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IL "DECRETO RILANCIO" ACCOGLIE ALCUNE RICHIESTE CONFCOMMERCIO. MA ANCORA NON BASTA

Il provvedimento prevede una serie di interventi anche per negozi e pubblici esercizi. Il presidente di Confcommercio Vicenza Rebecca: "Il nostro pressing ha dato i suoi frutti, ma serve un salto di qualità per il rilancio di consumi ed economia"

giovedì 14 maggio 2020
La conferenza stampa di presentazione del decreto La conferenza stampa di presentazione del decreto
Il Consiglio dei ministri ha finalmente approvato sera il decreto" ex aprile", poi battezzato maggio e ora ribattezzato "Dl Rilancio" contenente, tra l'altro, interventi per fronteggiare le conseguenze economiche che sono derivate dall'emergenza Coronavirus per famiglie, lavoratori e imprese, Comuni e territori. Un testo complesso con oltre 250 articoli, che vale 55 miliardi di euro. Il Decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (dove sembra arriverà solo lunedì), ma alcuni dei contenuti sono stati anticipati in una conferenza del Presidnete del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.
Da quanto comunicato (e che andrà successivamente verificato nel tetso della norma), emergono alcuni capitoli di spesa  che serviranno per sostenere il mondo del lavoro e delle imprese: oltre 4 miliardi al rinnovo del bonus autonomi confermato a 600 euro per aprile e che salirà a 1000 euro a maggio, circa 10 miliardi alla proroga della Cig, lo stop all'acconto Irap da 4 miliardi, circa 6 miliardi per i ristori a fondo perduto delle pmi che avverrano a "giugno", oltre agli sgravi per gli affitti (anche d'impresa) e il taglio agli oneri in bolletta. 2 miliardi andranno alle imprese per adeguarsi alle norme di sicurezza; 2,5 miliardi per turismo e cultura (librerie, musei, cinema, luoghi di cultura, teatri).  C'è il rinvio al 2021 dell'entrata in vigore della sugar e della plastic tax. Vengono ulteriormente prorogate per tre mesi le sospensioni dei versamenti fiscali e contributivi già previste nel Cura Italia. Il decreto prevede anche lo stop definitivo delle clausole di salvaguardia che ogni anno 'minacciavano' aumenti di Iva e accise. Tra le misure introdotte anche  quelle relative al turismo: risorse di sostegno alle strutture con la cancellazione della prima rata Imu per alberghi e pensioni e lo stop della tassa sul suolo pubblico per bar e ristoranti; e un bonus vacanze tra 150 e 500 euro per i nuclei con un Isee fino a 40mila euro.
Confermato  il superbonus da 110% per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica con la possibilità di cedere il credito maturato alle banche o di chiedere lo sconto in fattura all'impresa che realizza i lavori. Il Fondo per la rottamazione e l’acquisto di veicoli meno inquinanti viene rimpolpato di 100 milioni.
In attesa di analizzare nello specifico i provvedimenti contenuti nel decreto (che riepiloghiamo in questo link al sito del Governo), ecco la prima analisi del presidente di Confcommercio Vicenza Sergio Rebecca.

Sergio Rebecca (Confcommercio Vicenza): "Il pressing ha dato buoni frutti, ma manca salto di qualità e misure contro una burocrazia demenziale".

