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ACCESSIBILITA': E' UN'ITALIA "SPEZZATA" E "A SINGHIOZZO"

Nel Nord-Ovest le merci trasportate calano del 20% contro il 33% del Sud e circa tre quarti del traffico ferroviario nazionale avviene tra le regioni a nord.

martedì 25 ottobre 2016
Fonte: Confcommercio nazionale

E' un'Italia divisa in due in termini di accessibilità, con le regioni del Centro a fare da cuscinetto: se in Abruzzo e in Umbria i volumi di merce movimentati tra il 2010 e il 2014 via strada sono diminuiti in misura nettamente superiore alla media nazionale, in Friuli Venezia Giulia la contrazione si ferma a un quinto della media. E nulla cambia se si guarda alle ferrovie, visto che poco meno di tre quarti del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a nord dell'Emilia Romagna. Lo si scopre leggendo il focus di Confcommercio e Isfort su trasporti e logistica in Italia presentato nelle seconda giornata del Forum internazionale di Conftrasporto a Cernobbio. Se si guarda invece alla rete di trasporto, ne emerge una cartina dell'Italia ‘a singhiozzo', con strade nate vecchie, o mai nate, o incomplete. Basti pensare ai 31 anni che sono stati necessari per completare i  40 chilometri della Variante di Valico Barberino-Sasso Marconi oppure ai  45 anni circa per i nove chilometri  della Tirreno-Brennero (ma ne mancano ancora 76…). Per il completamento di questi interventi servirebbero circa 16 miliardi di euro, da aggiungere ai quasi 2 destinati al potenziamento del trasporto merci ferroviario. Per quanto riguarda invece i porti, la situazione è più rosea,  con i buoni esempi di Genova e Ravenna in termini di diversificazione del traffico ed equilibrio tra offerta e domanda, e di La Spezia e Trieste per l'intermodalità mare-ferrovia. Quanto al  ‘sentiment' delle aziende dell'autotrasporto, gli operatori interpellati da  Conftrasporto  risultano di 10 punti percentuali più pessimisti della media sulle prospettive dell'economia italiana (41,8% contro il 31,5%), mentre in termini di ricavi e occupazione c'è un peggioramento piuttosto marcato rispetto alla media nazionale di tutti i comparti (-4,5% ricavi e -3,6% occupazione). 

Infrastrutture inadeguate e logistica inefficiente, sempre più lontani dall'Europa

In tema di trasporti e logistica l'Italia cresce poco e rischia la marginalizzazione. E' quanto emerge dal Rapporto dell'Ufficio Studi di Confcommercio, realizzato in collaborazione con Isfort, presentato a Cernobbio in occasione del secondo Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio. A penalizzare il nostro Paese è soprattutto la mancanza di investimenti in opere infrastrutturali negli ultimi anni, che ci fa perdere 34 miliardi di euro l'anno (pari a 2 punti percentuali in termini di Pil) e che ci allontana dagli agli altri Paesi dell'Unione e dagli scambi internazionali. I numeri parlano chiaro: tra il 2010 e il 2014 i volumi di merci trasportati sono scesi del 10% nel settore marittimo e del 37% in quello su gomma, la contrazione più rilevante tra i Paesi fondatori dell'Ue. Nello stesso tempo,  le nazioni dell'Est crescono a due cifre, con la  Bulgaria a +18% circa sia nel settore marittimo che in quello dell'autotrasporto. Quanto alle merci in entrata, dal 2003 al 2015 le imprese italiane di trasporto su gomma hanno perso oltre il 60% dei traffici, contro un incremento del 700% di quelle dell'Est Europa. Dal 2009 al 2015, infine, le imprese italiane attive nel settore del trasporto terrestre e via condotte sono diminuite del 13%. 

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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