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DAL 30 NOVEMBRE CHIUSE LE POMPE DI BENZINA IN AUTOSTRADA

Figisc Confcommercio, assieme alle altre organizzazioni di categoria, ha annunciato la sospensione del servizio per protestare contro il disinteresse del Governo per il "tracollo" dell'erogato

martedì 24 novembre 2020
DAL 30 NOVEMBRE CHIUSE LE POMPE DI BENZINA IN AUTO DAL 30 NOVEMBRE CHIUSE LE POMPE DI BENZINA IN AUTO
Fonte: Confcommercio nazionale

Pompe di benzina chiuse in autostrada dal 30 novembre, se non arriveranno aiuti del governo per i gestori. Figisc Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica Cisl hanno infatti annunciato la sospensione del servizio in una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al governo. I benzinai scrivono che "constatato il pressoché totale azzeramento delle vendite a fronte del mantenimento dei costi fissi, dalla fine della prossima settimana non saranno più in grado di garantire l'apertura degli impianti". La serrata inizierà il 27 per le aperture notturne, in autostrada, e dalla settimana successiva anche per quelle diurne. La protesta arriva a fronte di quello che le federazioni del settore definiscono un "tracollo" dell'erogato, con cali superiori al 40% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale, e al "rifiuto" del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, di "una sia pur minima interlocuzione". Di qui la richiesta dell'apertura di un tavolo di confronto, anche perché non si sarebbero ancora concretizzati interventi ripetutamente annunciati sulle royalties e sui "contributi figurativi", in attesa di decreti ministeriali.

L'allarme dei benzinai si è fatto sentire anche in Parlamento con un'audizione alla commissione Attività produttive della Camera nel corso della quale Bruno Bearzi, presidente di Figisc Confcommercio, ha sottolineato: “abbiamo una rete sovradimensionata almeno 5mila impianti che dichiarano erogazioni sotto i 300 mila litri annui”. Le misure di contenimento adottate dal governo, secondo la Federazione, sono servite a ben poco e gli accordi sono stati raggiunti solo con alcune aziende petrolifere.

Insieme a Figisc anche gli altri operatori, da Faib-Confesercenti a Fegica-Cisl, auspicano di convincere i concessionari autostradali e le compagnie petrolifere affinché rispondano agli impegni sollecitati dal ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, per rendere flessibili gli orari di lavoro, con un minimo di 40 ore settimanali per la rete ordinaria e la sospensione con turnazione dalle 22 fino alle 5. Il settore dei carburanti propone, inoltre, una drastica riforma e l'adozione della risoluzione approvata alla Camera che richiama l'attenzione su tre principali argomenti: la diffusione di comportamenti illegali e le conseguenti misure per contrastarli, la necessità di una transizione energetica e la richiesta alle multinazionali per investire nel mercato italiano.
“Risulta quantomeno urgente e necessaria - ha concluso Bearzi - una riforma radicale del sistema che determini un nuovo equilibrio fra domanda in calo e offerta in ingiustificata espansione”.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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