FEDERMODA-CONFCOMMERCIO VICENZA: “BENE TASSARE I PACCHI DEL FAST FASHION CHE ENTRANO IN ITALIA”
“Bene che finalmente si voglia mettere un argine al fenomeno dell’invasione di fast fashion acquistato on line, perché si è arrivati ad un limite insostenibile, con forti impatti sul dettaglio del settore abbigliamento-calzature e con pesanti risvolti ambientali”. Ivo Volpon, presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio Vicenza, commenta così le notizie che si stanno susseguendo sulla possibile introduzione di misure in grado di “penalizzare” l’arrivo in Italia di pacchi da Paesi Extra UE dove si producono enormi quantità di prodotti a basso costo, poi acquistati direttamente dai consumatori attraverso piattaforme di e-commerce.
Due sono i passi in avanti registrati in questa direzione: l’ipotesi che il Governo inserisca nella Legge di Bilancio un contributo per ogni spedizione proveniente da Paesi extra europei; e poi la decisione di Ecofin - il Consiglio composto dai ministri dell'Economia e delle Finanze di tutti gli Stati membri – che, con una recente modifica del regolamento doganale, ha introdotto, in linea di principio, la tassa sulle consegne di pacchi con valore fino a 150 euro, finora esenti da imposte doganali.
“È necessario ora passare dal principio alla pratica, soprattutto per rendere operativa la decisione già nel 2026 – afferma il presidente Ivo Volpon-. Sarebbe una prima risposta alle migliaia di aziende italiane che operano soprattutto nei settori dell’abbigliamento e accessori e degli articoli per la casa. Si tratta di una misura che condividiamo appieno e che come Confcommercio nazionale e Aice abbiamo portato per primi all’attenzione delle istituzioni europee, anche attraverso la nostra organizzazione europea Eurocommerce”.
Il fenomeno delle vendite B2C da piattaforme extra Ue è esploso negli ultimi anni fino a raggiungere nel 2024, secondo quanto recentemente dichiarato dalla Commissione Europea, la cifra monstre di 4,6 miliardi di pacchetti sotto i 150 euro entrati in Europa in un anno, per il 91% provenienti dalla, Cina. “Un intervento ad hoc su questo fenomeno potrà ristabilire condizioni di concorrenza più equa tra i nostri negozi e le piattaforme on line estere” rileva il presidente di Federmoda Confcommercio Vicenza.
Nel solo Vicentino le imprese che operano nella distribuzione al dettaglio e all’ingrosso di abbigliamento e calzature sono 1.296, occupano 5.835 dipendenti e hanno un giro d’affari stimato di 1,6 miliardi di euro. Un patrimonio di ricchezza e di imprese che deve però lottare ad armi impari con il fast fashion. “Per questo – continua il presidente Volpon -, oltre ad abolire l’esenzione dei dazi, come Federmoda-Confcommercio abbiamo anche chiesto l’introduzione di un contributo ambientale per ogni spedizione proveniente da Paesi extra-UE sotto i 150 euro e l’applicazione del regime di responsabilità estesa del produttore tessile anche a chi, pur producendo fuori dall’Unione, vende nel nostro Paese prodotti di moda. L’obiettivo è attenuare le distorsioni del mercato che penalizzano i negozi italiani e minano la competitività delle imprese della moda made in Italy”.
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