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L’ALTOLÀ DI FNAARC-CONFCOMMERCIO VICENZA: NON USARE I PROCACCIATORI D’AFFARI COME AGENTI

Il presidente provinciale Paolo Dainese: “Anche nel Vicentino si sta diffondendo un uso improprio di queste figure, mettendo le imprese a rischio accertamenti o contenziosi legali”

giovedì 20 novembre 2025
L’ALTOLÀ DI FNAARC-CONFCOMMERCIO VICENZA: NON USARE I PROCACCIATORI D’AFFARI COME AGENTI L’ALTOLÀ DI FNAARC-CONFCOMMERCIO VICENZA: NON USARE I PROCACCIATORI D’AFFARI COME AGENTI

“Stiamo notando sempre più spesso, anche nelle aziende vicentine, un uso improprio delle figure del procacciatore d’affari o del consulente al posto dell’agente di commercio. È una “scorciatoia” pericolosa, perché ci si avvale di collaboratori che non hanno i requisiti per questa professione e si crea confusione nel rapporto di lavoro tra casa mandante e agente, vanificando le intese sindacali raggiunte tramite gli Accordi Economici Collettivi per entrambi i soggetti”. A lanciare l’allarme è Paolo Dainese, presidente provinciale di Fnaarc-Confcommercio Vicenza, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio.

La distinzione tra le due figure è stata ribadita di recente anche dalla Cassazione (ordinanza n. 27571/2025): “Non si tratta di una sfumatura, ma di un elemento sostanziale – rileva il presidente Dainese -: l’agente di commercio svolge un’attività stabile e continuativa di promozione, nell’ambito di un rapporto professionale autonomo e non occasionale. Inoltre è tenuto all’iscrizione Enasarco, che assicura una copertura previdenziale integrativa e forme di assistenza sanitaria durante l’attività lavorativa e oltre”. Dall’altro lato il procacciatore è una figura che si caratterizza per la mancanza di stabilità e di specifica professionalità, senza nessuna garanzia di tipo civilistico. In sostanza si limita a segnalare affari o raccogliere proposte per conto della mandante, senza poteri di rappresentanza, né obblighi di promozione continuativa, operando perciò in modo episodico e non coordinato con l’azienda.

Utilizzare impropriamente il contratto da procacciatore per mascherare un vero rapporto di agenzia non è solo scorretto, ma anche rischioso – rileva il presidente Dainese -: può comportare accertamenti da parte di Enasarco e da parte del fisco, con la possibile perdita di deduzioni o agevolazioni previste per gli agenti di commercio regolarmente inquadrati. Inoltre, non applicando gli AEC, non si tutela né l’azienda né il lavoratore, aprendo le porte a possibili e onerosi contenziosi legali tra le parti”.

Fnaarc-Confcommercio Vicenza richiama dunque l’attenzione sulla necessità di una corretta distinzione delle due figure affinché il mercato resti competitivo, leale e gli operatori siano inquadrati e tutelati per l’effettivo lavoro che svolgono.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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