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FIPE IN PIAZZA: FATECI RIAPRIRE! RISPONDERE ALL'EMERGENZA CON LE CHIUSURE È ORAMAI INSOSTENIBILE

Assemblea straordinaria della Federazione Pubblici Esercizi a Roma. Presente alla manifestazione anche Gianluca Baratto (Fipe Vicenza): “Siamo nelle condizioni di riaprire in sicurezza nel rispetto dei protocolli. Ma facciamolo prima che sia troppo tardi”

martedì 13 aprile 2021
FIPE IN PIAZZA: CHIUSURE ORAMAI INSOSTENIBILI DAL FIPE IN PIAZZA: CHIUSURE ORAMAI INSOSTENIBILI DAL

“Grazie perché siete qui perché portate con dignità e serietà la voce di un settore che ha subito sulla propria pelle tante decisioni difficili, incomprensibili, spesso ingiuste in questo periodo drammatico”. Ha esordito così Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, all’Assemblea Straordinaria di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) tenutasi il 13 aprile a Roma, in piazza San Silvestro. Un’assemblea alla quale hanno partecipato 150 rappresentanti territoriali della categoria e alla quale è seguito un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (leggi qui).

In piazza anche Gianluca Baratto di Fipe Vicenza, presente a nome dei 4.500 pubblici esercizi  vicentini che attualmente non possono svolgere la loro attività a causa delle restrizioni legate al Covid-19: ristoranti, pizzerie, trattorie, bar, pasticcerie (che operano solo con modalità da asporto e delivery), società di catering-banqueting, discoteche. “E’ stato un momento importante che ha dato un segnale forte e pubblico di preoccupazione e insoddisfazione sulle modalità con le quali il Governo sta gestendo l’impatto della crisi sanitaria ed economica sui nostri settori – afferma il presidente Baratto -. Abbiamo ribadito che le imprese meritano di sapere come e quando ripartiranno: non c’è, infatti alcun dubbio, che siamo nelle condizioni di riaprire e farlo in sicurezza nel rispetto, come sempre, dei protocolli. Ma dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi per non trovarci con un settore falcidiato dalle chiusure, con tutto quello che ciò comporta sul fronte dell’impatto sociale per gli occupati e delle prospettive di rilancio del turismo”.

Tanti i passaggi significativi dei vari interventi che si sono susseguiti sul palco,  e provienienti anche dalle “piazze” in collegamento in 21 città, che hanno dato voce alla frustrazione, alle richieste, alle speranze degli imprenditori dei settori rappresentati da Fipe-Confcommercio. A cominciare, appunto, da quello di apertura del presidente Sangalli, più volte interrotto dagli applausi dei presenti in piazza San Silvestro. “Noi oggi siamo qui – ha detto Sangalli -e vogliamo futuro. Oggi in questa piazza, in queste piazze, c’è l’Italia. L’Italia che rischia in proprio e crea lavoro e futuro per la famiglia, per i collaboratori”. Nel suo intervento il presidente di Confcommercio ha ribadito l’impegno della confederazione per ottenere dal governo risposte rapide “e mai per rallentare il passo”. “Ci siamo battuti sempre per dare un aiuto concreto agli imprenditori e mai per avere un titolo sui giornali. Ci siamo battuti sempre per essere ascoltati, e mai per essere visti”. Il pensiero del presidente è andato alla situazione attuale ricordando l’impegno di Confcommercio per ottenere indennizzi a fondo perduto immediati e rafforzati perchè “se non si sopravvive oggi, non c’è futuro domani”. 
“Ci siamo impegnati – ha detto Sangalli - per spostare a lungo termine tutti quei costi, oggi insostenibili, che gravano sulle imprese. Penso alle tasse e alle tasse locali. Penso ai finanziamenti. Penso agli affitti. Penso alle bollette”. Per il presidente questo vuol dire non rinunciare mai al dialogo, non rinunciare al confronto. Significa non stancarsi nella proposta puntuale. "E le vostre, le nostre ragioni sono quelle di chi ha scelto il mare aperto del mercato, ma garantisce al Paese vivibilità, identità e solidarietà. Nella convinzione che nessuno si salva da solo. Le vostre ragioni, le nostre ragioni sono quelle dei tantissimi giovani e delle donne, che proprio nel nostro mondo trovano un’occasione di vita, di lavoro, di futuro". "Le vostre, le nostre ragioni - ha ricordato Sangalli - sono quelle di un mondo che non potrà mai essere compensato per quello che ha perso, ma deve essere riconosciuto per quello che vale e per quello che è in grado di dare. Le vostre ragioni sono quelle di chi vuole ripartire e lo vuole fare da domani. Perché il futuro non (si) chiude". "Ci dicano, una volta per tutte e ce lo dicano con i numeri -ha incalzato Sangalli - se le nostre attività sono davvero quelle che vanno chiuse per prime e per troppi mesi. Ce lo dicano e ce lo spieghino bene. Perché noi vogliamo riaprire.  Vogliamo riaprire in sicurezza. Perché la risposta all’emergenza solo con “più chiusure” è ormai una scelta insostenibile dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale. Ogni giorno di chiusura in più, è un metro di deserto che avanza nelle città italiane. Ed è un pezzo di futuro che si sgretola nell’identità del nostro Paese. Noi siamo qui per il futuro". Sangalli ha poi lanciato un apello al Governo: "Vogliamo ancora una volta credere - ha ribadito - che le risorse promesse siano adeguate alle perdite e tempestive; ci crediamo ancora e aspettiamo di vederlo perchè solo così possiamo credere a quel cambio di passo che serve al Paese e che ancora non abbiamo visto".

