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IL PNRR, UNA SFIDA DA 191 MILIARDI

A tanto ammontano le risorse (cui si aggiungono altri fondi) per l'ammodernamento del Paese in un'ottica di sostenibilità. I bandi già disponibili su turismo, agenzie viaggi, imprese femminili

mercoledì 16 febbraio 2022
IL PNRR, UNA SFIDA DA 191 MILIARDI IL PNRR, UNA SFIDA DA 191 MILIARDI

PNRR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è senza dubbio l’acronimo più citato del momento. Ma per capire meglio cosa sia effettivamente il PNRR (definito il 30 aprile 2021 dal Governo italiano e approvato dalla Commissione europea il 22 giugno) e quali sono le sue reali finalità è necessario fare un piccolo balzo temporale all’indietro. È il dicembre 2019 (dunque prima della pandemia da Covid-19), quando la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presenta lo European Green Deal, che intende rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.  

L’arrivo della pandemia, e la conseguente crisi economica, hanno poi spinto l’UE a formulare una risposta, denominata Next Generation UE, che unisse gli obiettivi climatici a quelli di sostegno concreto all’economia, in un’ottica comunque sempre orientata alla sostenibilità, ovvero attenta all’ambiente, alla società e alla governance.

La quantità di risorse messe in campo per rilanciare lo sviluppo, gli investimenti e le riforme ammonta a 750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 miliardi, è costituita da sovvenzioni.

Il PNRR è, dunque, il documento che ciascuno Stato membro deve predisporre per accedere ai fondi del Next Generation, rilanciando l’economia degli Stati membri e rendendola più verde e più digitale.

Quello dell’Italia è, tra l’altro, un piano senza precedenti, perché da qui ai prossimi anni verranno investiti 191,5 miliardi di euro (68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono prestiti), cui si aggiungono altri 30,6 miliardi di risorse nazionali. Il tutto per aiutare a ricostruire l’economia, renderla più verde, digitale e pronta al futuro.

Il piano si articola in 16 Componenti, raggruppate in sei Missioni:

  • Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo;
  • Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; 
  • Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; 
  • Istruzione e Ricerca;
  • Inclusione e Coesione; 
  • Salute.

Gli assi strategici del Pnrr
Per farsi un’idea, nello specifico, su dove si andrà ad intervenire è meglio fare riferimento ai tre principali assi strategici del Piano.
Il primo è quello della digitalizzazione e dell’innovazione di processi, prodotti e servizi. L’Italia ha accumulato un considerevole ritardo in questo campo, sia nelle competenze dei cittadini, sia nell’adozione delle tecnologie digitali nel sistema produttivo e nei servizi pubblici. Il Piano mira allora a recuperare questo deficit e promuovere gli investimenti in tecnologie, infrastrutture e processi digitali, azione essenziale per migliorare la competitività, favorire l’emergere di strategie di diversificazione della produzione e migliorare l’adattabilità ai cambiamenti dei mercati.

Altro asse strategico è quello della transizione ecologica, come indicato dall’Agenda 2030 dell’ONU e dai nuovi obiettivi europei per il 2030. Qui, dunque, l’obiettivo è di intervenire per ridurre le emissioni inquinanti, prevenire e contrastare il dissesto del territorio, minimizzare l’impatto delle attività produttive sull’ambiente, così da migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, oltre che lasciare un Paese più verde e una economia più sostenibile alle generazioni future. La transizione ecologica è vista anche come un importante fattore per accrescere la competitività del nostro sistema produttivo, incentivando l’avvio di attività imprenditoriali nuove e ad alto valore aggiunto e favorire la creazione di occupazione stabile.
Il terzo asse strategico è l’inclusione sociale. Qui si punta a garantire una piena inclusione sociale per migliorare la coesione territoriale, aiutare la crescita dell’economia e superare diseguaglianze profonde spesso accentuate dalla pandemia. I tre obiettivi principali sono, in quest’ambito, la parità di genere, la protezione e la valorizzazione dei giovani e il superamento dei divari territoriali.

Esistono poi delle priorità trasversali a tutto il Piano italiano che si vuole perseguire in ogni intervento finanziato: l’empowerment femminile e il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno.

