STEFANI NUOVO PRESIDENTE DELLA REGIONE. CONFCOMMERCIO VICENZA: “ORA LA NUOVA LEGGE SUL COMMERCIO”
“Buon lavoro al nuovo presidente della Regione Veneto Alberto Stefani e a tutti i consiglieri eletti, con l’auspicio che i tempi per dare operatività al nuovo percorso siano i più brevi possibili proprio per il ruolo strategico che questo ente ha anche sul fronte delle imprese, del lavoro, della formazione”. Così Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza interviene sui risultati delle elezioni regionali, che hanno anche sancito un preoccupante calo dell’affluenza: “un segnale di disaffezione, che richiede un impegno ancora più forte per rispondere con concretezza alle istanze dei territori, dei cittadini e delle imprese”.
Per quanto riguarda il mondo del Terziario, Nicola Piccolo ritiene urgente “approvare una nuova legge regionale del commercio che garantisca coerenza tra pianificazione urbanistica e insediamenti commerciali, potenziando la riqualificazione dei centri storici e urbani attraverso lo sviluppo delle attività commerciali di vicinato”. Per un settore, quello del Terziario di mercato, che contribuisce per il 43% al PIL regionale servono - secondo il presidente di Confcommercio Vicenza - “risorse economiche proporzionate al suo peso, anche per il valore sociale che ha sul territorio la rete del commercio di prossimità, dei pubblici esercizi, delle imprese turistiche”. Infine, il presidente Piccolo sottolinea una sfida cruciale per il futuro, che è quella dei giovani: “In Veneto solo il 7,3% delle imprese è condotta da under 35, contro una media nazionale dell'8,5%: è un problema serio per una regione che vuole guardare al futuro e che si ripercuote anche sul fronte del passaggio generazionale, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese. Bisogna lavorare con grande concretezza su questo tema – conclude il presidente Piccolo -, per favorire l’autoimprenditorialità dei giovani, l’orientamento, la formazione a tutti i livelli. È necessario incentivare l’innovazione delle nostre imprese, non solo per farle rimanere competitive sul mercato, ma anche perché siano in linea con le aspettative sul lavoro delle nuove generazioni”.
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