FIPE IN PIAZZA: CHIUSURE ORAMAI INSOSTENIBILI DAL 2_34155_1.jpg (Art. corrente, Pag. 1, Foto normale)

Stoppani: "Siamo invisibili agli occhi della politica"

Il presidente di Fipe e vicepresidente di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, nel suo intervento ha voluto sottolineare la vera e propria discriminazione che il settore ha subito nelle scelte politiche in tutti questi mesi. "Un settore discriminato nella sua dignità, noi abbiamo sempre avuto solo il dovere di rimanere chiusi".  "Non sarà possibile recuperare tutto quello che si è perso - ha detto Stoppani - ma almeno avere dei ristori compatibili con le perdite di fatturato.  Rispettando i protocolli di sicurezza, che peraltro abbiamo sempre scrupolosamente messo in pratica, vogliamo riaprire subito. Chiediamo con rispetto alla politica di tornare a fare il proprio mestiere". "Chiediamo anche - ha concluso Stoppani - una spinta vera sulla campagna vaccinale".

 
Il mondo dei pubblici esercizi tra rabbia e voglia di ripartire

Nel corso della giornata tante sono state le testimonianze degli imprenditori dei vari settori. Il comune denominatore è stato il sentimento di frustrazione e di tristezza nel vedere le proprie attività chiudere senza nessuna certezza su quello che sarà il futuro. Aldo Cursano vicepresidente vicario di Fipe: “Siamo fuori tempo massimo non possiamo dopo 14 mesi di sacrifici, di impedimenti e di chiusure non possiamo più assistere come testimoni impotenti mentre le imprese sono destinate al fallimento”. "Ancora oggi siamo chiusi la sera in tutte le zone arancioni, gialle o rosse che siano. E’ dura vedere che ci sono alcune attività che lavorano e giustamente hanno garantito il loro diritto a lavorare e noi no e chiaro che poi possono accendersi gli animi anche se noi siamo la Fipe e condanniamo qualsiasi episodio di protesta violente. Non si possono chiudere le nostre aziende per decreto e poi ci si continua a chiedere di pagare tasse. Dobbiamo tornare a vivere del nostro lavoro altrimenti non possiamo rispettare nessuno impegno fiscale.  Dobbiamo ripartire se vogliamo salvarci non siamo figli di un dio minore".  Valentina Piccabianchi, presidente del gruppo donne imprenditrici Fipe, ha sottolineato l’impegno delle donne dei pubblici esercizi che non si arrendono e resistono nonostante la crisi e Matteo Musacci, presidente Fipe Giovani, ha chiesto certezze e prospettive per il futuro. “Vogliamo una data per le riaperture perché siamo stremati”. Maurizio Pasca presidente del Silb: “Le discoteche sono chiuse ormai ininterrottamente da 14 mesi”. “Hanno chiuso definitivamente il 30% delle aziende e un altro 40% è destinato a chiudere se non riaprirà quest’estate”.

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