbiamo adottato una volunteering policy (politica aziendale per coinvolgere i collaboratori in attività di volontariato ndr).

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