Considerata la complessità del Pnrr italiano e la difficoltà di seguirne tutti gli sviluppi, il Governo ha creato un portale ufficiale, italiadomani.gov.it, nel quale cittadini e imprese possono trovare i contenuti del Piano, il percorso di attuazione, notizie sugli interventi previsti, e soprattutto delle schede intuitive e chiare sul monitoraggio degli investimenti e delle riforme. È possibile quindi restare aggiornati sullo stato di avanzamento di ogni investimento e sulle spese sostenute.

Dalle idee ai progetti e alle azioni
La domanda a questo punto è: come saranno “messe a terra” queste risorse? C’è da dire subito che il PNRR ha una scadenza per la realizzazione concreta degli interventi: il 2026. Ma non ci saranno procedure speciali: il PNRR stabilisce che, per quanto riguarda l’attuazione dei singoli interventi, “vi provvedono le Amministrazioni centrali, le Regioni e gli enti locali, sulla base delle competenze istituzionali, tenuto conto del settore di riferimento e della natura dell’intervento”. Inoltre, “l’attuazione degli interventi avviene con le strutture e le procedure già esistenti, ferme restando le misure di semplificazione e rafforzamento organizzativo che saranno introdotte”, come ad esempio l’assunzione di nuovo personale. Sarà sufficiente per spendere “presto e bene” queste cifre? Lo si potrà vedere a breve, considerato che già alcune azioni sono in corso. Vediamo da vicino quali.

Turismo e territorio tra le priorità
Non mancano gli interventi che interessano direttamente o indirettamente il turismo e il terziario di mercato. In questo contesto, leggendo il PNRR, si può notare che una prima linea di azione riguarda la valorizzazione di siti storici e culturali, per migliorare la capacità attrattiva, la sicurezza e l’accessibilità dei luoghi. Le azioni messe in atto dal Piano saranno dunque dedicate non solo ai “grandi attrattori” turistici, ma anche alla tutela e alla valorizzazione dei siti minori (ad esempio i “borghi” dove già sono stati emessi dei bandi), nonché alla rigenerazione delle periferie urbane, valorizzando luoghi identitari e rafforzando al tempo stesso il tessuto sociale del territorio. Gli interventi sono poi abbinati a sforzi di miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici (anche qui c’è già un bando attivo che potete consultare nella sezione Bandi e Agevolazioni del sito www.ascom.vi.it), al fine di incrementare gli standard di offerta e aumentare l’attrattività complessiva. In ogni caso, questi interventi di riqualificazione/rinnovamento dell’offerta sono improntati a una filosofia di sostenibilità ambientale e pieno sfruttamento delle potenzialità del digitale, facendo leva sulle nuove tecnologie per offrire nuovi servizi e migliorare l’accesso alle risorse turistiche/culturali.

A proposito di turismo vanno citatati anche il  Decreto recante le modalità applicative per la fruizione del sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo a valere sul Fondo Rotativo Imprese (con una dotazione di 180 milioni di euro) e il Decreto che contiene le modalità applicative per la fruizione del credito di imposta per la digitalizzazione delle agenzie di viaggi e dei tour operator, finanziato con 98 milioni (ne abbiamo parlato qui).

Gli altri interventi attuati nel 2021
Oltre al turismo, gli altri interventi attuati nel corso del 2021, solo per citare quelli più direttamente collegati all’ambito delle imprese, riguardano l’istituzione del Fondo per l’imprenditoria femminile (info nella sezione Bandi e Agevolazioni del sito www.ascom.vi.it); il Programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori e il Piano nazionale Nuove Competenze per quanto riguarda il Lavoro; la riforma in materia di crisi d’impresa; il rafforzamento di ecobonus e Sismabonus per l’efficientamento degli edifici; il Piano Transizione 4.0, i bandi per progetti d’interesse europeo su microelettronica, idrogeno e cloud.

I prossimi bandi del 2022
Veniamo ai prossimi bandi che dovrebbero essere operativi per il 2022. Per quanto riguarda quelli a più diretto interesse per il mondo delle imprese, nel primo trimestre di quest’anno saranno operativi i bandi mirati allo “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo” e quelli su “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare”.

Il MISE pubblicherà a breve  due decreti di definizione delle modalità per accedere ai fondi dei contratti istituzionali di sviluppo. Si stratta di 750 milioni per le filiere tradizionali e di 1 miliardo per le rinnovabili e le batterie.

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