Dopo la frenata del mese precedente, a giugno torna a crescere il mercato automobilistico italiano, con le immatricolazioni che si sono attestate a quota 160.046 contro le 139.150 dello stesso mese del 2023, in rialzo del 15,02%. Un risultato che porta il totale dei primi sei mesi dell’anno a 886.386 immatricolazioni contro le 841.573 dello stesso periodo del 2023, con un incremento del 5,32%.
Più positivi i dati veneti, che vedono una crescita delle immatricolazioni giugno 2024 su giugno 2023 del 27,78%, mentre raffrontando i due semestri il segno più è del 5,84%. Ottimo il risultato del mese di giugno per Vicenza, con immatricolazioni cresciute, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, del 29,55%; un dato che fa tornare, dopo mesi, in terreno positivo il 2024 nel confronto con il 2023, anche se solo per un +1,79% nel raffronto tra i primi sei mesi.
Tutto bene dunque? Non proprio, come sottolinea Federauto. “Il repentino esaurimento dei 201 milioni stanziati per la fascia emissiva ecobonus 0-20 g/km di CO2 – sottolinea una nota della Federazione aderente a Confcommercio nazionale - ha destato molta sorpresa tra i concessionari, in quanto solo un ristretto numero (l’8% secondo un’indagine interna alla Federazione) ha potuto soddisfare integralmente gli ordini di auto elettriche in portafoglio, mentre mediamente circa il 33% degli acquirenti interessati all’acquisto di un auto BEV è rimasto senza incentivi. Nel corso di un recente incontro tenutosi al Mimit, abbiamo chiesto, oltre ad un rifinanziamento della fascia con più basse emissioni limitata ai cittadini, un approfondimento su quanto accaduto il 3 giugno scorso, il giorno di apertura della piattaforma per l’inserimento delle prenotazioni, per comprendere un fenomeno quanto mai insolito per il mercato italiano, soprattutto alla luce delle dinamiche finora osservate. Vedremo l’impatto di questa nuova edizione degli incentivi statali nelle immatricolazioni che verranno registrate nei prossimi mesi e fino a marzo 2025 ma è chiaro – prosegue Federauto - che senza una condivisione della strategia di come supportare le tecnologie più pulite, anche considerando gli effetti negativi sui prezzi determinati dall’incremento aggiuntivo dei dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, gli interrogativi che gravano pesantemente sulla transizione ecologica, rimangono insoluti”.
Unrae, dal canto suo, auspica “che i 240 milioni di fondi residui già stanziati per gli incentivi, possano prontamente essere resi disponibili dal Governo, al fine di favorire la transizione energetica e ridurre il perdurante gap con i mercati più evoluti”.
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