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MISURARE LA PROPRIA “IMPRONTA DI CARBONIO”

Il Carbon Footprint è un parametro importante per calcolare la sostenibilità di un’attività, un prodotto, un’organizzazione

martedì 13 dicembre 2022
MISURARE LA PROPRIA “IMPRONTA DI CARBONIO” MISURARE LA PROPRIA “IMPRONTA DI CARBONIO”

Quando di parla di impatto ambientale di un prodotto o di un servizio si incontra molto spesso anche un parametro preso a riferimento per definirne la sostenibilità. È la Carbon Footprint, ovvero l’impronta di carbonio. Si tratta di un indicatore che consente di determinare l’incidenza che ogni attività umana ha sul cambiamento climatico, vale a dire sull’innalzamento della temperatura del nostro pianeta. Misurare la Carbon Footprint significa, infatti, quantificare le emissioni in atmosfera di gas serra causate dalla produzione di un oggetto, dalla fornitura di un servizio, dall’organizzazione di un evento, ma anche, se vogliamo, da tutte le azioni che compiamo ogni giorno nella nostra vita. Il risultato di una misurazione della Carbon Footprint è la definizione delle tonnellate di  CO2 equivalente prodotte, calcolate lungo l’intero ciclo di vita del sistema in analisi. Si parla di CO2 equivalente perché si prende come riferimento l’effetto associato al principale gas, ovvero il biossido di carbonio o anidride carbonica, ma in verità i gas climalteranti sono molti altri: il metano, l’ossido nitroso, gli idrofluorocarburi, gli perfluorocarburi e l’esafloruro di zolfo.

Per calcolare l’impronta di carbonio è necessario conoscere la quantità di gas serra che una determinata attività produce e la durata nel tempo di questa attività (o la distanza, nel caso dei trasporti). Lo possiamo fare, ad esempio, quando viaggiamo in auto, se conosciamo le emissioni del veicolo per litro di carburante consumato e così via per tante altre attività quotidiane. Nel caso di un prodotto, il calcolo della Carbon Footprint si realizza sommando tutte le emissioni di gas a effetto serra lungo l'intero ciclo di vita del prodotto: dall'estrazione delle materie prime fino ad arrivare allo smaltimento finale. Per fare questo si deve procedere ad un Life Cycle Assessment del prodotto, ovvero all’analisi del suo ciclo di vita. Ad aiutare le aziende, in questo senso, viene in aiuto una norma tecnica standard la UNI EN ISO 14067. Seguendone le disposizioni si riesce a quantificare le emissioni di gas a effetto serra associate all’intero ciclo di vita di un prodotto, a partire dall’estrazione delle risorse comprendendo l’approvvigionamento delle materie prime, le fasi di produzione, utilizzo e fine vita. Si può anche valutare la Carbon Footprint di un’organizzazione: in questo caso si può far riferimento a due standard internazionali, il GHG Protocol e la norma UNI EN  ISO 14064. In entrambe i casi si va a misurare l’impronta di carbonio prodotta direttamente dall’organizzazione e quella generata per via indiretta a causa dei consumi di energia elettrica e termica dell’organizzazione stessa, mentre è facoltativo misurare le altre emissioni indirette.

Perché un’impresa dovrebbe misurare al propria Carbon Footprint? Al di là degli aspetti etici collegati ad un percorso di sostenibilità, calcolare la propria “impronta” permette anche di monitorare l’efficienza ambientale ed energetica della propria organizzazione. Inoltre, con la crescente attenzione a questi temi da parte di consumatori e mondo economico la carbon footprint aiuta a valorizzare le proprie attività e promuovere le proprie politiche di responsabilità sociale ed ambientale, secondo i criteri ESG.

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