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GLI ALBERGHI SI RIAVVICINANO AI LIVELLI PRE-PANDEMIA

Un’indagine di Federalberghi rivela che a maggio sono cresciute presenze e spese dei turisti rispetto allo stesso mese del 2019. Nei primi cinque mesi dell’anno il confronto resta però ancora leggermente in rosso

giovedì 16 giugno 2022
GLI ALBERGHI SI RIAVVICINANO AI LIVELLI PRE-PANDEM GLI ALBERGHI SI RIAVVICINANO AI LIVELLI PRE-PANDEM
Fonte: Confcommerzio nazionale

Continua il buon momento del turismo italiano: a maggio le presenze negli hotel sono infatti aumentate del 33,4% rispetto al 2019 (+13,5% gli italiani, +45,8% gli stranieri) dopo il +10,5% registrato ad aprile. A dirlo è un'indagine di Federalberghi, Nexi e Zucchetti, presentata a Procida in occasione della Giunta della Federazione. Nei primi cinque mesi dell’anno, però, il totale delle presenze resta ancora inferiore rispetto ai livelli pre-pandemia (-3,1% per gli Italiani e -6,8% per gli stranieri).  In ripresa anche le spese dei  turisti, cresciute a maggio 2022 del 13,7% sullo stesso mese del  2019 (+25,6% per gli Italiani e +9% per gli stranieri).

Per quanto riguarda infine l’estate che sta per cominciare, il “podio” delle preferenze dei turisti è composto da spiagge venete, riviera romagnola e Costa degli Etruschi.

"Confidiamo che le buone performance fatte segnare dalle vacanze di Pasqua e dai ponti del 25 aprile e del 2 giugno preludano a un'estate positiva e che la seconda parte dell'anno consenta di lenire almeno in parte le ferite inferte alle imprese da due anni tragici, che vogliamo al più presto metterci alle spalle", commenta Alessandro Massimo Nucara, direttore generale di Federalberghi.

Bocca: “mancanza di lavoratori? Intervenire su cuneo fiscale e rdc”
"È un controsenso avere un Paese con il 10% di tasso di disoccupazione e non trovare personale da nessuna parte. C'è qualcosa che non funziona, non è solamente il reddito di cittadinanza ma bisogna trovare una soluzione al più presto". Così il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, per il quale "devono essere fatti controlli più stringenti perché è una misura giusta per le classi che ne hanno bisogno, per i padri di famiglia che hanno perso il lavoro ma bisogna riabituare la gente a lavorare. Basta con il dire che certi lavori gli italiani non hanno più voglia di farli e che bisogna aumentare i flussi degli stranieri. Nel settore alberghiero non c'è un problema di stipendi bassi ma di costo azienda: per dare mille euro netti a un lavoratore il costo per l'azienda è di 30mila. Non è possibile. Bisogna intervenire pesantemente sul cuneo fiscale, cioè bisogna mettere più soldi in tasca ai lavoratori senza aumentare i costi del lavoro per l'azienda, e almeno detassare gli straordinari, detassare alcune parti dello stipendio per chi ha voglia di lavorare".

"Sono sempre di più i casi - spiega Bocca - di albergatori che si sentono rispondere no a offerte di lavoro da giovani. Prendendo il reddito di cittadinanza e facendo gli extra in nero nei week end (non negli alberghi), lavorano 8 giorni al mese e portano a casa 1.400-1.500 euro. Le conseguenze sono che gli alberghi non riescono a riempire al 100% le camere e noi oggi dobbiamo rinunciare a clienti, a fatturato, a Iva a tasse per la mancanza di personale".

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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