Giugno amaro per il mercato automobilistico italiano. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, lo scorso mese sono state immatricolate 132.191 vetture, in calo del 17,44% rispetto a giugno 2024. Un segnale preoccupante che conferma il rallentamento già evidenziato nei mesi precedenti.
Il bilancio del primo semestre del 2025 non è più confortante: da gennaio a giugno, infatti, le immatricolazioni totali sono state 854.690, con una flessione del 3,58% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il dato, rilevato dall’Archivio Nazionale dei Veicoli al 30 giugno 2025, fotografa un mercato in difficoltà, complice l'incertezza economica e il ritardo degli incentivi governativi.
In questo scenario Vicenza va peggio della media nazionale. Nel capoluogo berico il calo, giugno su giugno, è del 22,08%, con 482 vetture vendute in meno. Nei primi sei mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2024, il calo è stato dell’8,17%, mancando all’appello 694 vetture.
Tornando ai dati nazionali, è in controtendenza, invece, il mercato dell’usato: i trasferimenti di proprietà hanno raggiunto quota 439.475 nel solo mese di giugno, in aumento del 4,44% rispetto ai 420.804 registrati nello stesso mese del 2024. Una crescita che riflette un orientamento sempre più marcato dei consumatori verso il secondo mercato, alla ricerca di soluzioni più accessibili. Nel complesso, il volume totale delle vendite – comprensivo di auto nuove e usate – è stato pari a 571.666 unità, con una netta predominanza delle vetture di seconda mano: il 76,88% del totale, contro appena il 23,12% rappresentato dalle nuove immatricolazioni.
Unrae: "Serve una revisione della fiscalità"
"Da anni Unrae sottolinea che, senza una revisione strutturale della fiscalità delle flotte aziendali, l'Italia non potrà sostenere concretamente la transizione energetica": lo afferma Roberto Pietrantonio, Presidente di Unrae, commentando le immatricolazioni di auto a giugno. "L'attuale trattamento fiscale è datato e penalizzante: ribadiamo la necessità di modulare detraibilità IVA e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 dei veicoli, e di ridurre a tre anni il periodo di ammortamento. La Delega fiscale in scadenza è un'occasione da non perdere: ci auguriamo che ne venga confermata la proroga al 31 dicembre 2026, già approvata in Commissione Finanze". Serve avviare subito un confronto operativo tra Istituzioni, associazioni e attori economici coinvolti, che consenta valutazioni d'impatto fondate e trasparenti. La prospettiva è chiara: una fiscalità evoluta porterebbe a regime maggiori entrate per l'erario grazie a un mercato più vitale, contribuendo al tempo stesso al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione delle emissioni climalteranti. È indispensabile intervenire urgentemente per mirare a una completa revisione dell'impianto fiscale, pur prevedendo interventi graduali qualora le esigenze di bilancio lo richiedessero. Il settore automotive non può più permettersi attese". "La fiscalità dell'auto aziendale in Italia è ferma dai tempi della lira, mentre molti dei principali Paesi europei hanno già adottato modelli evoluti che premiano concretamente le auto a basse emissioni. Per sviluppare concretamente la mobilità sostenibile è quanto mai necessario iniziare proprio dalla fiscalità delle flotte, in linea con le indicazioni della Commissione Europea. Un altro nodo cruciale per accelerare davvero la transizione è quello delle infrastrutture di ricarica: il target complessivo dei punti di ricarica pubblici finanziati dal PNRR è passato da 21.355 a 12.000, con il conseguente residuo di 597,3 milioni di fondi pubblici. A questo si aggiunge la recente constatazione che il primo bando per le colonnine nei centri urbani, che prevedeva oltre 4.700 stazioni di ricarica, ne ha in effetti finanziate solo 1.400. "È evidente che il sistema non sta funzionando come dovrebbe" conclude Pietrantonio. "Senza una rete capillare e realmente operativa, il percorso di elettrificazione resterà incompleto e l'Italia rischia di restare fanalino di coda in Europa. Oltre a sostanziosi interventi sugli elevati costi delle ricariche, occorre un'accelerazione immediata dell'infrastrutturazione e una gestione più efficace delle risorse residue, di competenza del MASE, per rendere credibile l'obiettivo di una mobilità a basse emissioni".
Federauto: "Pesa l'incertezza sugli incentivi"
"La pesante flessione delle immatricolazioni di auto nuove a giugno è certamente ascrivibile a una fase non brillante del mercato, testimoniata dal fatto che negli ultimi tre giorni sono state prodotte quasi il 43% delle immatricolazioni totali e non certo per una corsa agli acquisti. Ma, quello che più conta, è che abbiamo scontato i numeri di giugno dello scorso anno, condizionati dall'avvio degli incentivi, e dalle notizie diffuse di recente relative a nuovi incentivi. La risposta del mercato a questo effetto cumulato degli incentivi è quella che vediamo". È il commento di Massimo Artusi, il presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto. Aggiunge Artusi: "La forte flessione delle immatricolazioni da parte dei privati, che ricordo essere il mercato di riferimento dei concessionari, ci porta ad esprimere preoccupazione perché le concessionarie, di fatto, si trovano ad operare rispetto a volumi previsionali virtuali, con stock che crescono e prezzi che si stanno dimostrando sempre meno sostenibili da parte del cliente medio che, sempre più di frequente, vira sul mercato dell'usato".
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