"Su alcuni temi importanti per le nostre imprese, il pressing costante messo in campo da Confcommercio ha dato i suoi frutti, in particolare sulla richiesta di prevedere indennizzi a fondo perduto per le imprese. Ciò che notiamo, però, è l’assenza di un salto di qualità, reale e strategico, che consenta il rilancio dei consumi e dell’economia.
Guardando agli aspetti positivi, bene aver esteso il credito d’imposta anche agli affitti d’azienda, a nostro avviso ingiustamente esclusi dal “Cura Italia”, che è invece un’agevolazione necessaria per molte imprese del commercio e del turismo. Positivo aver evitato l'aumento automatico dell’IVA, così come l’IRAP di giugno, anche se in questo caso il vantaggio maggiore ce l’hanno le imprese più strutturate. La proroga dei Bonus è un’altra notizia attesa, che va nella giusta direzione di ristoro alle partita Iva, così come positivo l’esonero dalla Cosap per i plateatici dei pubblici esercizi, che avevamo richiesto in tutte le sedi.
Mancano però all’appello alcun aspetti prioritari - continua il presidente Rebecca-. Serve subito l’iniezione potente di liquidità vera che ancora non c’è, come confermano le nostre imprese associate che fanno fatica ad ottenere persino i famosi 25mila euro di prestito garantito dallo Stato. Servono più risorse a fondo perduto rispetto al credito d’imposta, soprattutto in un periodo in cui i fatturati sono stati a “zero” per molte imprese e la ripartenza sarà presumibilmente lenta. Serve un sostegno ben più efficace per la filiera del turismo, della ristorazione e per i negozi che devono riaprire. Serve più tempo per far fronte alle scadenze fiscali.  E soprattutto che lo Stato si attivi in velocità per garantire i sostegni e metta fine ad una burocrazia diventata demenziale: questa è, purtroppo la vera, malattia cronica del Paese e la responsabilità è di tutti i governi che si sono succeduti fin qui. Ma è ora questo governo che deve trovare risposte immediate, perché l’imprenditore non può accettare che certi meccanismi stiano, in questo momento, bloccando quel poco sostegno finora concesso".

Confcommercio nazionale: “Bene misure su Iva e  Irap, ma servono moratorie fiscali e contributi a fondo perduto più robusti”

“Importante la scelta di procedere alla soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di conti pubblici e di liberare così l’economia e la società italiana dalla prospettiva dell’automatismo degli aumenti di Iva e accise. E importanti sono, ancora, gli appostamenti di risorse per il sistema delle garanzie, nonché le misure per l’accelerazione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e giuste le misure volte al sostegno della messa in sicurezza degli ambienti di lavoro (tax credit e bandi Inail). Ma resta necessario ed urgente fare di più”.  Sul “decreto rilancio” è questa la posizione di Confcommercio, che specifica poi che nel testo “il giusto principio del ricorso al contributo a fondo perduto a titolo di ristoro delle cadute di fatturato registrate dalle imprese trova una traduzione operativa riferita al solo mese di aprile e con un meccanismo di percentualizzazione per classi di ricavi, che rischia di generare, a partire dalle imprese più piccole, effetti modesti”. Bene poi “la cedibilità del credito d’imposta (riferito al trimestre marzo-maggio) per locazioni commerciali ed affitti d’azienda a locatari e concedenti, nonché a terzi ed al sistema bancario” che però “non risolve del tutto il problema dei mancati pagamenti dei canoni per crisi di liquidità. Abbuonato il pagamento del saldo Irap 2019 e del primo acconto Irap 2020, viene inoltre prorogata a settembre la ripresa dei versamenti dei tributi e dei contributi sospesi per aprile e maggio. Restano comunque le esigenze di una moratoria fiscale più inclusiva e di più lunghe rateizzazioni”.
Per quanto riguarda poi il rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni, “interessanti gli incentivi fiscali alla ricapitalizzazione. Di rilievo il sismabonus e l’ecobonus rafforzati per spese sostenute da persone fisiche. Bene il rifinanziamento di cassa integrazione ed indennità, permangono però necessità di semplificazione e di tempestività”, continua la Confederazione.
E se viene disposta l’esenzione dal pagamento della prima rata Imu per tutti gli immobili destinati all’esercizio dell’attività di ricettività turistica e per gli stabilimenti balneari, nonché l’esenzione, fino al 31 ottobre, dal pagamento di Tosap e Cosap per i pubblici esercizi, su un altro versante “un tax credit massimo di 500 euro per nuclei familiari con reddito Isee non superiore a 40mila euro non appare invece in grado di suscitare effetti rilevanti ai fini della domanda turistica degli italiani. Soprattutto, manca un approccio organico al turismo e al sistema dei trasporti e della logistica, che davvero potrebbero svolgere un ruolo strategico per la crescita del Paese entro ed oltre il tempo dell’emergenza”, conclude Confcommercio.





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