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PER L'AZIENDA ITALIA UN CALO MENO FORTE DEL PREVISTO

Alle spalle la ripresa dei mesi estivi, ma ci si aspettava dati peggiori: negli ultimi tre mesi del 2020 il Pil è sceso del 2% (-6,6 rispetto allo stesso mese del 2019), mentre nell'intero anno la diminuzione è dell'8,9%

giovedì 04 febbraio 2021
Fonte: Confcommercio Nazionale

Nel quarto trimestre del 2020 il Pil è tornato a scendere il Pil dopo la robusta ripresa registrata nel terzo. L'Istat stima infatti che negli ultimi tre mesi del 2020 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% in termini tendenziali. Va segnalato, comunque, che il quarto trimestre del 2020 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019.


Nell’intero 2020 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell'8,9%, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi la riduzione è stata dell'8,8% (nel 2020 ci sono state 2 giornate lavorative in più rispetto al 2019). La variazione acquisita per il 2021 è pari a +2,3%.

Confcommercio: “calo atteso ma più contenuto del previsto”
"Il calo era un dato largamente atteso, anche se le dimensioni risultano leggermente più contenute delle previsioni. Quest’ultimo elemento determina un’eredità più favorevole per l’anno che è appena iniziato (2,3% a fronte dell’1,5% stimato), ma non modifica l’aspettativa che il 2021 si chiuda con una ripresa decisamente inferiore al 6% fino ad oggi indicato dal Governo": questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulla stima preliminare del Pi nel quarto trimestre 2020.

"Su tale considerazione pesano – continua l'Ufficio Studi - le incertezze sull’evolversi della pandemia e la stima di un gennaio ancora negativo per l’attività economica, sia in termini congiunturali sia tendenziali. Né si possono trascurare forti dubbi sulla capacità del nostro sistema di superare le proprie debolezze strutturali semplicemente in risposta a una maggiore e repentina immissione di risorse pubbliche nell’economia, secondo l’equazione non dimostrata 'più soldi uguale più crescita'”.

La Bce taglia le stime del Pil, stagnazione nel primo trimestre 2021
Il Pil dell'area euro dovrebbe registrare una contrazione del 2,5% nell'ultimo trimestre del 2020, a cui seguirà una fase di stagnazione dell'economia nel primo trimestre 2021. E' quanto emerge dall'ultima indagine dei previsori professionali della Bce (condotta agli inizi di gennaio) che hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita del Pil per il 2021 e al rialzo quelle per il 2022 rispetto alla precedente edizione.

"Questo quadro - si legge nel bollettino della Bce - è lievemente più pessimistico rispetto alle prospettive a breve termine derivanti dalle proiezioni macroeconomiche formulate a dicembre 2020 dagli esperti dell'Eurosistema, che prevedevano un calo del 2,2 per cento nel quarto trimestre, seguito da un aumento dello 0,6 per cento nel primo trimestre del 2021.Tale revisione è coerente con un maggiore pessimismo sulle prospettive a breve termine causato dall'intensificarsi delle misure di contenimento, unitamente ad attese più ottimistiche nel medio termine, sostenute da un avvio sicuro e riuscito del processo di vaccinazione".

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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